Adab (gesto)

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L'Adab (in Hindustani: آداب (Nastaleeq , आदाब (Devanagari); in Bengalese: আদাব), che significa rispetto e cortesia, è un gesto della mano usato dai musulmani residente nel sud-est asiatico, ma anche da molti indù, mentre ci si salutano l'un l'altro.[1][2] È associato alla cultura indo-persiana. La parola deriva da Urdu, attraverso la parola araba Aadaab, che significa etichetta.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il gesto è nato in India come sostituto alternativo multilingue e multi religioso al saluto islamico As-salamu alaykum.

L'uso del Adab è particolarmente popolare nella città indiana di Hyderabad, dove il pluralismo religioso è stato storicamente enfatizzato."[3] Elementi fondamentalisti nella società si oppongono all'uso di "Adab" in una società interamente musulmana.

Il gesto si effettua sollevando la mano destra verso il viso con il palmo rivolto verso il corpo in modo tale che la mano sia quasi davanti agli occhi e le punte delle dita quasi al contatto con la fronte, mentre contemporaneamente si piega leggermente la parte superiore del busto.[4] È tipico per la persona che effettua questo gesto accompagnarla con la frase "adab arz hai" (Nastaleeq: آداب عرض ہے, Devanagari: आदाब अर्ज़ है), che significa "Ti offro i miei rispetti". Spesso si risponde con lo stesso gesto o con la parola "Tasleem".

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sinha, Durganand, Socialization of the Indian Child, Concept, 1981, p. 6.
    «A majority of Hyderabad Hindus greeted each other as adab arz hai and almost all backward Hindus actively participated in the Muharram festival»
  2. ^ Elst, Koenraad, Decolonizing the Hindu mind: ideological development of Hindu revivalism, Rupa & Co., 2001, p. 574, ISBN 9788171675197.
  3. ^ Basit, Abdul, The Global Muslim Community at a Crossroads: Understanding Religious Beliefs, Practices, and Infighting to End the Conflict, ABC-CLIO, 2012, p. 61, ISBN 9780313396977.
  4. ^ (EN) Vijay Gambhir, The Teaching and Acquisition of South Asian Languages, University of Pennsylvania Press, 1995, ISBN 0-8122-3328-X. URL consultato il 20 settembre 2018.