Æthelric II

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Æthelric II (... – circa 1076) è stato un vescovo cattolico inglese.

Æthelric II
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Selsey
 
Consacrato vescovo1058
Decedutocirca 1076
 

Fu il penultimo vescovo della diocesi inglese di Selsey in epoca medievale prima che la sede fosse trasferita a Chichester. È conosciuto con il nome di Æthelric II per distinguerlo da un precedente vescovo Æthelric della stessa diocesi.[1] Consacrato vescovo nel 1058, fu deposto nel 1070 per ragioni sconosciute e quindi imprigionato dal re Guglielmo I d'Inghilterra. Era considerato uno dei maggiori esperti di diritto del suo tempo, e fu persino trasferito dalla sua prigione per partecipare al processo di Penenden Heath e testimoniare sulla legge inglese vigente prima della conquista normanna dell'Inghilterra.

Giovinezza e consacrazione a vescovo[modifica | modifica wikitesto]

Prima di diventare vescovo, Æthelric era monaco del Christ Church Priory a Canterbury.[2] Alcuni storici ritengono che potrebbe essere stato lo stesso Æthelric che era monaco a Canterbury e parente di Godwin, conte di Wessex. Quell'Æthelric fu eletto dai canonici della Cattedrale arcivescovo di Canterbury nel 1050, ma non fu confermato dal re Edoardo il Confessore, che invece insistette affinché diventasse arcivescovo Roberto di Jumièges.[3][4] L'omonimia non è da sola una prova, perché il nome era relativamente comune nell'Inghilterra anglosassone. Altre prove a favore della possibilità che fossero la stessa persona includono sia il fatto che si riteneva che fosse stato ingiustamente deposto nel 1070 sia l'età avanzata del vescovo nel 1076.[5]

A differenza della maggior parte dei vescovi inglesi dello stesso periodo, Æthelric fu consacrato vescovo nel 1058 da Stigand, arcivescovo di Canterbury,[6] perché in quel momento quest'ultimo possedeva validamente il pallio, simbolo del potere metropolitico e dell'autorità di consacrare vescovi.[5]

Ritenuto uomo molto dotto, fu consultato dallo scrittore Eadmero per avere informazioni utili alla stesura de La vita di San Dunstano.[5]

Deposizione[modifica | modifica wikitesto]

Æthelric fu deposto dal Concilio di Windsor il 24 maggio 1070[6] e imprigionato a Marlborough senza che ne fosse data una motivazione. Fu sostituito da Stigand (da non confondere con l'omonimo arcivescovo di Canterbury), che in seguito trasferì la sede della diocesi a Chichester. È possibile che la sua deposizione sia legata al fatto che in quel periodo la madre e la sorella del defunto re Aroldo si erano rifugiate presso il conte delle Fiandre: se Æthelric fosse stato imparentato con i Godwin, re Guglielmo potrebbe aver temuto che il vescovo avrebbe potuto usare la sua diocesi come base di una ribellione.[5] Altre ragioni ipotizzate includono il fatto che Æthelric era stato consacrato da Stigand, tuttavia l'altro vescovo consacrato dallo stesso arcivescovo, cioè il vescovo di Rochester Siward, non fu deposto.[5] In ogni caso va tenuto conto che Æthelric era un monaco e, pur non avendo una grande reputazione di santità, non era nemmeno ritenuto immorale.[7] Papa Alessandro II ritenne che la sua deposizione non fosse avvenuta in modo canonico,[8] e nell'autunno dell'anno seguente diede disposizione a re Guglielmo di reintegrarlo nella carica mentre l'arcivescovo Lanfranco di Canterbury avrebbe esaminato il caso.[9][10][11] Tale disposizione però fu ignorata e la deposizione fu confermata al Concilio di Winchester il 1º aprile 1076;[6] anche questa deposizione fu considerata non canonica, ma Æthelric non fu reintegrato nella carica.[12]

Penenden Heath e gli ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Æthelric fu trasportato dalla prigione al processo di Penenden Heath contro Oddone di Bayeux, conte di Kent .[13] I fatti si svolsero tra il 1072 e il 1076.[14] Æthelric era il maggiore giurista inglese dell'epoca,[7][13] e la sua testimonianza fu necessaria per illustrare le leggi fondiarie anglosassoni, in quanto il processo riguardava il tentativo di Lanfranco di Canterbury di riavere delle terre da Oddone.[15]

Presumibilmente Æthelric morì poco dopo il processo, poiché era già vecchio quando vi prese parte.[16]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Handbook of British chronology, collana Guides and handbooks, 3rd ed., Repr. with corrections; Repr, Cambridge University Press, 2003, ISBN 978-0-521-56350-5.
  2. ^ Frank Barlow, Edward [St Edward; known as Edward the Confessor] (1003x5–1066), king of England, collana Oxford Dictionary of National Biography, Oxford University Press, 23 settembre 2004, p. 198.
  3. ^ Frank Barlow, The Godwins, 16 agosto 2013, p. 56.
  4. ^ (EN) Emma Mason, House of Godwine: The History of Dynasty, London, Hambledon & London, 2004, p. 93.
  5. ^ a b c d e Ian W. Walker, Harold: the last Anglo-Saxon King, 2010, p. 95, ISBN 978-0-7509-3763-4.
  6. ^ a b c Greenway, Chichester: Bishops, in Fasti Ecclesiae Anglicanae 1066-1300, vol. 5. URL consultato il 17 gennaio 2024.
  7. ^ a b Pauline Stafford, Unification and conquest: a political and social history of England in the tenth and eleventh centuries, Edward Arnold, 1989, p. 107, ISBN 978-0-7131-6532-6.
  8. ^ Frank M. Stenton, Anglo-Saxon England, collana The Oxford history of England / ed. by George Clark, Clarendon Pr, 1988, p. 661, ISBN 978-0-19-821716-9.
  9. ^ Cambridge, Corpus Christi College, MS 298: Laurence Wade OSB, Life of Becket. Canterbury Documents, p. 490.
  10. ^ (EN) Cecily Clark, The Thorney Liber Vitae: London, British Library, Additional Ms 40,000, Fols 1-12r : Edition, Facsimile and Study, Boydell & Brewer, 2015, ISBN 978-1-78327-010-1.
  11. ^ (EN) Everett U. Crosby, Bishop and Chapter in Twelfth-Century England: A Study of the 'Mensa Episcopalis', Cambridge University Press, 2003, ISBN 978-0-521-52184-0.
  12. ^ Ann Williams, The English and the Norman conquest, Repr, Boydell, 1997, p. 46, ISBN 978-0-85115-588-3.
  13. ^ a b Geoffrey Hindley, A brief history of the Anglo-Saxons, Robinson, 2006, p. 347, ISBN 978-1-84529-161-7.
  14. ^ (EN) Bruce O'Brien, Forgery and the Literacy of the Early Common Law, in Albion, vol. 27, n. 1, 1995-04, p. 10, DOI:10.2307/4052668. URL consultato il 16 gennaio 2024.
  15. ^ (EN) Bryce Lyon e Bryce Dale Lyon, A constitutional and legal history of medieval England, 2. ed, Norton, 1980, p. 182, ISBN 978-0-393-95132-5.
  16. ^ David Bates, William the Conqueror, Yale University Press, 2017, p. 153, ISBN 978-0-300-11875-9.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • David Bates, William the Conqueror, Yale University Press, 2017, ISBN 978-0-300-11875-9.
  • Pauline Stafford, Unification and conquest: a political and social history of England in the tenth and eleventh centuries, Edward Arnold, 1989, ISBN 978-0-7131-6532-6.
  • Frank M. Stenton, Anglo-Saxon England, collana The Oxford history of England / ed. by George Clark, Clarendon Pr, 1988, ISBN 978-0-19-821716-9. 

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Selsey Successore
Heca 1058-1070 Stigand