Utente:Vale93b/Sandbox3
La vegetazione circostante è perlopiù tipica dei bacini lacustri di media montagna, ma con alcune caratteristiche peculiari.
canne palustri, ninfee, salici, cladieti e selve di ontano nero (Alnus glutinosa).
Le pertinenze del lago di Brinzio si connotano per una notevole biodiversità: vi sono state riscontrate 181 specie di piante vascolari, molte specie protette (quali Lilium martagon, Anemone nemorosa, Hepatica nobilis, Typha latifolia, Nymphaea alba, Iris pseudoacorus e Iris graminea) e talune inusuali per il contesto geografico-naturalistico (piante palustri quali Thelypteris palustris, Allium angulosum e Carex appropinquata, piante d'habitat semi-umido quali Valeriana dioica e Senecio aquaticus e specie più "montane" quali Alnus incana ed Epilobium angustifolium)
Rilievi condotti nel 1996 portarono a delineare l'esistenza presso il bacino lacustre di nove "tipi vegetazionali":
- Al limitare sud-occidentale della riserva (tra il passo della Motta Rossa e i prati vallivi che lo separano da Brinzio, solcati dalla strada provinciale 62) vi è il bosco mesofilo di latifoglie, dominato da faggi, frassini e carpini bianchi e caratterizzato da un'uniforme distribuzione di specie quali Carex digitata, Cardamine sphenophylla, Aruncus dioicus, Euphorbia dulcis, Melica nutans, Iris graminea e Lilium martagon. Il retaggio della selvicoltura praticata nei secoli passati è evidente laddove al dominante faggio si affiancano Carpinus betulus, Prunus avium e Sorbus aucuparia. Quanto alle erbe, vi si ravvisano geofite quali Allium ursinum, Cardamine bulbifera, Cardamine heptaphylla, Polygonatum multiflorum ed Helleborus viridis. Laddove il suolo è più pendente (alle falde del monte Legnone) il maggior dilavamento modifica il sottobosco, in cui compaioni Luzula nivea, Phegopteris connectilis ed Ilex aquifolium. Tra le specie alloctone (e quindi soggette a rimozione durante le attività manutentive dell'ecosistema) si annoverano Robinia pseudoacacia e Buddleja davidii, introdotte dall'uomo a scopo selvicolturale e progressivamente naturalizzatesi.
- Più a ridosso del bacino idrico (dunque in una condizione di suolo costantemente pregno d'acqua) si attestano i boschi palustri, all'insegna della presenza di ontano nero (Alnus glutinosa) e, residualmente, di salice cinereo (Salix cinerea), che colonizza quegli spazi non ombreggiati dagli ontani. Nel sottobosco appaiono Phragmites australis, Carex elata, Iris pseudoacorus e un pronunciato strato di muschio. A tratti il bosco palustre si alterna al bosco igrofilo, in cui l'ontano è subordinato al frassino, comprende un nutrito arbusteto e il sottobosco annovera Equisetum telmateia, Scirpus sylvaticus, Carex remota e Viburnum opulus. Questo habitat integra anche la presenza di funghi quali Lactarius lilacinus, Gyrodon lividus e Alnicola escharoides.