Belisario Vinta

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Belisario Vinta (Volterra, 1542Firenze, 1613) è stato un politico italiano.

Divenuto cittadino fiorentino nel 1579, intraprese una brillante carriera politica. Sposatosi con Camilla figlia di Bartolomeo Concini, Primo Segretario di Cosimo I e Maestro dello stesso Belisario, ricoprì anni dopo la medesima carica del suocero, sotto Ferdinando I de' Medici. Conservò tale carica anche in seguito, durante la reggenza di Cristina di Lorena e, successivamente all'allontanamento di quest'ultima, sotto Cosimo II. La sua azione politica fu contrassegnata dal tentativo - fallimentare - di mantenere il granducato su posizioni di equidistanza tra le due superpotenze, Francia e Spagna. Alla sua morte fu nominato a succedergli nella carica di Segretario di Stato Curzio Picchena.

Alla sua iniziativa si deve la trattativa con Galileo Galilei al fine di riportare da Padova in Toscana l'illustre scienziato, la cui fama si era in quel periodo ulteriormente accresciuta in seguito alle sue scoperte nel campo dell'astronomia (i satelliti di Giove). Questi ultimi vennero rinominati, su proposta del Vinta, Pianeti Medicei e non, come aveva proposto Galileo, Cosmici, in ossequio al giovane Granduca Cosimo II (1590-1621). Di tale vicenda rimane traccia nella corrispondenza tra i due, della quale riportiamo uno stralcio, datato 10 febbraio 1610:

«Il pensiero di V. S. intorno al porre i nomi a i nuovi pianeti trovati da lei, con inscrivergli dal nome del Ser.mo Padrone, è generoso et heroico, et conforme agli altri parti singolari del suo mirabile ingegno: et poiché ella ha voluto farmi l'onore del domandarmi il mio parere circa al chiamar detti pianeti o Cosmici o Medicea Sydera, io le dirò liberamente che questa seconda inscrizzione tengo per fermo che piacerà più, perché, potendosi la voce greca Cosmici interpretare in diversi sensi, non sarebbe forse interamente attribuita da ogn'uno alla gloria del Ser.mo nome della Casa de' Medici et della loro natione et città di Firenze, come necessariamente sarà la denominatione di Medicea Sydera; et però senz'altro a questa mi appiglierei.[1]»

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