Ignimbrite campana: differenze tra le versioni

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L<nowiki>'</nowiki>'''eruzione dell'ignimbrite campana''' è la maggiore [[eruzione vulcanica]] nel [[Europa|continente europeo]] degli ultimi 200.000 anni.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Alejandro|cognome=Marti|data=2016-02-17|titolo=Reconstructing the plinian and co-ignimbrite sources of large volcanic eruptions: A novel approach for the Campanian Ignimbrite|rivista=Scientific Reports|volume=6|numero=1|lingua=En|accesso=2018-03-14|doi=10.1038/srep21220|url=http://www.nature.com/articles/srep21220|nome2=Arnau|cognome2=Folch|nome3=Antonio|cognome3=Costa}}</ref>
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Una localizzazione dell'eruzione proposta da diversi studi<ref>Rosi, M., Vezzoli, L., Aleotti, P., De Censi, M. 1996. Interaction between Caldera collapse and eruptive dynamics during the Campanian Ignimbrite eruption, Phlegrean Fields, Italy. Bullettin of Volcanology 57, 541-554.</ref><ref>Barberi F., Cassano, E., La Torre, P., Sbrana, A. 1991. Structural evolution of Campi Flegrei Caldera in light of volcanological and geophysical data. Journal of Volcanology and Geothermal Research 48 (1/2), 33-49</ref><ref name="Fisher">Fisher, R.V., Orsi, G., Ort, M., Heiken, G. 1993. Mobility of a large-volume pyroclastic flow — emplacement of the Campanian ignimbrite, Italy. Journal of Volcanology and Geothermal Research 56, 205-220.</ref><ref name=":0">Orsi, G., De Vita, S., di Vito, M. 1996. The restless, resurgent Campi Flegrei nested caldera (ltaly): constraints on its evolution and configuration. Journal of Volcanology and Geothermal Research 74, 179-214.</ref><ref name="Ort">Ort, M., Rosi, M., Anderson, C.A. 1999. Correlation of deposits and vent locations of the proximal Campanian Ignimbrite deposits, Campi Flegrei, Italy, based on natural remanent magnetization and anisotropy of magnetic susceptibility characteristics. Journal of Volcanology and Geothermal Research 91, 167-178</ref><ref>Ort, M., Orsi, G., Pappalardo, L., Fisher, R.V. 2003. Anisotropy of magnetic susceptibility studies of depositional processes in the Campanian Ignimbrite, Italy. Bulletin of Volcanology 65. 55-72.</ref><ref name="Pappalardo">Pappalardo, L., Civetta, L., De Vita, S., Di Vito, M.A., Orsi, G., Carandente, A., Fisher, R.V. 2002. Timing of magma extraction during the Campanian Ignimbrite eruption (Campi Flegrei caldera). Journal of Volcanology and Geothermal Research 114, 479-497.</ref> è centrata nei [[Campi Flegrei]], seguita dal collasso della [[caldera]].
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I depositi dell'IC coprono un'area di 30000 Km2 con 150 Km3 in DRE composti da magma da trachitico a fonolitico-trachitico.<ref name=":0" />
I depositi dell'IC coprono un'area di 30000 Km2 con 150 Km3 in DRE composti da magma da trachitico a fonolitico-trachitico.<ref name=":0" />

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Nell'area intermedia e distale dall'epicentro presunto dell'eruzione, cioè nella piana campana e nelle aree limitrofe la sequenza deposizionale dell'IC è formata da depositi basali di fallout pliniano (Pomici Basali), contenenti pomici vesciculate, che vengono sovrapposte dalle unità di depositi piroclastici.
Nell'area intermedia e distale dall'epicentro presunto dell'eruzione, cioè nella piana campana e nelle aree limitrofe la sequenza deposizionale dell'IC è formata da depositi basali di fallout pliniano (Pomici Basali), contenenti pomici vesciculate, che vengono sovrapposte dalle unità di depositi piroclastici.

Versione delle 19:50, 28 nov 2020


Eruzione dell'ignimbrite campana
Immagine satellitare attuale dell'area della caldera
Vulcanocaldera campana
StatoItalia
Eventi correlatiterremoto, eruzione esplosiva di pomici e lapilli, maremoto, colata di lava, lahar, colata di fango terminale
Prima fase eruttiva39.300 anni fa
Metri cubi30.000 Km2

L'eruzione dell'ignimbrite campana è la maggiore eruzione vulcanica nel continente europeo degli ultimi 200.000 anni.[1]

Una localizzazione dell'eruzione proposta da diversi studi[2][3][4][5][6][7][8] è centrata nei Campi Flegrei, seguita dal collasso della caldera.

Un'altra interpretazione considera una eruzione fissurale lungo il sistema di faglie ortogonali che determinano i graben adiacenti della depressione di Acerra (a nord del Vesuvio) e del golfo di Napoli[9] [10].

I depositi dell'IC coprono un'area di 30000 Km2 con 150 Km3 in DRE composti da magma da trachitico a fonolitico-trachitico.[5]

L'Indice di esplosività vulcanica è stimato a 7, ultra-pliniana[11].

Nell'area intermedia e distale dall'epicentro presunto dell'eruzione, cioè nella piana campana e nelle aree limitrofe la sequenza deposizionale dell'IC è formata da depositi basali di fallout pliniano (Pomici Basali), contenenti pomici vesciculate, che vengono sovrapposte dalle unità di depositi piroclastici.

Queste rappresentano le due fasi dell'eruzione della IC che iniziò con una nube colonnare ultra pliniana[12] seguite da correnti piroclastiche variabili, che, espandendosi radialmente dalla colonna pliniana, furono in grado di sormontare rilievi di oltre 1500m slm e depositare colate piroclastiche fino ad 80 km di distanza dalla fonte eruttiva.[4]

L'eruzione era sostenuta da una camera di magma trachitico formata da due tipi di magma, separati da un gap composizionale,lo strato superiore più evoluto ed omogeneo e quello inferiore meno evoluto e zonato.[13][12][8][14]

Durante la fase principale dell'eruzione i due strati vennero espulsi dalla camera magmatica sia separatamente che insieme, generando depositi chimicamente differenti.

Le unità ignibritiche sono formate da tufi grigiasti parzialmente fusi (Tufo Grigio) o da tufi giallastri litificati in zeoliti (Tufo Giallo).

Nell'area prossimale l'IC comprende delle ignibriti notevolmente fuse (Piperno) e depositi di breccia litificata (Breccia litificata)[15][16][6].

Tutta la vasta area coperta dal fallout dell'eruzione l'IC è un marker stratigrafico importante e ben individuabile grazie agli studi che, al di là delle incertezze sul tipo di evento, hanno ben definito la dimensione e l'estensione del fenomeno[17][18]. l'IC è stata una delle maggiori eruzioni esplosive del tardo Quaternario e i suoi prodotti sono i più estesi nell'area mediterranea degli ultimi 200000 anni. Nei sedimenti marini la IC è rappresentata da uno strato estremamente diffuso di depositi tefritici, definiti nella stratigrafia marina del mediterraneo occidentale come Y5e C-13 nel Tirreno e nell'Adriatico [19] .

Considerando le varie fasi dell'eruzione, combinando i volumi dell'ignibrite e dei depositi di ceneri distali, si stima un volume di 300 km3 DRE (dense-rock equivalent, volume equivalente di roccia ).[20]

La stima dell'età dell'eruzione è ottenuta da dati radiometrici e non radiometrici. L'età radiometrica stimata è di 39395±51 yr B.P., determinata con la datazione argon-argon([20]).

L'eruzione fissurale

L'area interessata dalla IC è rappresentata dalla pianura campana, una regione estesa per circa 80 per 30 km confinata dal monte Massico a nord, dalla catena appenninica ad est, il mare Tirreno ad ovest e a sud dalla golfo di Napoli che ha subito un'estesa subsidenza durante il Quaternario.[10]

Quest'area (denominata Campanian Volcanic Zone, zona vulcanica campana, CVZ) è stata interessata da un'intensa attività vulcanica negli ultimo 600000 anni, con tre fasi eruttive trachitiche negli ultimi 300000 anni (289–246 ka , 157 ka and 106 ka) intersecate da ingressioni marine dovute a episodi di subsidenza e sollevamento dovuti al vulcanismo e all'azione delle forze tettoniche.[10] L'eruzione ignibritica, definita IC, con il volume effuso più grande avvenuta all'interno della CVZ, 310 Km3 DRE, è avvenuta 39000 anni fa.[10]


L'IC eruttò attraverso un sistema di faglie preesistente, orientate NE–SW, NW–SE ed E–W, che si era formata durante l'orgenesi appenninica, localizzata in corrispondenza dell'attuale depressione di Acerra (una vasta depressione, un graben, della piattaforma carbonatica, rilevabile con la modellazione delle velocità di propagazione onde sismiche ), a nord del Vesuvio[10] e del graben del golfo di Napoli, dove le perforazioni hanno rilevato lo spessore massimo dei depositi dell'IC.[10]

Il sistema di faglie comprende quelle orientate NE–SW trascorrenti, dovute al differente rateo di apertura del bacino del Tirreno, da nord a sud, e quelle E–W dovute alla subsidenza del bacino stesso.[10] Il sistema di faglie ortogonali ha consentito la risalita di basalto fuso e la genesi del fuso trachitico alla base del graben.[10]

L'eruzione della caldera

Altri lavori indicano come la struttura della caldera sia un elemento ricorrente del vulcanismo nell'area, sia per l'IG (37 ka) sia per l'eruzione del tufo giallo (12 ka).[5] Individuando due caldere, una all'interno dell'altra, come sorgenti degli ultimi due grandi eventi eruttivi.[5]

La caldera che ha dato origine all'IC si estende dai Campi Flegrei, l'area urbana di Napoli, la baia di Pozzuoli e la parte nord-occidentale del golfo di Napoli.[5]

Tra 18Ka e 14 Ka fa, l'abbassamento Würmiano del livello del mare ha portato al seppellimento delle parti sommerse della caldera ed all'intensa erosione dei bordi rimasti al di sopra del livello del mare.[5]

La stratigrafia dell'IC

Nell'area si sovrappongono due fondamentali eventi, la IC datata 39Ka e l'eruzione del tufo giallo napoletano (TGN) di 12 Ka fa.[10]

I prodotti dell'IC formano due unità stratigrafiche, quella inferiore, costituita da Tufo Grigio Campano (un tufo che mostra livelli di fusione variabili) ed una superiore, comunemente gialla e localmente rosa-rossastro.[10] Le due unità sono separate da un livello di erosione e non mostrano la stessa sequenza di raffreddamento, ma le loro età sono analiticamente indistinguibili, portando all'interpretazione di due eventi ignimbritici distinti ma avvenuti in rapida successione.[10]

Note

  1. ^ (EN) Alejandro Marti, Arnau Folch e Antonio Costa, Reconstructing the plinian and co-ignimbrite sources of large volcanic eruptions: A novel approach for the Campanian Ignimbrite, in Scientific Reports, vol. 6, n. 1, 17 febbraio 2016, DOI:10.1038/srep21220. URL consultato il 14 marzo 2018.
  2. ^ Rosi, M., Vezzoli, L., Aleotti, P., De Censi, M. 1996. Interaction between Caldera collapse and eruptive dynamics during the Campanian Ignimbrite eruption, Phlegrean Fields, Italy. Bullettin of Volcanology 57, 541-554.
  3. ^ Barberi F., Cassano, E., La Torre, P., Sbrana, A. 1991. Structural evolution of Campi Flegrei Caldera in light of volcanological and geophysical data. Journal of Volcanology and Geothermal Research 48 (1/2), 33-49
  4. ^ a b Fisher, R.V., Orsi, G., Ort, M., Heiken, G. 1993. Mobility of a large-volume pyroclastic flow — emplacement of the Campanian ignimbrite, Italy. Journal of Volcanology and Geothermal Research 56, 205-220.
  5. ^ a b c d e f Orsi, G., De Vita, S., di Vito, M. 1996. The restless, resurgent Campi Flegrei nested caldera (ltaly): constraints on its evolution and configuration. Journal of Volcanology and Geothermal Research 74, 179-214.
  6. ^ a b Ort, M., Rosi, M., Anderson, C.A. 1999. Correlation of deposits and vent locations of the proximal Campanian Ignimbrite deposits, Campi Flegrei, Italy, based on natural remanent magnetization and anisotropy of magnetic susceptibility characteristics. Journal of Volcanology and Geothermal Research 91, 167-178
  7. ^ Ort, M., Orsi, G., Pappalardo, L., Fisher, R.V. 2003. Anisotropy of magnetic susceptibility studies of depositional processes in the Campanian Ignimbrite, Italy. Bulletin of Volcanology 65. 55-72.
  8. ^ a b Pappalardo, L., Civetta, L., De Vita, S., Di Vito, M.A., Orsi, G., Carandente, A., Fisher, R.V. 2002. Timing of magma extraction during the Campanian Ignimbrite eruption (Campi Flegrei caldera). Journal of Volcanology and Geothermal Research 114, 479-497.
  9. ^ De Vivo, B., Rolandi, G., Gans, P.B., Calvert, A., Bohrson, W.A., Spera, F.J., Belkin, H.E. 2001. New constraints on the pyroclastic eruptive history of the Campanian volcanic Plain (Italy). Mineralogy and Petrology 73, 47-65.
  10. ^ a b c d e f g h i j k Rolandi, G., Bellucci, F., Heizler, M.T., Belkin, H.E., De Vivo, B. 2003. Tectonic controls on the genesis of ignimbrites from the Campanian Volcanic Zone, southern Italy. Mineralogy and Petrology 79, 3-31.
  11. ^ (English) Aurora Silleni, Guido Giordano e Roberto Isaia, The Magnitude of the 39.8 ka Campanian Ignimbrite Eruption, Italy: Method, Uncertainties and Errors, in Frontiers in Earth Science, vol. 8, 2020, DOI:10.3389/feart.2020.543399. URL consultato il 28 novembre 2020. Lingua sconosciuta: English (aiuto)
  12. ^ a b Rosi, M., Vezzoli, L., Castelmenzano, A., Greco, G. 1999. Plinian pumice fall deposit of the Campanian Ignimbrite eruption (Phlegraean Fields, Italy). Journal of Volcanology and Geothermal Research 91, 179-198
  13. ^ Civetta, L., Orsi, G., Pappalardo, L., Fisher R.V., Heiken, G., Ort, M. 1997. Geochemical zoning, mingling, eruptive dynamics and depositional processes – the Campanian Ignimbrite, Campi Flegrei caldera, Italy. Journal of Volcanology and Geothermal Research 75, 183-219.
  14. ^ Melluso, L., Morra, V., Perrotta, A., Scarpati, C., Adabbo, M. 1995. The eruption of Breccia Museo (Campi Flegrei, Italy): Fractional crystallization processes in a shallow, zoned magma chamber and implications for the eruptive dynamics. Journal of Volcanology and Geothermal Research 68, 325-339.
  15. ^ Di Girolamo, P., Ghiara, M.R., Lirer, L., Munno, R., Rolandi, G., Stanzione, D. 1984. Vulcanologia e petrologia dei Campi Flegrei. Boll. Soc. Geol. It. 103, 349-413. , 1984
  16. ^ Rosi, M. Sbrana, A. 1987. The Phlegraean Fields, Quaderni de ‘La ricerca Scientifica’ 114, Rome: Consiglio Nazionale delle Ricerche.
  17. ^ Barberi, F., Innocenti, F., Lirer, L. Munno, R., Pescatore, T.S., Santacroce, R. 1978. The Campanian Ignimbrite: a major prehistoric eruption in the Neapolitan area (Italy). Bulletin of Volcanology 41,10-22.
  18. ^ Fedele, F.G., Giaccio, B., Isaia, R., Orsi, G. 2003. The Campanian Ignimbrite eruption, Heinrich event 4 and the Palaeolithic change in Europe: a high-resolution investigation. In A. 153Robock and C. Oppenheimer (eds.) “Volcanism and Earth's Atmosphere”. Geophysical Monograph 139, 301-325. Washington, USA: AGU 2003.
  19. ^ Thunnel, R., Federman, A., Sparks, S., Williams, D. 1979. The origin and volcanological significance of the Y-5 ash layer in the Mediterranean. Quaternary Research 12, 241-253.
  20. ^ a b De Vivo, B., Rolandi, G., Gans, P.B., Calvert, A., Bohrson, W.A., Spera, F.J., Belkin, H.E. 2001. New constraints on the pyroclastic eruptive history of the Campanian volcanic Plain (Italy). Mineralogy and Petrology 73, 47-65.

Bibliografia