Aphanipathidae

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Aphanipathidae
Aphanipathes
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Radiata
Phylum Cnidaria
Classe Anthozoa
Sottoclasse Hexacorallia
Ordine Antipatharia
Famiglia Aphanipathidae
Opresko, 2004
Generi

Aphanipathidae (Opresko, 2004) è una famiglia di coralli antipatari della sottoclasse degli Esacoralli.[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia Aphanipathidae è stata costituita nel 2004 all'interno dell'ordine degli Antipatharia a seguito degli studi del ricercatore americano dello Smithsonian Institution Dennis Opresko. La famiglia è caratterizzata da spine alte, coniche, o cilindriche, che di solito sono coperte in una certa misura da piccoli tubercoli (si verificano spine lisce in alcune specie) e da polipi che hanno un diametro trasversale di 0,5-1,3 mm e presentano piccoli tentacoli quasi uguali. Corallum irregolarmente folto o flabellato. Stelo e rami semplici o pennati. Pinnule, quando presenti, di solito senza sottospinnuli (raramente con pinnule secondarie semplici che si verificano casualmente). La famiglia è divisa in due sottofamiglie (Acanthopathinae e Aphanipathinae) che si differenziano per sviluppo relativo di spine polipari.[2]

Nelle Acanthopathinae le spine polipari sono anisomorfe, con le spine circumpolipari più grandi delle spine interpolipari e le spine ipostomali solitamente ridotte o assenti. I generi sono riconosciuti sulla base delle caratteristiche morfologiche del corallum.[2]

Nelle Aphanipathinae le spine polipari non quasi uguali. Anche qui i generi sono riconosciuti sulla base della morfologia del corallum.[2]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Al pari degli altri antipatari le specie di questa famiglia sono sempre state considerate azooxantellate, cioè prive di zooxantelle endosimbionti. Recenti studi hanno permesso di dimostrare, almeno in alcune specie, la presenza di zooxantelle del genere Symbiodinium.[3][4]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questa famiglia sono distribuite su tutti gli oceani, la maggior parte a profondità comprese tra circa 20 e 1 000 m.[5]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo il World Register of Marine Species (WORMS), la famiglia è composta da due sottofamiglie e 9 generi:[1]

L'analisi filogenetica dei dati di sequenziamento del DNA suggerisce che la famiglia non sia monofiletica.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Aphanipathidae, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 27 febbraio 2020.
  2. ^ a b c OpreskoOp. citata, pag. 209-230.
  3. ^ (EN) Wagner D., Pochon X., Irwin L., Toonen R.J., Gates R.D., Azooxanthellate? Most Hawaiian black corals contain Symbiodinium, in Proc Biol Sci, vol. 278, n. 1710, 2011, pp. 1323–1328.
  4. ^ (EN) Bo M., Baker A.C., Gaino E., Wirshing H.H.,Scoccia F., Bavestrello G., First description of algal mutualistic endosymbiosisin a black coral (Anthozoa: Antipatharia) (PDF), in Mar Ecol Prog Ser, vol. 435, 2011, pp. 1–11.
  5. ^ Dennis Opresko, Spotlight on Antipatharians (Black Corals), su nmnh.typepad.com. URL consultato il 18 marzo 2020.
  6. ^ Daly et al., The phylum Cnidaria: A review of phylogenetic patterns and diversity 300 years after Linnaeus (PDF), in Zootaxa, vol. 1668, Magnolia Press, 200, p. 127–182. URL consultato il 19 marzo 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Aphanipathidae, su gbif.org, GBIF - Global Biodiversity Information Facility. URL consultato il 18 marzo 2020.