Villa Lanfranchi

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Villa Lanfranchi
Facciata
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàSanta Maria del Piano
Indirizzovia Martiri della Libertà 68
Coordinate44°39′26.4″N 10°19′27″E / 44.657333°N 10.324167°E44.657333; 10.324167
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzioneseconda metà del XVI secolo
Stilerinascimentale
Realizzazione
ProprietarioMario Lanfranchi
Committentefamiglia Sforza di Santa Fiora

Villa Lanfranchi, già Ca' Fusari, è un edificio in stile rinascimentale situato in via Martiri della Libertà 68 a Santa Maria del Piano, frazione di Lesignano de' Bagni, in provincia di Parma; costruita nel XVI secolo, è una delle ville più antiche di tutto il Parmense.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La villa fortificata fu costruita nella seconda metà del XVI secolo sui resti di edifici medievali, probabilmente per volere dei conti Sforza di Santa Fiora, feudatari di Lesignano;[1] alla famiglia successe per via ereditaria il cugino Federico III Sforza Cesarini, che nel 1673 aggiunse al proprio il cognome della moglie Livia.[2]

La tenuta fu alienata ai nobili Fusari, che la trasmisero nel XIX secolo ai nobili Balestra, quindi, nel XX, ai Balestra Toschi e, infine, dall'ultima erede Margherita Balestra Toschi al figlio Mario Lanfranchi; il regista tra il 1996 e il 1997 fece realizzare, su progetto di Antonio Vitali, il giardino all'italiana nel parco antistante alla villa[1] e, agli inizi del XXI secolo, vi organizzò a cadenza annuale una decina di Spettacoli in villa.[3][4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Portale d'ingresso

Il parco cintato si sviluppa su una pianta rettangolare a margine della strada; sui fianchi si trovano gli edifici annessi e l'oratorio di Santa Maria Maddalena, mentre al centro del lato sud-est, di fronte all'ingresso, sorge la villa.

Villa[modifica | modifica wikitesto]

La villa si sviluppa su una pianta quadrata, con una torre sullo spigolo posteriore a nord-est.[1]

La simmetrica facciata, interamente intonacata, si eleva su due livelli principali fuori terra; nel mezzo, raggiungibile attraverso una scala a rampe contrapposte, si trova il portale d'ingresso ad arco a tutto sesto delimitato da cornice, mentre ai lati sono collocate quattro finestre chiuse da inferriate; al primo piano, oltre alla centrale portafinestra balaustrata ad arco a tutto sesto, sono poste analoghe aperture laterali; al livello superiore si trovano infine cinque piccole finestre ovali, mentre a coronamento si staglia un ampio frontone triangolare con cornice modanata, contenente lo stemma della famiglia.

Ai lati della villa si allungano verso sud-ovest e nord-est due ali contrapposte, mentre sul retro si eleva la torre quadrata, affacciata sulle fronti esterne attraverso ampie monofore ad arco a tutto sesto; vi si trovano ancora, unica testimonianza dell'originaria destinazione difensiva dell'edificio, numerose feritoie.[1]

All'interno dell'edificio gli ambienti sono arredati con mobili d'epoca e conservano i camini seicenteschi; il soffitto di una sala è inoltre ornato con un affresco ottocentesco realizzato da Giovan Battista Borghesi.[5]

Nelle cantine della villa sopravvive infine l'antico pozzo detto dai mill taij (ossia "dai mille tagli"), per la presunta presenza, nella parte inferiore, di lame affilate.[1]

Parco[modifica | modifica wikitesto]

Lato nord del giardino
Lato sud del giardino

Il parco anteriore, interamente circondato dagli edifici e da muri, è accessibile attraverso un ampio portale d'ingresso ad arco a tutto sesto.

Il giardino all'italiana, delineato simmetricamente da siepi di bosso, è arricchito da numerose statue risalenti al XVII e al XVIII secolo.[1]

Oratorio di Santa Maria Maddalena[modifica | modifica wikitesto]

Facciata dell'oratorio di Santa Maria Maddalena

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'oratorio fu edificato in stile rinascimentale tra il 1669 e il 1670 per volere di Giovanni Fusari.[5]

Sconsacrato verso la fine del XVIII secolo, fu in seguito adibito a deposito agricolo. Nel 1962 fu completamente ristrutturato e solennemente riconsacrato alla presenza del vescovo di Parma Evasio Colli.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'oratorio si sviluppa su una navata unica allungandosi sul fianco nord-est del giardino della villa, con accesso diretto dalla strada.

La simmetrica facciata a capanna è scandita orizzontalmente in due parti da una fascia marcapiano in laterizio; verticalmente si innalzano quattro lesene in mattoni, coronate sulla cima da capitelli dorici; nel mezzo si apre il portale d'ingresso, affiancato da due piccole finestre quadrate; in sommità si trova nel mezzo un'apertura a croce greca, mentre a coronamento si staglia il frontone triangolare con cornice modanata, contenente lo stemma della famiglia Balestra.[1]

All'interno la navata è arricchita da ampi pannelli ricamati e altre decorazioni.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j Villa Lanfranchi, su turismo.comune.parma.it. URL consultato il 14 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 2 luglio 2017).
  2. ^ Famiglia Sforza-Cesarini, su comune.genzanodiroma.roma.it. URL consultato il 14 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2017).
  3. ^ Le interviste di Pramzanblog: Mario Lanfranchi, su pramzanblog.com. URL consultato il 14 aprile 2017.
  4. ^ Vanni Buttasi, Mario Lanfranchi tra gusto e voglia di sperimentare, in www.gazzettadiparma.it, 16 luglio 2013. URL consultato il 14 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2017).
  5. ^ a b Arte, su provincialgeographic.it. URL consultato il 14 aprile 2017.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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