Utente:SuperBowser/Kim Jong-un
10·IV·2018
Qua ho iniziato la stesura della pagina di Kim Jong-un, per non modificare direttamente la pagina principale (che mi pare molto importante e visitata). Ho deciso poi di continuarla direttamente lì per diversi problemi tecnici riguardanti le citazioni. |
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Primi anni e istruzione
[modifica | modifica wikitesto]Ci sono poche informazioni riguardanti i primi anni di vita di Kim Jong-un: diversi disertori nordcoreani affermano che egli abbia studiato in Svizzera. Le fonti sono spesso contraddittorie, poiché molti testimoni potrebbero aver confuso Kim Jong-un con il fratello maggiore Kim Jong-chul, anche lui educato in Svizzera negli stessi anni. Secondo le autorità nordcoreane, Kim Jong-un sarebbe nato l'8 gennaio 1982; tuttavia, i funzionari di intelligence sudcoreani ritengono che egli sia nato l'anno successivo. L'ex cestista statunitense Dennis Rodman, in seguito a una visita in Corea del Nord, confermò tale congettura.[1] Kim Jong-un è il secondogenito di Kim Jong-il e Ko Yong-hui: il suo fratello maggiore è Kim Jong-chul, nato nel 1981, mentre la sorella minore, Kim Yo-jong, nacque probabilmente nel 1987.[2][3]
Secondo le prime notizie pubblicate sui giornali giapponesi, Kim Jong-un avrebbe frequentato una scuola in Svizzera nei pressi di Berna dal 1993 al 1998, probabilmente l'istituto internazionale in lingua inglese, a Gümligen, con lo pseudonimo di "Chol-pak" o "Pak-chol".[4][5][6] Egli era un buono studente, seppur molto timido, che tuttavia andava d'accordo con i compagni. Nutriva inoltre una profonda passione per la pallacanestro.[7] Era costantemente accompagnato da una guardia del corpo nelle vesti di uno studente più grande.[8]
Più tardi egli si spostò a Köniz, vicino a Berna, nella scuola Liebefeld Steinhölzli, con il nome di "Pak-un" o "Un-pak". Vi restò dal 1998 al 2000, con l'identità del figlio di un impiegato all'ambasciata nordcoreana di Berna. Tali informazioni vennero confermate dalle autorità di Köniz, che tuttavia non furono in grado di confermare l'identità dello studente. Pak-un frequentò dapprima lezioni per gli studenti internazionali, unendosi poi ai compagni svizzeri a partire dal sesto anno di scuola fino al nono, il quale venne interrotto improvvisamente nell'autunno del 2000. Egli era uno studente ambizioso, ben integrato nella classe e appassionato di pallacanestro,[9] i cui voti erano tuttavia mediocri e la cui partecipazione alle lezioni era saltuaria.[10][11] L'ambasciatore nordcoreano in Svizzera, Ri Chol, fungeva da mentore per il giovane studente.[12] Uno dei compagni di classe di Pak-un rivelò durante un intervista che l'amico gli aveva confidato di essere il figlio del leader nordcoreano.[13][14] Secondo altre testimonianze, Kim Jong-un sarebbe stato uno studente timido e impacciato con le ragazze, il quale non si interessava di politica contemporanea, ma che era invece in grado di distinguersi nell'ambito sportivo. Egli era affascinato dall'NBA e da Michael Jordan. Un amico disse che il giovane Kim Jong-un gli aveva mostrato delle fotografie in cui si trovava a fianco di Kobe Bryant e di Toni Kukoč.[15]
Nell'aprile del 2012 emersero nuove informazioni riguardanti il soggiorno in Svizzera di Kim Jong-un, il quale ebbe inizio nel 1991 o nel 1992 (prima di quanto si fosse creduto fino a quel momento).[16]
Il laboratorio di antropologia anatomica dell'Università di Lione, in Francia, dopo aver confrontato il viso di Kim Jong-un con quello del giovane Pak-un immortalato in una fotografia scattata alla scuola Liebefeld Steinhölzli, affermò che i due volti mostravano una conformità del 95%. A capo di tali indagini vi è l'antropologo forense Raoul Perrot, il quale ritiene che i soggetti ritratti nelle due immagini siano la stessa persona.[17]
È probabile che Pak-chol, studente coreano a Gümligen, non sia Kim Jong-un, bensì suo fratello Kim Jong-chul. Rimangono quindi misteriosi la vita e gli spostamenti di Pak-un durante il periodo antecedente alla sua iscrizione nella scuola Liebefeld Steinhölzli.[18] È comunque certo che tutti i figli di Kim Jong-il abbiano risieduto in Svizzera per diverso tempo, così come la madre dei due figli più giovani, la quale trascorse un periodo a Ginevra.[12]
La maggior parte degli analisti concorda sulla natura dell'istruzione universitaria di Kim Jong-un, che è avvenuta dal 2002 al 2007 all'Università Kim Il-sung, la principale scuola per la formazione di ufficiali a Pyongyang.[19]
Per diversi anni l'unica immagine certa di Kim Jong-un all'estero è stata una sua fotografia di quando aveva undici anni, scattata negli anni novanta. Sono comparse anche altre immagini, le cui origini sono tuttavia sempre state messe in dubbio.[20][21][22] Nel giugno del 2010, poco prima che la sua immagine venisse presentata al pubblico nordcoreano e internazionale, vennero pubblicate diverse fotografie del suo periodo di studio in Svizzera.[23][5] In occasione di una conferenza del partito, avvenuta il 30 settembre 2010, venne scattata anche la prima fotografia di Kim Jong-un da adulto, che sedeva in prima fila, a due posti dal padre. In seguito venne rilasciato un filmato ufficiale dal governo, che segnò il debutto di Kim Jong-un al pubblico nordcoreano.[24]
Nel 2013 Kim Jong-un venne premiato con un dottorato onorario in economia da un'università privata malese, la HELP University.[25]
Ascesa al potere
[modifica | modifica wikitesto]Speculazioni antecedenti alla conferenza di partito del 2010
[modifica | modifica wikitesto]Inizialmente il successore di Kim Jong-il sarebbe dovuto essere Kim Jong-nam, il fratello maggiore di Kim Jong-un. Tuttavia egli perse la sua posizione privilegiata in seguito al suo arresto a Tokyo dovuto al fatto che recava con sé un passaporto falso per visitare Tokyo Disneyland.[26] Kim Jong-nam venne ucciso in Malaysia nel 2017, probabilmente per mano di sicari nordcoreani.[27]
Lo chef personale di Kim Jong-il, Kenji Fujimoto, rivelò diverse informazioni riguardanti il giovane Kim Jong-un, con il quale aveva un buon rapporto.[28] Egli era sicuro del fatto che Kim Jong-il l'avrebbe scelto come suo successore, poiché lo preferiva rispetto agli altri due figli. A differenza di Kim Jong-chul, che era considerato troppo effemminato, egli era "proprio come suo padre".[19]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Choe Sang-hun, Rodman Gives Details on Trip to North Korea, in The New York Times, 9 settembre 2013. URL consultato l'8 aprile 2018.
- ^ (EN) Lee Young-jong e Kim Hee-jin, Kim Jong-un’s sister is having a ball, in Korea JoongAng Daily, 8 agosto 2012. URL consultato l'8 aprile 2018.
- ^ (EN) Kim Yo Jong, in North Korea Leadership Watch, 6 maggio 2016. URL consultato l'8 aprile 2018.
- ^ (EN) Blaine Harden, Son Named Heir to North Korea's Kim Studied in Switzerland, Reportedly Loves NBA, in The Washington Post, 3 giugno 2009. URL consultato l'8 aprile 2018.
- ^ a b (EN) Peter Foster, Rare photos of Kim Jong-il's youngest son, Kim Jong-un, released, in The Telegraph, 8 giugno 2010. URL consultato l'8 aprile 2018.
- ^ (EN) Allan Hall, Dim Jong-Un, in The Sun, 25 novembre 2010. URL consultato l'8 aprile 2018.
- ^ (EN) North Korean leader Kim Jong-il 'names youngest son as successor', in The Guardian, 2 giugno 2009. URL consultato l'8 aprile 2018.
- ^ (DE) Elisalex Henckel, Kim Jong-un und sein Unterricht bei den Schweizern, in Die Welt, 24 giugno 2009. URL consultato l'8 aprile 2018.
- ^ (DE) Weitere nordkoreanische Spuren in Bern, in Neue Zürcher Zeitung, 16 giugno 2009. URL consultato il 9 aprile 2018.
- ^ (EN) Poor school marks of North Korea’s Kim Jong-un exposed, in Irish Independent, 2 aprile 2012. URL consultato il 9 aprile 2018.
- ^ (EN) Kim Jong-un's poor marks exposed, in The Telegraph, 2 aprile 2012. URL consultato il 9 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2012).
- ^ a b (FR) Marie Maurisse, Kim Jong-un : une éducation suisse entourée de mystères, in Le Figaro, 5 settembre 2010. URL consultato il 9 aprile 2018.
- ^ (EN) Atika Schubert, Swiss man remembers school with son of North Korean leader, in CNN, 29 settembre 2010. URL consultato il 9 aprile 2018.
- ^ (DE) Bernhard Odehnal, Mein Freund, der zukünftige Diktator Nordkoreas, in Tages-Anzeiger, 29 settembre 2010. URL consultato il 9 aprile 2018.
- ^ (EN) Classmates Recall Kim Jong-un's Basketball Obsession, in The Chosun Ilbo, 17 luglio 2009. URL consultato il 9 aprile 2018.
- ^ (FR) Titus Plattner, Révélations: Kim Jong-un est resté neuf ans en Suisse, in Le Matin, 21 aprile 2012. URL consultato il 9 aprile 2018.
- ^ (DE) Titus Plattner, Daniel Glaus e Julian Schmidli, Der Diktator aus Liebefeld, in SonntagsZeitung, 1º aprile 2012. URL consultato il 9 aprile 2018.
- ^ (DE) Titus Plattner e Julie Zaugg, Der Diktator spricht Deutsch, in Cicero, 8 maggio 2009. URL consultato il 9 aprile 2018.
- ^ a b (EN) Choe Sang-hun e Martin Fackler, North Korea’s Heir Apparent Remains a Mystery, in The New York Times, 14 giugno 2009. URL consultato il 9 aprile 2018.
- ^ (EN) Profile: Kim Jong-un, in BBC News, 4 giugno 2010. URL consultato il 9 aprile 2018.
- ^ (EN) Martin Fackler, North Korea Appears to Tap Leader’s Son as Enigmatic Heir, in The New York Times, 24 aprile 2010. URL consultato il 9 aprile 2018.
- ^ (EN) Confusion Over Photo of N.Korean Leader-to-Be, in The Chosun Ilbo, 21 aprile 2010. URL consultato il 9 aprile 2018.
- ^ (EN) The son also rises, in Korea JoongAng Daily, 9 giugno 2010. URL consultato il 9 aprile 2018 (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2012).
- ^ (EN) New images of North Korea's heir apparent Kim Jong-un, in BBC, 30 settembre 2010. URL consultato il 9 aprile 2018.
- ^ (EN) Dina Murad, HELP University awards honorary doctorate to Kim Jong-Un, in The Star, 23 ottobre 2013. URL consultato il 9 aprile 2018.
- ^ Leonardo Martinelli, L’altro Kim, quello di Disneyland, in il Fatto Quotidiano, 28 dicembre 2011. URL consultato il 10 aprile 2018.
- ^ (EN) Samuel Osborne, Kim Jong-un's half-brother 'assassinated by two female agents using poisoned needles' in Malaysia, in The Independent, 14 febbraio 2017. URL consultato il 10 aprile 2018.
- ^ (EN) Hyung Gu Lynn, Bipolar orders: the two Koreas since 1989, Zed Books, p. 122, ISBN 978-1-84277-743-5.