Wikipedia:Bar/Discussioni/Le curatele e gli articoli sono enciclopedici?

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Le curatele e gli articoli sono enciclopedici?


Ciao ragazzi,

è una discussione che avevamo già affrontato in passato (su uno scrittore di fantascienza e in altri casi). La tendenza era stata, a quanto mi ricordo, quella di considerare non enciclopedici gli articoli né le curalete ("a cura di"), anche perchè si tratta in genere del normale lavoro di uno studioso, e renderebbe chilometrica una biografia, con una paginata abbbondante composta semplicemente da una lista (pensate a Umberto Eco, a Einaudi, a Pasolini, ma anche Travaglio, avremmo pagine dedicate solo a quello che hanno pubblicato.....). In generale questo fatto è ribadito anche in WP:RILIEVO, le liste non devono eccedere in specificità.

La riflessione è nata trovandomi di fronte alla voce Andrea Lanza. La cui rilevanza è a mio parere un po' forzosamente ribadita non tanto con fonti autorevoli ma con l'aggiunta di una lista di semplici articoli e curatele. Ora, a mio parere, e leggendo le linee guida, gli articoli e le curatele sono enciclopedici solo in casi eccezionali di particolare rilevanza fontata. Ci troviamo spesso di fronte a biografie più o meno promozionali (nel senso wikipediano) nelle quali nelle liste di pubblicazioni lasciamo solo i libri pubblicati, ed è una prassi lasciare solo quelli, proprio perchè sia più chiara la rilevanza editoriale del soggetto e non sia confusa da semplici curatele o addirittura articoli pubblicati.

Qual è la vostra opinione in merito a queste liste (in linea generale e sulla voce di cui sopra, se volete)? Sono enciclopedici gli articoli e le curatele tanto da meritare d'essere elencati in una lista a fondo pagina in voce?

Grazie! --Lucas 07:55, 20 giu 2012 (CEST)[rispondi]

Articoli occasionali no non lo sono, ma la cura editoriale continuativa per diversi anni di una rivista per me è un'attività enciclopedica.--Moroboshi scrivimi 13:01, 20 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Curatele sono attività routinaria. Anche se fa parte delle attività normali, essere "editor" di una rivista significativa è qualcosa che citerei, nel corpo della voce. Ma le curatele sono altra cosa. Pubblicazioni? Attività standard. Però ci sono pubblicazioni rilevanti, che valgono ben più di un libro. Faccio un esempio: [1] (1682 citazioni riportate da Google Scholar...). --Fioravante Patrone 13:48, 20 giu 2012 (CEST)[rispondi]
niente listoni (IMHO dovremmo estendere WP:Liste alle filmografie, alle sezioni Opere, ai singoli dei cantanti, eccetera...). al massimo quelle più rilevanti (con fonte) possono essere elencate in una sottosezione (in forma discorsiva, se possibile). --valepert 14:23, 20 giu 2012 (CEST)[rispondi]
la curatela è un'attività professionale di alto livello, ma non per questo enciclopedica. Così come gli articoli o le pubblicazioni scientifiche, a meno che non siano di emintentissimo rilievo --Louisbeta (msg) 16:11, 20 giu 2012 (CEST)[rispondi]

La pagina citata da lucas, peraltro, mi pare da Pdc per promo (nonchè creata da un'utenza monoscopo)--Louisbeta (msg) 16:14, 20 giu 2012 (CEST)[rispondi]

la domanda di lucas in realtà è molteplice; provo a dare le mie risposte: gli articoli su rivista o miscellanea, tranne rare eccezioni (penso ad esempio ad alcuni contributi di notevole ampiezza pubblicati sugli atti e memorie dell'accademia dei lincei o sugli annali della scuola normale), non "pesano" (anche qui da noi) come una monografia; le curatele "pesano" se si tratta, ad esempio, di edizioni critiche di opere rilevanti (molti illustri filologi classici hanno pubblicato pochissime monografie ma hanno al loro attivo edizioni che li hanno resi celebri); per questo motivo il soggetto della voce non mi pare enciclopedico, tra l'altro anche l'opera che va sotto il titolo di "volume" in realtà è solo un capitolo (importante) di una storia della musica collettanea; sulla presenza di bibliografie integrali (di o su un autore) nelle voci credo che la soluzione possa essere quella dello scorporo, come mi pare si sia fatto qui in alcuni casi --Squittinatore (msg) 17:56, 20 giu 2012 (CEST)[rispondi]

Mi pare di capire che si condivida il fatto che gli articoli e le curatele sono rilevanti solo in casi eccezionali (rilevanza sostanziale, ecc.), e in quei casi è meglio parlarne in forma di prosa e non di mero elenco. C'è qualche altro parere? ;) --Lucas 13:01, 21 giu 2012 (CEST)[rispondi]

concordo. Peraltro io ho 7 articoli pubblicati e 2 in fase di referaggio, rischierei di essere enciclopedico anch'io :-) --Superchilum(scrivimi) 13:03, 21 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Contraria, ovviamente. Visto l'invito di Lucas a partecipare a questa discussione, riporto qui la mia risposta alle sue obiezioni sulla voce Andrea Lanza. Sono piuttosto perplessa. La linea guida che tu citi dice testualmente: «presentare ... tutti i volumi pubblicati da un autore ... dà uno spazio sproporzionato a elementi non abbastanza rilevanti». Da qui a sostenere che "gli articoli non sono considerati enciclopedici e nemmeno le curatele" mi pare un azzardo interpretativo non solo non verificato, ma che va pure a cozzare contro recenti discussioni in cui si è affermato il maggior valore di certe curatele rispetto a saggi/volumi di dubbia qualità; per non parlare di articoli attorno ai quali si sono sviluppate discussioni scientifiche/artistiche/sociologiche di grande interesse o che hanno influito notevolmente in vari campi del sapere. Tornando al Lanza, precisato che dall'elenco mancano più di una manciata di testi ritenuti ininfluenti secondo le linee guida, proprio il buon senso suggerisce di elencarne articoli e curatele che, sommati alla sua attività, costituiscono un apporto non indifferente alla storia, rivalutazione e interpretazione di determinati tipi di musica. Quanto a Eco, stenderei un velo pietoso conoscendo fin troppo bene lui e la "sua" opera; ti dico solo che, nel suo caso, se vuoi eliminare le molte curatele elencate, non avrei particolari obiezioni. Ciao. --Eva4 (msg) 01:55, 20 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Aggiungo inoltre il successivo commento dell'"utenza monoscopo" (definizione inesatta, se si controllano i suoi contributi) citata sopra. Interessante la discussione sulle curatele, grazie a Lucas e a Eva. Sono una new entry, per cui è possibile che la questione sia già stata trattata e risolta in precedenza. Tuttavia, essendo stata risollevata a margine della voce "Andrea Lanza", vorrei proporre alcune osservazioni usando questa voce come banco di prova.
Sono dell'opinione che occorra distinguere, su un piano abbastanza oggettivo, tre tipi di "curatela", da cui dipende la relativa "wikipedicità".
1) la curatela di pubblicazioni collettive nelle quali il "curatore" (l'editor) sia l'ideatore del progetto, ne abbia stabilito l'impostazione, la finalità, il carattere, abbia scelto i collaboratori e i contributi, eventualmente li abbia commentati o contestualizzati. Pur non essendo propriamente l'autore (o l'unico autore), in questi casi il curatore ha la completa responsabilità scientifica della pubblicazione e dei contenuti, e si avvicina di molto alla funzione di autore. Credo non sia bibliograficamente scorretto attribuire tali pubblicazioni alla sua paternità, sia pure precisando fra parentesi (a cura di, edited by ecc.) la natura della sua authorship.
2) L'edizione moderna o in una lingua diversa dall'originale di un'opera (letteraria, musicale, teatrale ecc.) sulla base di un lavoro filologico di collazione delle fonti, di una ricerca storica, oppure con un corredo di note di commento o di un apparato critico( e simili). Credo che questo sia l'unico caso in cui l'espressione "a cura di" sia effettivamente appropriata (cioè né diminutiva, come nel caso precedente, né eccessiva come nel caso 3 seguente).
3) La pura e semplice cura redazionale di una pubblicazione (atti di convegno, ad es.), della quale il cosiddetto "curatore" non ha alcuna responsabilità scientifica. L'indicazione di questo tipo di pubblicazioni, a mio parere, è di natura "currriculare" e non dovrebbe essere presa in considerazione in Wikipedia.
Per tornare alla voce "Andrea Lanza" (usata come banco di prova), direi che la curatela del volume in onore di Pirrotta è di 3. tipo e dovrebbe essere omessa; il volume "Haydn" (Mulino) è del 1. tipo (come tutta la collana "Polifonie" di questo editore) e dovrebbe essere assimilato ai libri veri e propri. Così pure gli atti del convegno "Marco Gandini", di cui il curatore è ideatore, coordinatore, oltre che autore delle parti più nuove e rilevanti del volume. Le altre curatele indicate rispondono al tipo 2., e sono da mantenere come tali.
Per quanto riguarda la wikipedicità degli articoli (o saggi) concorderei con Eva nel ritenere che occorre giudicare caso per caso. In effetti, ci sono articoli che per significato, consistenza, originalità (e reperibilità) sono più importanti di certe pubblicazioni autonome. Ma sull'argomento occorrerà ritornarci.
Ciao a tutti - MADELEINE (scusate i pasticci redazionali)
Per completezza d'informazione, sulla questione curatele segnalo anche questi interventi: qui, qui e l'ultima quindicina di commenti qua. In conclusione, articoli e curatele hanno la stessa dignità scientifica delle monografie (non solo secondo me, ma anche per tutto il mondo accademico) e ritengo fuorviante circoscrivere ad articoli e curatele il problema della rilevanza che invece, come sostengono correttamente alcuni degli interventi qui sopra e le linee guida di wikipedia, va posto per «tutti i volumi pubblicati da un autore». --Eva4 (msg) 21:09, 22 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Quindi, eva, non tutte le curatele sono enciclopediche. Grazie di averci dato ragione. ah, come fai a non considerare monoscopo una utenza così ?--Louisbeta (msg) 23:14, 22 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Wikipedia consiglia: Non fare il finto tonto. --Eva4 (msg) 00:56, 23 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Io non sto facendo nè il vero nè il finto tonto, anzi è quasi offensivo che tu lo dica. Incidentalmente, a quale delle due affermazioni ti riferisci?--Louisbeta (msg) 10:44, 23 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Tra le cose da ricordare anche l'antico motto Summum ius, summa iniuria: nello statuire una norma generale per specificamente tamponare una falla estemporanea, si corre il rischio di crearne un'altra più pericolosa.
Non è possibile regolamentare tutto e sarebbe di grande buonsenso riferirsi con maggiore fiducia agli utenti esperti in materia, allo scopo di valutare eventuali inserimenti speciosi, tendenziosi, pleonastici, autocelebrativi o promozionali.
Sempre tenendo presente il concetto fondante: per un autore considerato enciclopedico, l'abbondanza di informazioni è generalmente da considerarsi una ricchezza e non un danno.
Ad esempio il pur enorme elenco con gli oltre 500 articoli de "La bustina di Minerva", a mio parere sarebbe un pregevole strumento di consultazione. --Urraco (msg) 11:19, 23 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Infatti, dipende da caso a caso. ;) Non bisogna istituire una norma, ma fare un discorso a linee generali. Gli articoli e le curatele sono opere rilevanti "de facto" (posto il fatto ovviamente precedente che lo sia il suo autore!)? La risposta è nella maggioranza dei casi no. Dipende infatti dalla rilevanza di tali articoli e curatele. E parlo proprio perchè ho esperienza in materia (così come ce l'ha Fioravante e altri). Se la pubblicazione è rilevante, è giusto che sia indicata, altrimenti no. Il lavoro di uno studioso è proprio pubblicare articoli. --Lucas 12:01, 23 giu 2012 (CEST)[rispondi]
(Fuori crono) Chiarimento: Naturalmente il mio voleva essere un ragionamento di ordine generale e un invito a trovare il "modo consensuale elastico-standard" per lo specifico settore, senza fare distinzioni pregiudiziali e con la massima fiducia nella capacità critica di un'utente esperta come Eva4, della quale ho avuto modo di apprezzare l'eccellente competenza in campo letterario, e non solo, oltre al rigore negli inserimenti. --Urraco (msg) 09:31, 24 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Regole assolute sono difficili da da dare. Su Wikisource si sta mettendo il linea le opere di Raimondo Montecuccoli Il capitano Ugo Foscolo per ingraziarsi il ministro della guerra del regno italico ne curò l'edizione con alcune osservazioni di carattere militare ad esempio su come si fanno le mine. Non so se si può definire una curatela, ma la rilevanza enciclopedica c'è tutta, se non altro perchè rvela un aspetto non molto noto del Foscolo.--Mizar (ζ Ursae Maioris) (msg) 12:08, 23 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Ma infatti è proprio questo il punto, sul quale tra l'altro praticamente tutti siamo concordi: non si possono dare regole. Alcune curatele e articoli sono molto enciclopedici e vanno indicati, ma solo quelli che lo sono e non tutti in automatico, trattandosi del lavoro principale di scrittori, autori, accademici, ecc. (nel caso della voce suddetta, poi, direi quindi che la questione è chiarissima... ;) Con i volumi si ragiona diversamente, invece: nel 99,9% dei casi se un autore è enciclopedico lo è anche il suo volume e basta. --Lucas 12:18, 23 giu 2012 (CEST)[rispondi]
È proprio qui dove sta l'equivoco, almeno dal mio punto di vista: il voler distinguere a tutti i costi le monografie dagli articoli e dalle curatele. A me non risulta che le linee guida di wikipedia operino una tale discriminazione pregiudiziale. Né lo fanno le università, le biblioteche, le pubblicazioni scientifiche o gli enti che promuovono concorsi in cui sono richieste "pubblicazioni". Oltre tutto, e non solo a mio avviso, dei nuovi volumi che arrivano quotidianamente in libreria almeno il 50% (a essere buoni) dovrebbe essere cestinato. È vero, tu parli di autori enciclopedici, ma quanti dei "volumi" del Manzoni sono realmente enciclopedici (se vengono citati è per completezza d'informazione, non per enciclopedicità)? E Il cinque maggio o Marzo 1821 come li consideri: volumi o articoli? E le opere di Leopardi, o di Foscolo segnalato qua sopra da Mizar, o la Bustina di Minerva ricordata da Urraco (<OT>grazie della stima, mi fai arrossire</OT>), o quelle di Freud, di Scott Fitzgerald, Robert Ludlum, Enzo Biagi e via elencando? E che differenza c'è fra gli "articoli" pubblicati su un giornale e gli stessi poi raccolti in un "volume"? L'eccesso di classificazione ha da tempo dimostrato la propria illusorietà (resa addirittura lampante dall'avvento dell'informatica). Ribadisco quindi che, non solo a mio modo di vedere, pretendere di valutare articoli e curatele diversamente dall'altra produzione di un autore non ha molto senso: tutti i suoi testi, in via normale e non eccezionale, vanno giudicati in base alla rispettiva rilevanza. Che ovviamente varia da caso a caso; per fare solo un esempio: un articolo scientifico può anche farti meritare il Nobel, ma non solo per quello che hai scritto, bensì per tutto il lavoro di studio, analisi, sperimentazione ed elaborazione che ci sta dietro. --Eva4 (msg) 18:51, 24 giu 2012 (CEST)[rispondi]