Đura Jakšić

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Autoritratto eseguito nel 1858

Đura Jakšić, pseudonimo di Georgije Jakšić (Srpska Crnja, 27 luglio 1832Belgrado, 16 novembre 1878), è stato uno scrittore e pittore serbo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Durante la sua carriera, Jakšić rivolse le sue attenzioni soprattutto a due attività: la pittura e la letteratura.[1]

Da giovane si avvicinò all'arte ed abbandonò gli studi commerciali per frequentare dapprima corsi di pittura in Ungheria ed in Romania, e successivamente per dedicarsi come professionista a questa arte, diventando uno dei più importanti rappresentanti del periodo pittorico romantico.[1]

Nel 1848 si iscrisse all' Accademia delle Arti a Budapest e si perfezionò a Belgrado, a Vienna ed a Monaco di Baviera dove, per un breve periodo, alternò il mestiere di insegnante di disegno alla vita da bohemien ed all'attività pittorica.[2]

I prodotti della sua maestria artistica si trovano presso i luoghi di culto o in collezioni private.[1]

Busto di Đura Jakšić situato al Kalemegdan di Belgrado

Come letterato, Jakšić scrisse prevalentemente poesie (circa centocinquanta), racconti (quaranta) e drammi (tre).

Le sue liriche si caratterizzarono per i contenuti tendenti al pessimismo, a tematiche sociali e patriottiche, all'esaltazione della libertà politica e della ribellione alle tradizioni, alla descrizione della natura.[3]

Il pessimismo di Jakšić fu motivato sia dalle sue condizioni sociali e relazionali problematiche, sia dallo scarso entusiasmo che provava nei confronti del mondo circostante e della situazione politica serba.[1][4]

Tra i suoi modelli di riferimento letterario si possono citare George Gordon Byron e Jovan Jovanović Zmaj, ed il suo stile si dimostrò vicino al Romanticismo,[5] seppur non privo di caratteri realistici e naturalistici.[1][6] La sua opera poetica più significativa risultò Prve žrtve (Le prime vittime), ispirata alle memorie del religioso Matej Nenadović.

I suoi racconti più apprezzati furono Pripovetke (Novelle, 1876), imperniato su tematiche sociali e scritto con stile realistico, Komadič svajcarskog sira (Un pezzetto di formaggio svizzero), Pismo pokojnoj cenzuri... (Una lettera alla defunta censura...) e Ciča Tima (Zio Tima), impreziositi da elementi satirici e umoristici. Tutti i suoi racconti evidenziarono una profonda ed arguta indagine psicologica dell'uomo, della società e dell'evoluzione storica.[7]

Infine sono da ricordare i drammi Seoba Srbalja (La migrazione dei serbi, 1863), Jelisaveta kneginja cronogorska (Jelisaveta principessa di Montenegro, 1868) e Stanoje Glavaš (1878), basati su argomenti storici slavi e balcanici.[3]

Opere (pittura)[modifica | modifica wikitesto]

Le seguenti opere sono conservate al Museo nazionale di Serbia a Belgrado:

  • Autoritratto Đura Jakšić;
  • Battaglia di Montenegro;
  • Kosovo;
  • Orologio notturno (Nocna straza);
  • L'omicidio di Karađorđe Petrović (Ubistvo Karađorđa);
  • Strahinja Banović;
  • Knez Lazar Hrebeljanović;
  • Donna in blu (Devojka u plavom);
  • Ritratto di Director Ćirić;
  • Car Dušan;
  • Knaz Milan Obrenović IV;
  • La rivolta di Takovski (Takovski ustanak).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e le muse, VI, Novara, De Agostini, 1964, p. 33.
  2. ^ Biografija Đure Jakšića (biografia nel sito Poezija noći), su poezijanoci.com. URL consultato il 24 settembre 2016.
  3. ^ a b Jakšić, Ðura, in Sapere.it, De Agostini. URL consultato il 24 settembre 2016.
  4. ^ Jakšić, Đura, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 24 settembre 2016.
  5. ^ Serbian literature (nel sito dell'Encyclopædia Britannica), su britannica.com. URL consultato il 24 settembre 2016.
  6. ^ Đure Jakšića (1832—1878) (biografia nel sito riznicasrpska.net), su riznicasrpska.net. URL consultato il 24 settembre 2016.
  7. ^ Biografija Đure Jakšića (biografia nel sito Opusteno) [collegamento interrotto], su opusteno.rs. URL consultato il 24 settembre 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Jakšić Djuro, in Österreichisches Biographisches Lexikon 1815–1950 (ÖBL), III, Vienna, Verlag der Österreichischen Akademie der Wissenschaften, 1965, p. 67.
  • (SR) Jovan Skerlić, Istorija Nove Srpske Književnosti/History, Belgrado, 1921.

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