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File:Gianluigi Verdi a Cirò Marina - 1973.JPG
Gianluigi (Gino) Verdi

Gianluigi (Gino) Verdi (Bergamo, 24 Giugno 1931Moniga del Garda, 15 Luglio 2005) è stato un pittore italiano.

Gianluigi Verdi (Gino) nasce a Bergamo nel 1931 e studia nella locale Accademia Carrara.

Dal 1952 al 1955 soggiorna a Parigi, dove amplia i suoi orizzonti artistici respirando le avanguardie pittoriche della capitale artistica dell' epoca ed incontrando  Pablo Picasso, Antoni Clavé, e Jean Fautrier.

Nel 1956 incontra a Bergamo Ruth Kuhn, una delle prime turiste tedesche in viaggio in Italia che diventerá  sua moglie nel 1958. Inizia un periodo intenso e produttivo costellato da varie mostre personali in varie localitá nel Sud della Germania e ad un incontro spirituale con la tradizione della pittura espressionistica tedesca.

Pittore a tutto tondo si impegna anche in affreschi, graffiti, ceramiche, bassorilievi, mosaici.

Dal 1962 si stabilisce sul Lago di Garda, prima a Desenzano e dal 1968 a Moniga del Garda dove ha il suo studio con la moglie e i quattro figli. Le sue opere, nel panorama della critica d'arte, sono considerate come classico-moderne e figurano in collezioni pubbliche e private in Italia, Germania, Svizzera, Francia, Olanda e U.S.A.

Molti critici d'arte, scrittori e amici giornalisti (italiani e tedeschi) hanno scritto di lui; la ricca bibliografia comprende fra gli altri i nomi di Nantas Salvalaggio, Piero Campisi, Aldo Busi, Thomas von Marks, Wolfgang Frueh, Manlio Alzetta, Enrico Buda, V. Tiberi, G. Valzelli, M. Hauska, P. Rizzi, D. Mahinars, G. Gigli, E. Stefini, Tullio Ferro, G. Marussi, A. Janberg, Lodovico Magugliani, B. Fiedler-Schrecker, G. Vercellesi, L. Copelli, J. Schweller, B. Freddi, Vogt e G. Pesenti [1].

Ha lasciato quattro figli (Marco, Roberto, Cristina e Leo) e cinque nipoti (Alessandro, Laura, Federico, Riccardo e Samuele).

Formatosi tradizionalmente presso l' Accademia Carrara di Bergamo e influenzato dalla pittura dei maestri bergamaschi come Trento Longaretti e Rinaldo Pigola, Gianluigi Verdi a seguito del suo periodo parigino, cerca nelle nuove forme artistiche del dopoguerra una dimensione personale che lo porta a realizzare tematiche classiche come paesaggio industriale, 1956, il mimo,  1957 e la crocefissione,1963 in versioni meno  accademiche e che tendono alla ricerca di nuovi modi di utilizzo del colore e della forma. Seguono una serie di opere sperimentali dal genere informale in cui l' elemento figurativo viene a mancare per fare posto a nuove techniche pittoriche ( colore frammisto a legno e metallo) come nella tela Benaco del 1964. Gianluigi Verdi esordisce con la sua prima personale a Venezia il 4 Aprile del 1964 presso la Galleria "Numero"  diretta dall'allora gallerista Fiamma Vigo.

Stabilitosi a Desenzano del Garda dal 1963, Gianluigi Verdi sempre in quegli anni, su commissione dell'architetto Le Corbusier, realizza, con l'amico pittore Carlo Fayer, presso la ditta Lurano di Desenzano, dei pannelli in ceramica destinati a Perpignan, nel Sud della Francia. Oltre ad un' attivitá di restauro (affreschi della Villa Romana di Desenzano, tabernacolo dell' altare maggiore a Lonato), fonda nel 1966 con i pittori locali Agostino Barbieri, Biondini, Carlo Fayer, Tullio Ferro, Benito Ormenese, Zanini, il "Gruppo 7", con sede nella Galleria d'arte "Scavi Romani" di Desenzano del Garda. Realizza il manifesto per la Fiera del vino di Polpenazze del Garda, cui logo diviene l'emblema della manifestazione.

Nel 1967 incontra  lo scrittore Nantas Salvalaggio, con il quale si lega di duratura amicizia e Piero Campisi, giornalista de L'Unità e promotore di attività culturali presso l'attivitá "L'Antiquario del Garda", da lui gestito con la moglie Irmingard Fehrmann. L'amicizia con Piero Campisi contribuisce sia alla sua maturazione artistica che all'impegno sul piano politico-sociale.

Nel 1968 è socio fondatore della Associazione Storica Archeologica della Valtenesi, per la quale realizza la copertina della guida archeologica "Piccola  guida della Valtenesi" (originali di tale guida sono ancora oggi in possesso della famiglia Verdi). È socio fondatore con l´amico Ippolito Turina dell'AVIS della Valtenesi. Nel 1969 incontra lo scrittore Aldo Busi, con il quale prenderà parte, nel corso degli anni, a varie iniziative culturali a Montichiari.

La libertà e la giustizia sociale, l´educazione dell'uomo all'apertura mentale, il miglioramento dell'essere umano; l'esercizio del vedere e sentire e a porsi domande: una nuova cultura. Questi sono gli elementi che entrano a far parte della pittura di Gianluigi Verdi e che si traducono con il delinearsi della tematica del Pescatore sul Po. Il delta del fiume Po, oltre che il lago di Garda, era un luogo in cui Verdi amava recarsi e ritrarre paesaggi.Il pescatore, ancora a figura intera,si staglia nei paesaggi d'acqua e d'aria, linee e forme orizzontali  prendono il sopravvento, il colore viene utilizzato con forza e determinazione.

In quegli anni Gianluigi Verdi scrive a riguardo: "...Un giorno giunsi sul delta del Po. In questo paesaggio orizzontale, privo di elementi verticali, scoprii "l'uomo": un pescatore con la sua barca e la sua rete colma di pesci. Era felice.È il re della natura - pensai io - e iniziai a dipingire i miei pescatori, i miei paesaggi, i miei uomini. Un mattino, durante una violenta tempesta, il fiume raggiunse la piena, strarirpò ed inondò il paesaggio. Il pescatore fuggì, e con lui tutti, e anch' io...".

Gli anni 70 sono caratterizzati da una maturità pittorica che porta Gianluigi Verdi ad abbandonare definitivamente la pittura figurativa e a intraprendere la strada dell'astrattismo. Egli amplia ed approfondisce la figura umana simbolizzata dal Pescatore sul Po che continua a contraddistinguere le sue opere e che sará il filo conduttore per tutti gli anni a venire del suo cammino artistico: l`essere umano al centro delle sue opere viene "ridotto" e "stilizzato" in un semicerchio fluttuante sospeso tra aria e acqua. Figure nello spazio, 1969 e Ricordo di un estate, 1971 ne sono due esempi significativi a proposito.

Nel 1971 Nantas Salvalaggio, che si è ispirato a Verdi per il personaggio del pittore Ross nel suo libro Malpaga (Ed. Rizzoli), lo presenta insieme a Verdi a Roma, in una trasmissione televisiva della RAI. Nello stesso anno Verdi realizza una cartella di 5 acqueforti intitolata "Moniga", presentata da Nantas Salvalaggio.

Nel 1973 incontra il pittore milanese Ernesto Treccani. Nasce una complicità  su temi artistici, politici e sociali; i due realizzano numerose mostre insieme. Li accomuna anche una militanza politica nel Partito Comunista Italiano.

Nella metá degli anni 70 é socio promotore con il pittore Edgardo Beccalossi del Gruppo Ponte Bianco alla veneziana costituito alla Trattoria "La Rossa" di Desenzano da Verdi, Beccalossi e Mucchetti. Nell'arco degli anni ne fanno parte i pittori Tullio Ferro, Cherubini di Carpenedolo, De Lai, Tedoldi, Marco Boselli, Giglio e altri fino a contare 30 artisti. Primo esempio in Italia, il Gruppo porta la pittura moderna in piazza e gli artisti espongono le loro opere all'aperto.

Nel 1974 incontra a Roma, divenendone amico, gli attori Edmonda Aldini e Duilio del Prete e il poeta spagnolo Rafael Alberti. Nello stesso anno realizza una litografia acquarellata che verrà inserita in edizione numerata e firmata nella copertina dell'album Sacrificio_(album) del complesso musicale Equipe 84.

Tra il 1974 e il 1976 con la sua famiglia e con Ernesto Treccani, intraprende soggiorni in Calabria, a Melissa e a Ciró Marina. I due artisti sono legati da una comune sensibilità per gli avvenimenti che nel 1949 hanno colpito i braccianti calabresi. Anche il paesaggio calabrese e l'elemento dell'acqua contribuiranno ad approfondire la sua pittura fatta da linee, sfere, semicerchi e forme in movimento. Egli aggiunge a proposito: "...Al posto del pescatore, é rimasta una figura geometrica, un semicerchio nel quale é racchiusa tutta l'essenza dell'essere umano, con le sue problematiche, le sue irrequetudini, le sue paure, i difetti e i pregi...".  

Nel 1975 realizza un ciclo acqueforti dedicato ai fiumi russi in colori diversi, con tirature di 31 esemplari e 2 prove d'artista.

Gli Anni 80 e 90

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Gli anni 80 segnano per Gianluigi Verdi un ulteriore sviluppo artistico nei confronti del colore. Alle forme frammentate dei suoi dipinti corrispondono determinati colori che il pittore usa in modo mirato e nel contempo generoso. Non improvvisa la scelta dei colori come nel caso della corrente artistica americana della Action Painting e nemmeno dosata e delimitata come negli stili geometrici di pittori astratti come Mondrian e Klee. In Verdi i colori scorrono nelle forme a mo`di un processo sempre in divenire.

La sua attenzione per il colore é testimoniata anche da alcuni suoi scritti riguardanti i colori primari: Il Rosso, Il Blu e Il Giallo e secondari come Il Verde [2].

Le percezioni e le emozioni personali verso l'elemento visuale del colore fanno nascere quattro racconti brevi, ma di grande impatto.

Contemporaneamente hanno inizio i suoi soggiorni in Germania, che dureranno fino al 1999.

Dal 1981-1992 é socio del gruppo di  artisti  del Bartensteinerkreis e.V. a Schrötzberg (Germania)in cui partecipa a varie collettive del gruppo.

Le sue opere assumono proporzioni ridotte e la tecnica dell'acrilico su cartoncino predomina nei suoi dipinti  quasi a voler sottolineare la necessitá di un cambiamento pratico dovuto agli spostamenti tra i due paesi europei.

A compensare questa scelta realizza nel 1981 un grande pannello, esposto al pubblico, nel centro di Linz (Austria) per conto della Banca Oberdonau e nell'1986 una parete in legno di 133 metri, a protezione dell'edificio da  restaurare della sede della BMW, nel centro di Monaco di Baviera.

L'attenzione verso la parte teorica dell'arte attraverso gli scritti sul colore e a letture come "Sulla Spiritualitá dell'Arte" di Wassily Kandinsky, lo porta anche a tenere corsi d'arte astratta presso la Galleria Anholter Mühle gestita dall'allora cognata, anch'essa bergamasca, Egidia Barbisotti, ad Anholt e a Bocholt ed ad insegnare pittura astratta presso l'Università Popolare di Friburgo.

Nel 1998 realizza un affresco di genere figuativo intitolato La vendemmia presso la cantina Turina di Moniga del Garda.

Nel 1999 viene colpito da una grave forma di artrite reumatoide e in seguito dal primo manifestarsi del morbo di Parkinson.

Nel 2003, nonostante le condizioni di salute, realizza una piccola estemporanea e corso di pittura presso l´Ospedale riabilitativo "Fatebenefratelli" di Venezia. Al dottor Volpe, primario dell´Istituto,  dona, dopo i suoi due soggiorni di cura, alcune sue opere.

  • 1964 Venezia - "Galleria Numero" diretta da Fiamma Vigo. Prima mostra personale.
  • 1965 Waiblingen (Germania); Bad Mergenthein (Germania); Desenzano del Garda.
  • 1966 Beutelsbach (Stüttgart, Germania).
  • 1967 Sirmione.
  • 1968 Desenzano del Garda; Montichiari; Heidelberg (Germania); Sirmione; Ingolstadt (Germania); Sinsheim (Germania).
  • 1969 Suzzara; Moniga del Garda; Verona; Sinsheim (Germania); Desenzano del Garda.
  • 1970 Heilbronn (Germania); Frankfurt/Main (Germania); Desenzano-L'Antiquario del Garda.
  • 1973 San Remo.
  • 1974 München - Galerie Schöninger; Heidelberg (Germania).
  • 1979 Hamburg Aumühle (Germania).
  • 1980 München (Germania); Canneto sull'Oglio.
  • 1981 Linz (Austria).
  • 1984 Mannheim (Germania); Heilbronn (Germania); Aargau (Svizzera); Oberkulm (Svizzera).
  • 1985 Sindelfingen (Germania).
  • 1987 Frankfurt (Dresdner Bank).
  • 1989 Anholt - Anholter Mühle (Germania).
  • 1990 Bocholt (Germania).
  • 1995 Freiburg (Germania).
  • 1996 Bocholt (Germania).
  • 1998 Heidelberg (Germania); Venezia (Ospedale Fatebenefratelli), mostra collettiva artisti Parkinsoniani.
  • 2004 Stubaital (Austria), all' interno di uno scambio culturale con la Valtenesi.
  • 2005 Desenzano del Garda "L'Espressione, Il Colore, La Pittura"
  • 2006 Schrötzberg (Germania).
  • 2007 Oldenburg (Germania).
  • 2011 München (Germania) "Temporäre Farbe".
  • 2012 Amberg (Germania) "Der Lacus Benacus in den Bildern Gianluigi Verdi".

Dipinti esposti

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Collegamenti esterni

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  1. ^ Le critiche citate sono raccolte in un album appartenuto al Pittore e oggi custodito nell'archivio in possesso della famiglia Verdi
  2. ^ Testi originali sono ancora oggi in possesso della famiglia Verdi