Vincenzo Tusa

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Vincenzo Tusa (Mistretta, 7 dicembre 1920Palermo, 5 marzo 2009) è stato un archeologo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo gli studi di base a Mistretta, si laureò in Lettere a Catania nel 1944 e divenne assistente di Archeologia. Nel 1947 fu assunto alla Soprintendenza alle Antichità di Bologna e due anni dopo fu trasferito a Palermo. Nel 1963 assunse l'incarico di Soprintendente ai BBCC della Sicilia occidentale.

Promosse scavi nei siti archeologici di Solunto, Segesta, Selinunte[1], Mozia, Marsala.

Negli anni '60 fu promotore della rivista Sicilia Archeologica[2]. Dal 1964 al 1991 fu anche docente di Antichità Puniche alla Facoltà di Lettere dell'Università di Palermo.[3]

Fu membro dell'Accademia dei Lincei nella classe Scienze Morali per la categoria Archeologia.

Era padre di Sebastiano Tusa, anch'egli archeologo, che diresse la Soprintendenza per il Mare della Regione Siciliana.

Il suo nome figura nella lista degli appartenenti alla loggia massonica P2.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

A Tusa la Regione siciliana ha dedicato l'Area Archeologica Cave di Cusa Vincenzo Tusa[4].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • L'urbanistica di Solunto, 1970
  • Anastylosis ad Agrigento Tempio di Eracle e Selinunte Tempio C, 1975
  • La scultura in pietra di Selinunte, 1984
  • La preistoria in Sicilia, 1987
  • Selinunte nella mia vita, 1990
  • Segesta, 1991
  • Siciliani illustri: Antonino Salinas, 1995
  • Sarcofagi romani in Sicilia, 1995
  • Il parco archeologico di Selinunte, 2011

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ E' morto Vincenzo Tusa, padre del Parco archeologico di Selinunte, su CastelvetranoSelinunte.it, 5 marzo 2009. URL consultato il 25 gennaio 2022.
  2. ^ “Sicilia Archeologica” torna alle stampe | archeomolise.it, su archeomolise.it. URL consultato il 21 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2014).
  3. ^ Vincenzo Tusa, su arkeomania.com. URL consultato il 25 gennaio 2022.
  4. ^ Regione Siciliana Assessorato Beni Culturali

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN22270860 · ISNI (EN0000 0001 2022 2362 · SBN CFIV067793 · LCCN (ENn80014976 · GND (DE119159309 · BNF (FRcb12912403t (data) · J9U (ENHE987007279705605171 · WorldCat Identities (ENlccn-n80014976