Utente:RobertoLeonardi2/Sandbox/Lasioglossum

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Osmia
Lasioglossum calceatum, una specie diffusa in Europa
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Hymenopteroidea
Ordine Hymenoptera
Sottordine Apocrita
Sezione Aculeata
Superfamiglia Apoidea
Famiglia Halictidae
Sottofamiglia Halictinae
Tribù Halictini
Genere Lasioglossum
Curtis, 1833
Specie

vedi testo

Lasioglossum è un genere di insetti apoidei appartenente alla famiglia Halictidae. Questo genere comprende più di 1800 specie nel mondo, di cui circa 100 si trovano anche in Italia.[1] In questo genere c'è una grande diversità interspecifica e intraspecifica nell'organizzazione sociale, contenendo specie solitarie, specie comunitarie e specie eusociali e alcune possono assumere diverse organizzazioni a seconda delle condizioni; ci sono anche specie cleptoparrassite e specie parissite sociali. Per lo più nidificano scavando gallerie nel terreno, solo poche specie nidificano nel legno marcio.[1][2][3]

Aspetto e morfologia[modifica | modifica wikitesto]

Differenza principale tra i generi Halictus e Lasioglossum: le venature distali delle ali anteriori delle femmine sono meno marcate in Lasioglossum[2]

La maggior parte delle specie del genere Lasioglossum è di piccole dimensioni, comprese tra i 3 e gli 8 mm, ma alcune sono di dimensioni medie, arrivando ai 12 mm.[2] Perlopiù hanno la cuticola di colore nero o bruno-nerastro, ma alcune specie hanno riflessi metallici verdi, blu o bronzei. Le femmine hanno una scopa per il trasporto del polline sulle zampe posteriori e nella parte terminale dell'addome hanno un solco longitudinale detto rima.[1] Le api di questo genere hanno generalmente tre celle submarginali nelle ali anteriori e solo alcune specie ne hanno due. Il genere Lasioglossum è fisiologicamente vicino al genere Halictus, nel quale è stato incluso per molto tempo. I due generi si differenziano per le venature distali delle ali anteriori delle femmine meno marcate in Lasioglossum, per la conformazione dei genitali maschili e per i peli addominali che in Lasioglossum sono nella parte prossimale dei tergiti e in Halictus sono nella parte apicale dei tergiti.[1][2]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento sociale[modifica | modifica wikitesto]

Nido[modifica | modifica wikitesto]

Entrata di un nido di Lasioglossum con struttura a torretta. All'ingresso si può vedere un'ape guardiana.

La quasi totalità delle specie di Lasioglossum scava i propri nidi nel terremo, sia su suoli in piano che su scarpate, formando spesso aggregazioni di molti nidi.[2][3] Le tipologie di terreno che vengono scelte variano a seconda della specie, ma anche per una singola specie ci può essere ampia varietà: argilla, limo, arenaria, sabbia.[4][3]

Il materiale di scavo viene accumulato sopra l'ingresso e con esso vengono formate strutture a forma di tumulo o di torretta; queste ultime in alcune specie possono raggiungere un'altezza di diversi centimetri e si suppone che abbiano la funzione di proteggere da allagamenti e da nemici.[3] Generalmente il foro di entrata è più stretto rispetto ai tunnel del nido; questa caratteristica è legata all'abitudine di presidiare l'entrata con un'ape guardiana, infatti la misura del foro corrisponde, nelle varie specie, a quella della testa delle api.[3]

Le gallerie principali possono essere singole oppure, nelle specie che vivono in colonie, avere varie ramificazioni. Nei nidi scavati su suoli in piano, queste gallerie scendono verticalmente o con leggera inclinazione e sono generalmente dritte, sebbene a volte possono avere varie tortuosità, soprattutto nei terreni sassosi. Nei nidi scavati su scarpate l'inclinazione delle gallerie è variabile e dipende sia dalla specie sia dall'inclinazione della scarpata.[3] La lunghezza delle gallerie dipende sia dalla specie sia da fattori locali e stagionali, per esempio in estate tendono ad andare più in profondità che in primavera, per trovare le giuste condizioni di temperatura e umidità; la lunghezza può andare dai 10 cm, nei nidi più piccoli, ad oltre 90 cm in quelli più grandi.[3]

Nella maggior parte dei casi le celle per le larve vengono costruite direttamente attaccate alle gallerie principali; in altri casi dalle gallerie principali partono gallerie secondarie orizzontali che terminano con una cella o con più celle costruite in serie lungo il condotto che viene chiuso una volta terminate le celle; in alcuni casi le celle vengono costruite in gruppi a formare strutture simili a piccoli favi di terra all'interno di cavità scavate al lato della galleria principale o come allargamenti di questa.[2][3]

A differenza della loro disposizione nel nido, la fattura delle singole celle è piuttosto uniforme in tutte le specie. Tipicamente le celle sono orizzontali e presentano la superficie superiore più convessa rispetto a quella inferiore; solo in alcune specie le celle sono verticali, ma anche queste hanno una superficie più curva e una più piatta. Le pareti delle celle sono rivestite di una sostanza simile alla cera secreta dalla ghiandola di Dufour. La massa di polline e nettare, che costituirà il cibo per le future larve, viene raccolta nella superficie inferiore dalla parte opposta all'entrata, o nella superficie più piatta per le celle verticali, e sopra di essa viene deposto l'uovo con l'asse maggiore parallelo a quello della cella.[2][3]

Nido BACKUP[modifica | modifica wikitesto]

La quasi totalità delle specie di Lasioglossum scava i propri nidi nel terreno, sia su suoli in piano che su scarpate.[2] Le tipologie di terreno in cui vengono scavati variano a seconda della specie, ma anche per una singola specie ci può essere ampia varietà: Argilla, limo, arenaria, sabbia.[4] Le gallerie scavate scendono verticalmente o con leggera inclinazione e possono essere singole o con varie ramificazioni nelle specie eusociali.[1] Il materiale di scavo viene accumulato sopra l'ingresso e forma cumuli simili a quelli sui formicai. All'ingresso dei nidi abitati da più api adulte si trova spesso una di loro che fa da guardiana.[2] Nella maggior parte dei casi le celle per le larve vengono costruite direttamente attaccate alle gallerie principali; in altri casi dalle gallerie principali partono gallerie secondarie orizzontali che terminano con una cella o con più celle costruite in serie lungo il condotto che viene chiuso una volta terminate le celle; in alcuni casi le celle vengono costruite in gruppi all'interno di cavità attorno alle quali passano le gallerie principali.[2] A differenza della struttura del nido, la fattura della singola cella è piuttosto uniforme in tutte le specie. Tipicamente le celle sono orizzontali, presentano la superficie superiore più convessa rispetto a quella inferiore e le loro pareti sono rivestite di una sostanza simile alla cera secreta dalla ghiandola di Dufour.[2] La massa di polline e nettare, che costituirà il cibo per le future larve, viene raccolta nella superficie inferiore dalla parte opposta all'entrata e sopra di essa viene deposto l'uovo con l'asse maggiore parallelo a quello della cella.[2]

Ciclo di vita[modifica | modifica wikitesto]

Tipicamente le specie del genere Lasioglossum passano l'inverno tramite femmine adulte ibernate che si sono accoppiate tra estate ed autunno e conservano lo sperma nella spermateca. In primavera queste emergono dai ricoveri invernali e fondano un nido, al cui interno costruiscono le cellette in ognuna delle quali depongono un uovo e lasciano una scorta di cibo per la futura larva.[2][5] Nelle specie non eusociali, le femmine allevano una o più covate di individui riproduttori con circa lo stesso numero di figli maschi e femmine.[2][5] Nelle specie eusociali, invece, le prime covate sono composte da una maggioranza di femmine, generalmente più piccole della fondatrice, che diventano operaie, sebbene alcune possano accoppiarsi. Dopo la nascita delle prime operaie la regina non lascia più il nido e si dedica soltanto alla deposizione delle uova, mentre le operaie svolgono i lavori di bottinaggio, costruzione del nido e allevamento della nuove nidiate. A seconda della durata della stagione favorevole la colonia può produrre da una a tre covate di operaie. Alla fine della stagione viene prodotta la covata di femmine e maschi destinati a riprodursi. Dopo gli accoppiamenti, operaie e maschi muoiono e la colonia termina, mentre le femmine fecondate entrano in diapausa per fondare nuove colonie in primavera;[2][5] soltanto in poche specie anche i maschi si ibernano e sopravvivono all'inverno.[6]. Alcune specie che vivono in climi tropicali sono attive tutto l'anno.[7] Lasioglossum marginatum è l'unica specie di questo genere che ha colonie che durano più di un anno, generalmente 5-6 anni.[2][5] [8]

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Lasioglossum, su Beewatching, CREA, Università di Bologna. URL consultato il 30 giugno 2022.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p (EN) Charles D. Michener, The Bees of the World, Johns Hopkins University Press, 2007, ISBN 978-0801885730.
  3. ^ a b c d e f g h i (EN) C. D. Michener, The Nest Architecture of the Sweat Bees (Halictinae), a Comparative Study, Lawrence, University of Kansas Press, 1962.
  4. ^ a b (EN) Warrick Nelson, Lisa Evans, Barry Donovan e Brad Howlett, Lasioglossum bees – the forgotten pollinators, in Journal of Apicultural Research, 2022, pp. 1-8, DOI:10.1080/00218839.2022.2028966.
  5. ^ a b c d (EN) Bryan N. Danforth, Lindsay Conway e Shuqing Ji, Phylogeny of Eusocial Lasioglossum Reveals Multiple Losses of Eusociality within a Primitively Eusocial Clade of Bees (Hymenoptera: Halictidae), in Systematic Biology, vol. 52, n. 1, 2003, pp. 23-36, DOI:10.1080/10635150390132687.
  6. ^ (EN) S. F. Sakagami e Y. Maeta, Lasioglossum (Lasioglossum) primavera sp. nov., a Japanese halictine bee which overwinters in both female and male adults, in Bulletin of the Faculty of Agriculture, Shimane University, n. 24, 1990, pp. 52-59.
  7. ^ (EN) C. D. Michener, M. D. Breed e W. J. Bell, Seasonal cycles, nests, and social behavior of some Colombian halictine bees, in Revista de Biología Tropical, vol. 27, 1979, pp. 13-34.
  8. ^ (EN) Cécile Plateaux-Quénu, Biology of Halictus Marginatus Brullé, in Journal of Apicultural Research, vol. 1, 1962, pp. 41-51, DOI:10.1080/00218839.1962.11100048.