Asino pantesco

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Asino di Pantelleria
Asino pantesco
Specie Asino
Localizzazione
Zona di origineisola di Pantelleria
Epoca di estinzionea rischio
Aspetto
Altezzain passato fino a 150cm; oggi in media 125-130[1] cm
Mantellomorello o baio scuro[1]
Allevamento
Utilizzoda tiro, come cavalcatura, per la produzione di muli[1]
Caratterevivace e nevrile

L'asino pantesco o asino di Pantelleria è una razza di asino originaria dell'isola di Pantelleria, nota già nel I secolo a.C. e molto diffusa ma giunta ormai alla quasi totale estinzione.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La razza pantesca nasce dall'incrocio tra l'asino selvatico africano (Equus africanus) e asini siciliani, in particolare ragusani.[1]

L'asino di Pantelleria riusciva a trasportare carichi pesantissimi lungo i sentieri dell'isola. Con un'andatura elegante e sicura, difficilmente eguagliata in velocità dalle altre razze asinine[2] e felicemente portato per il passo dell'ambio, l'asino di Pantelleria rappresentava per l'isola d'origine un'importante risorsa; i suoi muli erano molto apprezzati anche all'estero, perché i soggetti erano particolarmente robusti e longevi. Asini panteschi venivano usati anche al circo.[1]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

I caratteri tipici della razza evidenziano un carattere vivace. Il pelo è corto, liscio e molto lucido, di colore morello o baio scuro. Il muso è tendente al chiaro, quasi bianco, dello stesso colore dell'addome e delle cosce interne. La coda è poco folta. La testa è piccola, le orecchie piccole e mobili, gli occhi grandi, Il collo è lungo e possente e il petto largo. Le zampe sono robuste con larghe articolazioni. Gli zoccoli sono larghi e così robusti da non aver bisogno di essere ferrati.[3]

L'andatura è ambia, l'andatura veloce, la cavalcatura comoda e eccezionale forza e resistenza, anche a temperature ambientali elevate.[3]

Recupero[modifica | modifica wikitesto]

Il progetto di recupero della razza pantesca è nata su idea del professor Balbo, l'allora direttore dell'Istituto Zooprofilattico della Sicilia, durante una conversazione con il direttore dell'Azienda Regionale Foreste Demaniali della Regione Siciliana e dalla considerazione che gli esemplari di asino di Pantelleria, una volta diffusissimi, erano ormai rari. Anche sull'isola di origine la razza era praticamente estinta, a causa dell'esodo degli esemplari utilizzati per scopi bellici dall'esercito durante le due guerre mondiali oppure esportati per incroci con altre razze per produrre muli più forti e resistenti.[3]

Nel 1989 si è dato inizio al progetto di recupero, a cura dell'Azienda Regionale Foreste Demaniali, grazie a un'opera di ricerca, su tutta la Sicilia, degli ultimi esemplari di asino pantesco rimasti. Da una prima selezione di duecento asini, sono stati identificati nove esemplari i cui caratteri peculiari della razza erano evidenti e il cui DNA era maggiormente simile a quello originario. Gli animali sono stati trasferiti presso l'azienda pilota San Matteo di Erice e qui incrociati in modo selettivo. I primi quattro asini sono nati nel 1994: nel 2002 gli esemplari nati ammontavano a trentatré. Nel 2002 si è deciso di incrementare ulteriormente il numero delle nascite ricorrendo alla tecnica embryo transfer grazie al quale il numero dei capi è stato portato, nel gennaio del 2008, a cinquantotto.[3]

Primo nucleo[modifica | modifica wikitesto]

Il primo nucleo di asini, da cui si è dato avvio al progetto di recupero della razza era costituito dai seguenti esemplari:[3]

  • Angelina, nata nel 1975, proveniente da Pantelleria;
  • Assunta, nata nel 1979, proveniente da Linosa;
  • Agata, nata nel 1978, proveniente dall'Isola di Favignana;
  • Astronauta, nato nel 1983, proveniente da Marettimo;
  • Acacia, nata nel 1986, proveniente dall'Isola di Favignana;
  • Adele, nata nel 1989, proveniente da Trapani;
  • Aurora, nata nel 1989, proveniente da Alcamo;
  • Argo, nato nel 1989, proveniente da Trapani;
  • Acero, nato nel 1989, proveniente dall'Isola di Favignana.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Raffaele Baroncini, pp. 188-189.
  2. ^ A dimostrazione di ciò si ricordano le gare di velocità su pista che per un certo periodo venivano organizzate sull'isola: il record imbattuto è di 25 km/h in piano sostenuto per alcuni chilometri. Cfr. Raffaele Baroncini, pp. 188-189.
  3. ^ a b c d e Regione Siciliana - Azienda Regionale Foreste Demaniali

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Raffaele Baroncini, L'asino, il mulo e il bardotto, Bologna, Edagricole, 1987, pp. 188-189, ISBN 88-206-2547-4.
  • Valeria Restuccio (a cura di), L'asino di Pantelleria. Storia del recupero di una razza estinta, Palermo, Regione Siciliana - Azienda Regionale Foreste Demaniali, 2008.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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