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Sir Gawain (/ɡəˈweɪn/) è uno dei Cavalieri della Tavola Rotonda, considerato, in alcune fonti medievali, il figlio della sorella di Re Artù. Nelle cronache della storia della Gran Bretagna, è lui, e non Lancillotto, il cavaliere più vicino ad Artù,[1] seppure nella tradizione arturiana francese la sua figura sia eclissata da Sir Lancillotto[2]. Tra i cavalieri della tavola rotonda, è spesso considerato colui che meglio incarna i valori della cortesia e che maggiormente si avvicina all'ideale di cavaliere dell'immaginario medievale, grazie alla sua virilità, il coraggio, il desiderio di avventura, e la forza in battaglia.[3] La figura di Gawain, tuttavia, gode di reputazioni molto diverse in base alle diverse tradizioni letterarie esistenti.

Origini e storia del personaggio

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Le origini del personaggio sono leggendarie e si possono ricondurre alla tradizione celtica, ma anche a quella irlandese e gallese: la sua figura è infatti riconducibile a Gwalchmai nelle leggende gallesi e a Cuchullin nell'epica Irlandese.[4] Nelle leggende celtiche, Gawain è un eroe con poteri magici e viene spesso associato a una divinità solare: la sua forza infatti, culmina al mezzogiorno e si affievolisce da lì in poi; Gawain, inoltre, è considerato il primo proprietario di Excalibur, che originariamente era un'arma con poteri derivanti dal sole.[3] In antiche testimonianze si narra che le sue radici siano nel Nord dell'Inghilterra e addirittura in Scozia: questo spiegherebbe il motivo per cui le vicende dei romanzi di cui è protagonista si concentrano vicino alla città di Carlisle, nel nord Inghilterra.[5]

In Gesta Regum Anglorum di William di Malmesbury, scritto nel 1125, Gawain è menzionato in riferimento all'enorme monumento funerario in suo onore a Pembrokeshire, mentre una decorazione di una porta della cattedrale di Modena attesta che la sua fama fosse ancora precedente.[6] La prima apparizione di Gawain, con il nome di Walgainus, all'interno della tradizione arturiana si verifica in Historia Regum Britanniae di Goffredo di Monmouth, in cui è il nipote di Re Artù.[4] Gawain è infatti considerato il figlio di re Lot del Lothian e di Morgause, o Anna, la sorella, o sorellastra di Re Artù.[7]

La figura eroica e bellicosa di Gawain è testimoniata dalla tradizione letteraria delle cronache, di cui l'Historia di Goffredo di Monmouth è soltanto la prima: la traduzione normanna, scritta da Robert Wace stabilisce e conferma lo status di Gawain come cavaliere modello, dedito alla cortesia, mentre nel Brut di Layamon, una versione in inglese antico dell'opera di Wace, l'autore loda Gawain come il migliore dei cavalieri[8]. Inoltre, un altro manoscritto latino, successivo a Historia Regum Britanniae, narra la storia della nascita, l'infanzia, e le prime avventure di Gawain: si tratta dell'anonimo De Ortu Waluuanii Nepotis Arturi, datato attorno al dodicesimo o tredicesimo secolo, che si conclude con l'incontro tra Artù e Gawain e l'investitura di quest'ultimo a cavaliere.[9]

Il poema allitterativo Morte Arthure, datato attorno al quattordicesimo secolo e incluso nella tradizione letteraria delle cronache, ritrae Gawain come un cavaliere valoroso e battagliero, ma, nella stessa opera, egli è anche considerato un saggio consigliere del re, uno stimato guerriero e un adorato nipote, caratteristiche sottolineate da Artù nel suo tributo al cavaliere caduto in battaglia.[8]

Ciononostante, grazie al contributo di diversi autori, a partire dal dodicesimo secolo in poi, la tradizione arturiana, prevalentemente eroica e leggendaria, si trasforma in un romanzo cortese, e tratta i temi ad esso cari, quali il fin amour e la cavalleria, per adattarsi ai mutevoli gusti letterari e culturali del tempo. Anche le caratteristiche tradizionalmente assegnate ai vari personaggi variano, assieme alle loro funzioni e personalità: le diverse tradizioni di scritti arturiani confluiscono, e a tratti trovano conflitto, in una stessa figura, quale quella di Gawain, che nella cultura medievale appare in vesti ambigue e incoerenti, fino a rivelarsi contrastanti.[6]

Nella cultura medievale

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Con il romanzo cavalleresco francese e con l’autore Chrétien de Troyes, nella Francia del dodicesimo secolo, Re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda subiscono un processo di ridefinizione come cavalieri cortesi, devoti agli ideali di lealtà, onore e servigi alle dame: mentre la figura di Lancillotto ne diventa il simbolo, Gawain perde importanza nelle dinamiche e i rapporti con Re Artù, seppure il personaggio mantenga la propria levatura come cavaliere coraggioso e cortese.[10]

Gawain comincia infatti a ricoprire ruoli di supporto o contrasto rispetto al protagonista, come amico dell’eroe e cavaliere modello. Chrétien rappresenta Gawain e il suo stile di vita con una certa disapprovazione: l’autore sembra giudicare con particolare severità l’atteggiamento di cieca dedizione alla tradizione cavalleresca e di frivole attenzioni all'altro sesso.[11] Esemplari di tutto ciò sono i romanzi intitolati Lancelot, Perceval e Yvain, in cui Gawain, seppur presentato come valoroso cavaliere e uomo cortese, appare in realtà superficiale e incapace di comprendere i dilemmi dei protagonisti,[12] fino a diventare il bersaglio di tagliente ironia.[11]

Se con Chrétien de Troyes il personaggio di Gawain perde soltanto di importanza in confronto ad altre figure, è con il Ciclo della Vulgata, composto da romanzi in prosa francesi, successivi a Chrétien, che gli autori mettono in discussione la stessa moralità e integrità di Gawain. I romanzi, che raccontano la ricerca del Graal e l’amore tra Lancillotto e Ginevra, e la caduta del regno di Re Artù e la sua morte, infatti, trattano temi più religiosi, cosicché i cavalieri diventano figure moralmente ambigue e quella di Gawain appare tra le maggiormente colpite: egli è, infatti, descritto come imperfetto, disonesto e infedele, sia nei rapporti con gli altri cavalieri che con le nobildonne.[13] Ne La ricerca del Santo Graal è un ostinato peccatore senza rimorso, mentre in Tristano in Prosa è addirittura un malvagio assassino che non ha rispetto per le persone o la proprietà.[11] Nella sezione finale del Ciclo della Vulgata, infine, è attribuita al rancoroso e vendicativo Gawain parte delle colpe della distruzione di Camelot, la morte di Re Artù e la conseguente dissoluzione della confraternita.[13]

Le opere di Thomas Mallory, seppur non di origine francese, possono essere ascritte a questa tradizione, dato che in Morte Darthur, una versione in inglese medio di La Mort de Roi Artu, l'autore mantiene lo stesso trattamento punitivo nei confronti di Gawain, a cui è attribuita la colpa della sua stessa morte: è infatti il desiderio di vendetta nei confronti di Lancillotto a causargli la ferita che risulterà fatale nella successiva battaglia contro i ribelli. Malory, nonostante tutto, attribuisce a Gawain una piccola possibilità di redenzione, in quanto è lui che, in sogno, appare ad Artù per dissuaderlo dall'affrontare Mordred prima della fine della tregua: Gawain diventa dunque il messaggero di Dio e recupera in parte la sua reputazione di stimato consigliere del re.[14]

In Germania e Olanda

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Nonostante gli autori di romanzi arturiani in Europa fossero a conoscenza della tradizione francese, Gawain è rappresentato diversamente in base alla provenienza dei testi. In Germania la letteratura cortese interpreta la figura di Gawain allo stesso modo degli autori francesi, seppure con alcune eccezioni: in Parzival, la versione tedesca del Perceval di Chrétien de Troyes, Wolfram von Eschenbach riserva a Gawain un trattamento meno duro rispetto a quello degli autori francesi, mentre il cavaliere diviene il protagonista ed eroe del romanzo Diu Krône, di Heinrich von dem Türlin, che appartiene al ciclo della ricerca del Graal. In Olanda, invece, Gawain gode di notevole popolarità, dato che la letteratura in Olandese medio, generalmente, è positiva nei suoi riguardi, fino a definirlo der avonturen vader, ossia il padre delle avventure.[11]

In Gran Bretagna

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In Gran Bretagna, Gawain gode di una reputazione positiva, al punto di essere una figura esemplare e un modello di cortesia e nobiltà, come si vede da una serie romanzi popolari che condividono una simile struttura narrativa.[15] Gawain diventa, infatti, l'incarnazione di qualità come l'obbedienza, la lealtà, la devozione: gli è spesso associata la figura di Sir Kay, il cavaliere polemico e aggressivo, in modo che le sue qualità positive possano distinguersi e risaltare.[15]

Nei romanzi popolari inglesi, Gawain è l'eroe che non rifiuta mai l'avventura, accetta sempre di difendere una giusta causa e non si tira mai indietro di fronte a una sfida, agendo spesso per conto di Re Artù, suo zio. In qualità di nipote di Re Artù, infatti, Gawain possiede sangue reale, che gli dà diritto ad agire per il re, ma, al contrario di quest'ultimo, non ha responsabilità politiche né doveri verso il popolo e può, dunque, superare i confini di Camelot per perseguire le avventure.[3][15] È la sua nobiltà d'animo, inoltre, che lo rende capace di spezzare incantesimi, riportare vecchie megere alla forma originale di splendide spose e sconfiggere nemici incantati. Il ritorno alla normalità e la riconciliazione finale sono raggiunti non con la violenza ma attraverso l'esercizio di obbedienza, pazienza, e cortesia.[15]

Ciò che collega i romanzi popolari inglesi non è soltanto la figura di Gawain, ma anche il ruolo che gli è affidato, come facilitatore delle avventure fantastiche e sovrannaturali che gli si presentano: sono queste avventure a renderlo il trionfante eroe popolare, che affronta l'ignoto e lo rende conosciuto, riconducendolo alla società e la cultura di corte. Pertanto, ad esempio, in The Wedding of Sir Gawain and Dame Ragnelle, Sir Gawain and the Carle of Carlisle,The Greene Knight, e in The Turke and Gawain, gli antagonisti del principio della storia, creature ignobili e minacciose, sono trasformati in nobili cortesi e raffinati, e riconciliati alla corte di Artù, grazie alle virtù cortesi di Gawain, mentre, in altre opere, come The Knightly Tale of Gologras and Gawain, The Avowyng of Arthur, King Arthur and Knig Cornwall, e The Jeaste of Sir Gawain, i nemici subiscono un graduale processo di conversione all'etica cavalleresca, grazie al comportamento esemplare del protagonista.[3]

Tra le tante rappresentazioni di Sir Gawain nella letteratura in inglese medio, la più sofisticata è Sir Gawain e il Cavaliere Verde: qui, la figura di Gawain diventa ambivalente, un personaggio complesso e non corrispondente totalmente alla rappresentazione inglese.[2][15] Gawain è un eroe idealizzato, certamente, ma commette un errore che, seppur non fatale, non può essere cancellato: è dunque anch'egli alla ricerca della perfezione, sotto forma di resistenza alla tentazione, che appare inarrivabile perfino per lui.[16]

Nella cultura moderna

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Gawain appare spesso nella letteratura e cultura moderne. Rappresentazioni moderne del personaggio sono per la maggior parte influenzate dalle opere di Thomas Malory, ma non sempre sono coerenti. Alfred Tennyson si ispira a Malory e presenta Gawain come un cavaliere mondano e infedele nella sua opera Idilli del Re.[17][18] Allo stesso modo, il racconto di T.H. White intitolato Re in Eterno segue la scia di  Malory, ma il suo Gawain è più rozzo e volgare di quello tragico e straziante di Malory.[19] È invece più positivo il ritratto di Gawain in Arthur Rex di Thomas Berger: il personaggio possiede infatti una mentalità aperta e una dose di capacità introspettiva riguardo ai suoi difetti, qualità che lo rendono il miglior cavaliere della Tavola Rotonda.[20] Mentre nei testi citati Gawain appare come personaggio secondario, in alcune opere ricopre il ruolo di protagonista, come ad esempio in due versioni moderne di Sir Gawain e il Cavaliere Verde: The Green Knight di Vera Chapman e Gawain and Lady Green di Anne Crompton.[21] Gwalchmai è inoltre il protagonista di della serie di libri ispirati alle leggende celtiche di Gillian Bradshaw, di cui Hawk of May fa parte.[21]

Anche le rappresentazioni cinematografiche di Gawain sono largamente ispirate a Malory, ma anche all’opera di T.H. White. Gawain appare come personaggio secondario nei film I cavalieri della Tavola Rotonda (1953, interpretato da Robert Urquhart) ed Excalibur (1981, interpretato da Liam Neeson), mentre altri film offrono al personaggio un ruolo di maggior rilievo. Nella versione del 1954 di Il Principe Coraggioso, è un personaggio rozzo, seppure nobile e di buona indole, in contrasto con Valiant, il protagonista e suo scudiero e amico.[22] Ricopre il suo ruolo tradizionale in Lancelot and Guinevere (1963, interpretato da George Baker), in cui vuole vendicarsi di Lancillotto quando quest’ultimo uccide il fratello Gareth, salvo poi aiutarlo in seguito alla scoperta delle colpe di Mordred nella morte del fratello.[23] Sir Gawain e il Cavaliere Verde è stato adattato al grande schermo diverse volte, ad esempio nel film Gawain e il Cavaliere Verde (1973, interpretato da Murray Head) e Sword of the Valiant – the Legend of Sir Gawain and the Green Knight (1984, interpretato da Miles O’Keeffe). La critica non fu positiva con i due film, che si discostano molto dalla trama originale: nel 1991 un adattamento televisivo di Thames Television, più fedele alla fonte, è stato meglio accolto.[24] Altri attori che hanno ricoperto il ruolo di Gawain sono Robert Gwyn Davin in Il Primo Cavaliere (1995), Anthony Hickox in Il Mistero del Principe Valiant (1997), Sebastian Roché in Merlino (1998), Noah Huntley in Le Nebbie di Avalon (2001), e Joel Edgerton in King Arthur (2004). Nella serie televisiva Merlin, del 2008, Gawain appare sotto il nome di Sir Gwaine, interpretato da Eoin Macken. Nella serie Camelot, del 2011, è interpretato da Clive Standen, mentre nella serie Knightfall, del 2017, Sir Gawain interpretato da Pàdrain Delaney, è uno dei condottieri tra i Cavalieri dei Templari in Francia.

Gawain è apparso in alcune produzioni teatrali, per la maggior parte adattamenti di Sir Gawain e il Cavaliere Verde. Particolarmente rilevante tra queste è Gawain, con musiche di Harrison Birtwistle e su libretto di David Harsent.[25]

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