Vaesite

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Vaesite
Classificazione Strunz02.EB.052[1]
Formula chimicaNiS2[1][2]
Proprietà cristallografiche
Sistema cristallinocubico[2]
Classe di simmetriaisometrico[1]
Parametri di cellaa = 5.6793, Z = 4; V = 183.18 Den(Calc)= 4.45[1]
Gruppo puntuale2/m 3[1]
Gruppo spazialeP a3[1]
Proprietà fisiche
Densità4,45[1][2] g/cm³
Durezza (Mohs)4,5-5-5[1]
SfaldaturaNon molto evidente[2], buona secondo {001}[1]
Fratturafragile[2]
Colorenero, grigio acciaio, bianco stagno[1], grigio chiaro talvolta tendente al rosa
Lucentezzametallica[1]
Opacitàopaca[1]
Strisciogrigio chiaro, grigio nerastro
Diffusionemolto rara[2]
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

La vaesite è un rarissimo minerale isotipo della pirite, rinvenuto la prima volta a Castelluccio di Moscheda, presso Montese (Modena), nel 1970.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome deriva da Johannes Vaes (1902-1978), mineralogista presso la Union Minière du Haut Katanga (Katanga), che per primo la rinvenne nel 1943.[1]

Abito cristallino[modifica | modifica wikitesto]

Massivo.[1]

Origine e giacitura[modifica | modifica wikitesto]

Il minerale ha origine come prodotto di alterazione di minerali di arsenico.[2] Il minerale si trova in alcuni giacimenti metalliferi associato alla linneite ed alla pirite ma anche in rocce quarzose, contenenti millerite.[2]

Forma in cui si presenta in natura[modifica | modifica wikitesto]

Si presenta in cristalli che di rado superano il millimetro, in forme del cubo, ottaedro, pentagonododecaedro e, molto più raramente, del rombododecaedro, concresciuti sulla dolomite[1], sul quarzo e, raramente, sulla jamborite.
In masse compatte o in cristallini generalmente ottaedrici.[2]

Caratteristiche chimico-fisiche[modifica | modifica wikitesto]

È solubile in acido nitrico.[2]

Composizione[1]:

Luoghi di ritrovamento[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u Dati Webmin
  2. ^ a b c d e f g h i j k l Carlo Maria Gramaccioli, Vaesite in I minerali dalla A alla Z vol. I, Peruzzo Editore (1988) Milano

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giorgio Dal Rio. Nuovi minerali del bolognese. Natura e Montagna, n.2-3 settembre 1979

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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