Battaglia di Nissa (1443)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Battaglia di Niš (1443))
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Battaglia di Nissa
parte della crociata di Varna
Datainizio novembre 1443
LuogoNissa, Impero ottomano
EsitoVittoria crociata[1]
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
12 000 cavalieri[6]12 000 sipahi sotto il comando diretto di Kasim Pascià[7]; esercito di frontiera di numero sconosciuto
Perdite
Sconosciute6 000
2 000morti[8]
4 000 catturati[8]
Diserzione di Skanderbeg e di 300 cavalieri albanesi
Voci di battaglie presenti su Wikipedia

La battaglia di Nissa[9][10][11] (inizio novembre 1443) vide i crociati guidati da Giovanni Hunyadi e Đurađ Branković catturare la roccaforte ottomana di Niš in Serbia e sconfiggere tre eserciti dell'Impero ottomano.[12][13] La battaglia di Niš faceva parte della spedizione di Hunyadi conosciuta come la lunga campagna. Hunyadi, a capo della prima linea, attraversò i Balcani attraverso la Porta di Traiano, catturò Niš, sconfisse tre pascià turchi e, dopo aver preso Sofia, si unì all'esercito reale e sconfisse il sultano Murad II a Snaim (Kustinitza). L'impazienza del re e la rigidità dell'inverno lo costrinsero poi (nel febbraio 1444) a tornare in patria, ma non prima di aver completamente infranto il potere del Sultano in Bosnia, Erzegovina, Serbia, Bulgaria e Albania.

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1440 Giovanni Hunyadi divenne il fidato consigliere e il soldato più stimato del re Ladislao III di Polonia. Hunyadi fu ricompensato con il capitanato della fortezza di Belgrado e fu incaricato nelle operazioni militari contro gli ottomani. Il re Ladislao riconobbe i meriti di Hunyadi concedendogli proprietà nell'Ungheria orientale. Hunyadi dimostrò presto una straordinaria capacità di schierare le sue difese con le limitate risorse a sua disposizione. Vinse a Semendria su Isak-Beg nel 1441. Non lontano da Nagyszeben in Transilvania annientò una forza ottomana e recuperò per l'Ungheria la sovranità della Valacchia.[14] L'esercito crociato era composto da 25.000 o più truppe e 600 carri da guerra.[15][16][17] Hunyadi prese 12.000 cavalieri per localizzare e sconfiggere Kasim Pasha mentre Władysław e Brankovic furono lasciati nel campo con i carri da guerra.[18]

Battaglia[modifica | modifica wikitesto]

La battaglia per Nissa non fu un'unica battaglia, ma cinque diverse battaglie. Il primo scontro in battaglia avvenne contro una piccola guarnigione a Niš e la cattura, il saccheggio e l'incendio della città da parte dei crociati.[19] Questa fu seguita da tre diverse battaglie contro tre diversi eserciti ottomani che avanzavano su Niš. Ci fu infine una battaglia contro i resti dei tre eserciti ottomani.

L'ultima battaglia ebbe luogo nella pianura tra Bolvani e Niš il 3 novembre 1443.[20] Le forze ottomane erano guidate da Kasim Pasha, il beglerbeg di Rumelia, Turakhan Beg e Isak-Beg.[4] Dopo la sconfitta ottomana, le forze in ritirata di Kasim Pasha e Turakhan Beg bruciarono tutti i villaggi tra Niš e Sofia.[21] Le fonti ottomane spiegano che la sconfitta ottomana sia dovuta alla mancanza di cooperazione tra i diversi eserciti ottomani guidati da comandanti diversi.[22]

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Secondo lo storico Calcondila, "stanchi dopo che Hunyadi costrinse gli ottomani a ritirarsi nei Balcani nel 1443, i vecchi signori si affrettarono da tutte le parti a riprendere possesso dei campi dei loro padri".[23] Uno di loro era Giorgio Castriota Scanderbeg che abbandonò l'esercito ottomano insieme a suo nipote Hamza Castriota e 300 fedeli albanesi e dopo aver catturato Krujë iniziò una lotta di venticinque anni contro l'Impero ottomano.[24][25]

Murad II firmò un trattato per dieci anni e abdicò in favore del figlio Mehmed II. Quando la pace fu rotta l'anno successivo, Murad tornò nei Balcani e vinse la battaglia di Varna nel novembre 1444.[26]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Riley-Smith, Jonathan, The Crusades: A History, (Continuum International Publishing Group, 1987), 275.
  2. ^ Skënderbeu: Jeta dhe vepra by Kristo Frashëri, p. 130.
  3. ^ (EN) First Encyclopaedia of Islam: 1913-1936, BRILL, 1993, p. 466, ISBN 978-90-04-09796-4. URL consultato il 15 ottobre 2021.
    «In the beginning of November 1443, Turakhan Beg commanded one of the Ottoman corps in the battle against John Hunyadi.»
  4. ^ a b (EN) Franz Babinger, Mehmed the Conqueror and His Time, Princeton University Press, 1978, p. 25, ISBN 978-0-691-09900-2. URL consultato il 15 ottobre 2021.
    «The combined host met Ottoman forces first on November 3, 1443, between the castle of Bolvan (near Aleksinac) and the city of Niš. Here Kasim Bey, then governor of Rumelia, Ishak Bey and other standard bearers were defeated»
  5. ^ (EN) Sir Hamilton Alexander Rosskeen Gibb; Bernard Lewis; Charles Pellat; Joseph Schacht, The Encyclopaedia of Islam, Brill, 1974, p. 139. URL consultato il 15 ottobre 2021.
    «... Iskender, feeing from the camp of Kasim, the beglerbey of Rumeli...»
  6. ^ Jefferson, 2012, p. 325.
  7. ^ (EN) Konstanty Michałowicz, Memoirs of a Janissary, Published under the auspices of the Joint Committee on Eastern Europe, American Council of Learned Societies, by the Department of Slavic Languages and Literatures, University of Michigan, 1975, p. 214. URL consultato il 15 ottobre 2021.
  8. ^ a b Jefferson, 2012, p. 329.
  9. ^ Samuele Romanin, Storia documentata di Venezia: Tomo IV, Naratovich, 1855, p. 239. URL consultato il 15 ottobre 2021.
  10. ^ Albania- Guide Rosse, Touring Editore, 1997, p. 47, ISBN 978-88-365-1148-8. URL consultato il 15 ottobre 2021.
  11. ^ Giornale storico della letteratura italiana, Loescher, 1910, p. 122. URL consultato il 15 ottobre 2021.
  12. ^ Riley-Smith, 275.
  13. ^ Hupchick, Dennis P., The Balkans: From Constantinople to Communism, (Palgrave Macmillan, 2004), 117.
  14. ^ Ralph Manheim e William C. Hickman, Mehmed the Conqueror and his time, Princeton University Press, 1978, p. 25, ISBN 0-691-09900-6, OCLC 3168859. URL consultato il 15 ottobre 2021.
  15. ^ Jefferson, 2012, pp. 207-209.
  16. ^ (EN) Kenneth Meyer Setton, A History of the Crusades, Univ of Wisconsin Press, 1969, p. 270, ISBN 978-0-299-10744-4. URL consultato il 15 ottobre 2021.
    «The whole army estimated to consist of 25,000 men, included an important mercenary force hired with funds given by Serbian despot, and in addition, a contingent of 8,000 Serbs and 5,000 Polish soldiers (L'intero esercito stimato in 25.000 uomini, comprendeva un'importante forza mercenaria assunta con fondi dati dal despota serbo, e inoltre, un contingente di 8.000 serbi e 5.000 soldati polacchi)»
  17. ^ Babinger, Frank and Ralph Manheim, William C. Hickman, Mehmed the Conqueror and His Time, (Princeton University Press, 1978), 25.
  18. ^ Jefferson, 2012, pp. 325-326.
  19. ^ Jefferson, 2012, p. 326.
  20. ^ Kenneth M. Setton, A history of the Crusades, 2ª ed., University of Wisconsin Press, 1989, p. 270, ISBN 0-299-04834-9, OCLC 51975. URL consultato il 15 ottobre 2021.
    «the most important battle of the whole campaign took place at Bolvani, in the plain of Nish on November 3, 1443»
  21. ^ Colin Imber, The Crusade of Varna, 1443-45, Ashgate, 2006, p. 16, ISBN 978-1-4724-1693-3, OCLC 841809601. URL consultato il 15 ottobre 2021.
    «In the course of their flight Kasim and Turahan burned all villages between Niš and Sofia»
  22. ^ Colin Imber, The Crusade of Varna, 1443-45, Ashgate, 2006, p. 270, ISBN 978-1-4724-1693-3, OCLC 841809601. URL consultato il 15 ottobre 2021.
    «The Ottoman sources in general emphasize the disagreement and lack of cooperation between frontier Ottoman forces under Turakhan and sipahi army under Kasim»
  23. ^ Halil İnalcık, From empire to republic : essays on Ottoman and Turkish social history, Isis Press, 1995, p. 88, ISBN 975-428-080-0, OCLC 34985150. URL consultato il 15 ottobre 2021.
    «Comme nous le dit Chalcocondy- las après la retraite des Ottomans dans les Balkans en 1443 devant l'Hunyade, les anciens seigneurs se dépêchèrent de tous les côtés à rentrer en possession des domaines de leurs pères (Come ci racconta Chalcocondylas, dopo la ritirata degli Ottomani nei Balcani nel 1443 prima degli Hunyade, i vecchi signori si precipitarono da tutte le parti per riappropriarsi dei possedimenti dei loro padri.)»
  24. ^ Encyclopaedia of the Muslim World, Ed. Taru Bahl, M.H. Syed, (Anmol Publications, 2003), 45.
  25. ^ Dialogue, vol. 5, Dijalog, 1996, p. 78. URL consultato il 15 ottobre 2021.
    «Posle bitke kod Pirota, Skenderbeg zajedno sa sinovcem Hamzom, sinom svog starijeg brata Staniše»
  26. ^ The Historians' History of the World By Henry Smith Williams, p. 439.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • John Jefferson, The Holy Wars of King Wladislas and Sultan Murad: The Ottoman-Christian Conflict from 1438–1444, Leida, Brill Publishers, 2012, ISBN 978 90 04 21904 5.