Al-Nadwa

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Al Nadwa
StatoArabia Saudita
LinguaArabo
PeriodicitàQuotidiano
GenerePolitica, religione, cronaca e attualità
FormatoStampa
FondatoreAhmad al-Subaii
Fondazione1958
Chiusura2013
SedeMecca
Tiratura25.000-30.000 copie (anni '90)
Diffusione cartaceaLocale
Sito webwww.alnadwah.com.sa
 

Al Nadwa (in arabo الندوة?, che letteralmente significa Il circolo) è stato un quotidiano in lingua araba, distribuito in Arabia Saudita tra il 1958 e il 2013.[1] La redazione e lo stabilimento tipografico si trovavano alla Mecca.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fondato nel 1958 alla Mecca[2][3] da Aḥmad al-Subayi[4], il quotidiano incorporò la precedente rivista Ḥirāʾ, che doveva il suo nome al monte Ḥirāʾ - poi chiamato Jabal al-Nur - in una caverna del quale Maometto ricevette la prima rivelazione.[5]

La pubblicazione era curata dalla Makkah Printing and Information Establishment[6], del quale Ahmad bin Saleh e Abdulaziz bin Mohieddin Khoja erano rispettivamente caporedatore[7][8] e presidente del direttivo di fabbrica[9]

Si stima che la tiratura all'inizio degli anni '90 era compresa tra 25.000 e 30.000 copie[10], crollata nel 2003 a meno di 30.000.[1] A partire da quell'anno iniziarono una serie di difficoltà finanziarie[11], che nel febbraio 2013 portarono alla chiusura del giornale a causa dei debiti pregressi non pagati.[3][12]

Sebbene i ricavi delle distribuzione fossero limitati, 'al-Nadwa godeva di uno status speciale in quanto giornale cittadino della Mecca[13], che aveva editoriali di buona qualità.[14] Inoltre, negli anni aveva acquisito la reputazione pubblica di un quotidiano filogoverativo[15] e religiosamente conservatore.[10]

Contenuto[modifica | modifica wikitesto]

Secondo le fonti diplomatiche statunitensi, al-Nadwa fu un periodico di scarsa diffusione e peso nella vita pubblica del Paese arabo[10], e, nello stesso tempo, l'unico periodico a condannare l'invasione irachena del Kuwait nel 1990, prima che il governo saudita assumesse una chiara posizione ufficiale al riguardo.
Negli anni '90, pubblicò una serie di articoli che criticavano l'attività degli estremisti, che avevano come bersaglio iniziale alcune figure islamiche non saudite come il sudanese Hasan al-Turabi[16], e in seguito furono dirette nei confronti di Safar al-Hawali e di Ayidh al-Qarni, provocando protestr di piazza. L'editorialista Yusuf Damanhuri fu rimosso dal comitato di redazione del giornale.[16]

A differenza di molti altri giornali sauditi, riportò anche l'incidente di un incendio nella scuola femminile della Mecca nel 2002, nel quale rimasero uccise quindici studentesse a seguito del rallentamento dei tentativi di soccorso da parte della mutawa, la polizia religiosa islamica.[17] Inoltre, l'allora caporedattore ʿAbd al-Raḥmān Saʿd al-ʿOrābī, impiegò alcune giornaliste per intervistare le donne della famiglia delle vittime e le studentesse sopravvissute.[17]
L'articolo riferiva apertamente le condizioni ambientali negative in cui viveva la popolazione della Mecca, riferendo nel 2007 che nelle immediate vicinanze di Grande Moschea della Mecca, l'antica via di al-Bayārī era sprovvista di elettricità, di impianti idrici e di rete fognaria.[18]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b William A. Rugh, Arab Mass Media: Newspapers, Radio, and Television in Arab Politics, Greenwood Publishing Group, 2004, p. 61, ISBN 978-0-275-98212-6.
  2. ^ Shannon E. Martin e David A. Copeland, The Function of Newspapers in Society: A Global Perspective, Westport, Praeger Publishers, 2003, ISBN 0-275-97398-0.
  3. ^ a b Aarti Nagraj, Revealed: 10 Oldest Newspapers In The GCC, in Gulf Business, 26 marzo 2013. URL consultato il 18 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2014).
  4. ^ Mahmoud Abdul Ghani Sabbagh, Modernity in Makkah: History at a glance, in Arab News, 2010.[collegamento interrotto]
  5. ^ Abdulrahman S. Shobaili, An historical and analytical study of broadcasting and press in Saudi Arabia, su etd.ohiolink.edu, Ohio State University, 1971. URL consultato il 18 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2019).
  6. ^ Makkah Printing and Information Establishment, in Gulfoo (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2014).
  7. ^ Arab media review (PDF), in Anti-defamation League, July–December 2011 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2012).
  8. ^ Arab Media Review (January-June 2012) (PDF), in Anti-Defamation League, 2012 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2013).
  9. ^ King Holds al-Safa Reception, in Saudi Press Agency, 12 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2014).
  10. ^ a b c The Saudi Press: Profiles of individual papers, in Wikileak, April 1991.
  11. ^ Muhammad Salahuddin, The Future of the Print Media, in Arab News, Al Madina, 5 ottobre 2003.
  12. ^ Al Nadwa newspaper gets shut, in Alapn, 19 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2014).
  13. ^ Tom Pierre Najem; Martin Hetherington (a cura di), Good Governance in the Middle East Oil Monarchies, New York, Routledge Courzon, 2003, p. 114. URL consultato il 18 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2019).
  14. ^ Anders Jerichow, The Saudi File: People, Power, Politics, New York, St. Martin's Press, 1998, ISBN 0-312-21520-7.
  15. ^ Al Nadwa, in World Press.
  16. ^ a b Mansoor Jassem Alshamsi, Islam and Political Reform in Saudi Arabia: The Quest for Political Change and Reform, New York, Routledge, 2011, p. 112.
  17. ^ a b Christopher Dickey e Rod Nordland, The Fire That Won't Die Out, in Newsweek, 21 luglio 2002. URL consultato il 18 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2012).
  18. ^ Mecca residents feel abandoned by Saudi government, in Khaleej Times, 14 aprile 2007 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2014).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]