Bartolomeo Arrigoni: differenze tra le versioni
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Versione delle 22:54, 19 nov 2015
Bartolomeo Giovanni Arrigoni | |
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Nascita | Cavenago, 30 gennaio 1890 |
Morte | Aldeno, 4 agosto 1918 |
Cause della morte | caduto in combattimento |
Luogo di sepoltura | cimitero di Bergamo |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria Artiglieria |
Corpo | Corpo Aeronautico |
Specialità | Caccia |
Reparto | 75ª Squadriglia caccia 72ª Squadriglia caccia |
Grado | Sergente pilota |
Guerre | Prima guerra mondiale |
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Bartolomeo Giovanni Arrigoni (Cavenago, 30 gennaio 1890 – Aldeno, 4 agosto 1918) è stato un aviatore e militare italiano., Pluridecorato Asso dell'aviazione da caccia, è accreditato di 7 abbattimenti durante la prima guerra mondiale,[1] ma nel dopoguerra la Commissione Bongiovanni, incaricata di esaminare le vittorie dei piloti italiani, ne confermò solo quattro.
Biografia
Nato a Cavenago (Provincia di Bergamo]])[1] il 30 gennaio 1890, presentò domanda volontaria per anticipare il servizio militare di leva al compimento dei diciotto anni di età.[2] Il 1 dicembre 1908 fu arruolato nel Regio Esercito, assegnato all'8º Reggimento fanteria di stanza a Milano. Congedatosi, con il grado di sergente, il 30 novembre 1909, fu richiamato sotto le armi il 26 settembre 1911, venendo assegnato il 28 novembre successivo al 7º Reggimento fanteria[3] in qualità di complemento del Corpo d'Armata mobilitato per la Guerra italo-turca.[4] Il 2 dicembre si imbarcò a Napoli per raggingere la Tripolitania e la Cirenaica, rientrando in Patria il 6 maggio 1912 per essere nuovamente congedato. In vista dell'entrata in guerra dell'Italia fu richiamato in servizio attivo il 4 marzo 1915, partendo per la zona di operazioni il 24 maggio seguente.[3] Transitato in artiglieria in qualità di motociclista portaordini, si appassionò al mondo dell'aviazione.[3] Il 1 settembre 1916 divenne allievo pilota di aeroplani, volando inizialemnte su velivoli Blériot XI, passando successivamente a volare sui caccia Nieuport Ni.11[1] il 1 novembre seguente. Prestò servizio nella 75ª e nella 72ª Squadriglia caccia, abbattendo il suo primo aereo nemico su Ranziano il 2 febbraio 1917. Conseguì una doppietta[5] il 13 aprile, la quarta vittoria il 16 aprile, la quinta il 24 aprile[6] e la sesta il 24 maggio ad est di Gorizia.[1] Il 1 novembre 1917 passò a pilotare gli SVA, inquadrato nella 1ª Sezione autonoma SVA[1] della 75ª Squadriglia caccia. Compì numerose missioni di ricognizione fotografica, di scorta ai bombardieri e di bombardamento. Il 18 novembre, per proteggere due aerei da ricognizione in fase di rientro alle linee italiane, ingaggiò combattimento contro cinque caccia nemici, riportando l'aereo alla base.[7] Con l'aereo era in fiamme capottò durante l'atterraggio a Villaverla,[7] ma rimase miracolosamente illeso.[8] Il 4 gennaio 1918 prese parte al bombardamento di Bolzano[9] Il 20 febbraio partecipò al bombardamento di Innsbruck[1] in forza alla squadriglia[10] comandata dal Cap. Natale Palli, effettuato in rappresaglia dei bombardamenti di alcune città del Veneto.[11] Il 4 agosto,[12] durante un volo di ricognizione fotografica del campo d'aviazione austriaco di Romagnano, sito nelle vicinanze di Trento, impegnò combattimento con quattro aerei nemici. Ne abbatte uno, conseguendo la setima vittoria,[1] nella zona di Aldeno, ma fu a sua volta abbattuto rimanendo ucciso.[13] Sepolta inizialmente nel cimitero di Aldeno, a guerra conclusa la salma fu traslata il 6 novembre 1921 a Bergamo insieme a quelle di altri caduti bergamaschi. Alla sua memoria gli è stato intitolato l'aeroporto militare di Sarzana-Luni.[14]
Onorificenze
Onorificenze italiane
— Cielo di Rubbia, 24 aprile 1917.
— Cielo di Gorizia e del Medio Isonzo, novembre 1916 - 25 maggio 1917.
— Cielo del Trentino, 4 agosto 1918.
— Cielo di Innsbruck, 20 febbraio 1918.
Onorificenze estere
Note
- ^ a b c d e f g Nel Cielo, settembre 1918, p. 181
- ^ Voleva dedicarsi il prima possibile all'azienda della sua promessa sposa, Elena Zanchi. Si trattava di una filanda di seta sita in Borgo Palazzo, lungo il torrente Morla.
- ^ a b c Baggi 2013, p. 11
- ^ Lo scoppio delle ostilità avvenne il 29 novembre 1911.
- ^ Abbatte due aerei nemici in circa venti minuti.
- ^ Il quarto velivolo fu abbattuto su Ternova, mentre il quinto su Rubbia.
- ^ a b Varriale 2012, p. 57
- ^ Per questo fatto ricevette un Encomio solenne dal Comando superiore dell'Aeronautica.
- ^ per la sua partecipazione ricevette un secondo Encomio solenne dal Comando superiore dell'Aeronautica.
- ^ Composta dai velivoli di Palli, Arrigoni, del Cap. Giulio Palma di Cesnola, e del Ten. Giorgio Orsini.
- ^ Nel Cielo, marzo 1918, p. 38
- ^ Feindliche Verluste : Durch Flieger am 4/8 ein Savoja - Verduccio (Fotoeinsitzer) von Oberleutenant Franz PETER der Flik 3/J [=Fliegerkompanie] mit Apparat 25305 südlich Aldeno im Etschtal abgeschossen. Apparat zertrümmert, Pilot Sergente ARRIGHIONI (sic) tot (Herzschuss). (Oblt. Peter 3. Luftsieg). Die Leiche des Piloten nach dem Absturz noch identifiziert werden konnte.
- ^ Varriale 2012, p. 95
- ^ Dina Tamiozzo, Quando a Sovizzo si Volava, Il Giornale di vicenza, 17 luglio 2013.
Bibliografia
- Roberto Gentili, Paolo Varriale, I reparti dell'Aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1999.
- Paolo Magionami, Quei temerari sulle macchine volanti: Piccola storia del volo e dei suoi avventurosi interpreti, Milano, Springer-Verlag Italia, 2010, ISBN 8-84701-590-1.
- (EN) Paolo Varriale, Austro Ungarian Albatros Aces of World War 1, Botley, Osprey Publishing Company, 2012, ISBN 978-1-84908-747-6.
Periodici
- Marco Baggi, Un'impresa in cielo per rendere omaggio al nemico abbattuto, in Corriere della Sera, Milano, 10 dicembre 2013, p. 11.
- Nortizie varie, in Nel Cielo, n. 3, Vicenza, marzo 1918, p. 38.
- Bartolomeo Arrigoni, in Nel Cielo, n. 12, Vicenza, 12 settembre 1918, p. 38.
- Dina Tamiozzo, Quando a Sovizzo si volava, in Il Giornale di Vicenza, n. 6, Vicenza, 15 luglio 2013, p. 2.