Utente:RicciodelMerizzo/Sandbox

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Eccidio di Mommio di Fivizzano
eccidio
Tipofucilazione e uccisione con armi da fuoco
Data inizio4 maggio 1944
Data fine5 maggio 1944
LuogoMommio, frazione di Fivizzano (Massa-Carrara)
StatoBandiera dell'Italia Italia
ObiettivoResistenza italiana e civili
Responsabili[DA FARE]
Motivazionerappresaglia e Terra bruciata
Conseguenze
Morti22 persone

L'eccidio di Mommio fu un crimine di guerra nazifascista avvenuto tra il 4 e il 5 maggio del 1944 nell'omonima frazione (e nei suoi dintorni) del comune di Fivizzano.

I responsabili del massacro furono le Pz.Aufkl.Abt./Fallschirm-Panzer-Division "Hermann Göring" /Kampfgruppe Maucke/XIV. Panzerkorp, le Festungs-Bataillon 906/FB 135, un Reparto della XMAS, un Reparto della Guardia Nazionale Repubblicana e un reparto dell'esercito della Repubblica Sociale Italiana non precisato.

Nel corso del massacro vennero uccise ventidue persone, di cui due partigiani e vennero bruciate quasi tutte le case del paese.

L'eccidio di Mommio rappresenta la prima di una serie di stragi compiute dai nazisti nella provincia di Massa-Carrara, nel periodo che va dalla primavera all'autunno del 1944, tra le quali si ricordano: l'Eccidio di Vinca, l'Eccidio di San Terenzo Monti, l'Eccidio di Bergiola Foscalina e la Strage di Forno.

Gli antefatti

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Successivamente all'armistizio del 8 settembre 1943 iniziano a svilupparsi anche nella zona di Casola in Lunigiana e Fivizzano delle bande partigiane, che non risultavano ancora inquadrate in un organigramma militare.

      • Nella zona di Casola operava una banda che faceva capo a Domenico Azzari e Angelo Marini. (** Valutare se fare breve descrizione sulla figura di Azzari **).

Nei primi mesi del 1944 tali nuclei si organizzarono in più divisioni che facevano capo ad un unico comando militare con comandanti di distaccamento e commissari politici.

Per gli armamenti e gli equipaggiamenti i partigiani erano supportati dagli Alleati tramite operazioni di lancio che avvenivano nella zona di Piano di Massiciana, un area collocata a nord del paese di Mommio, zona di insediamento di uno dei distaccamenti partigiani.

Vi era però una problematica, in quanto il campo di lancio si trovava nelle vicinanze dell'abitato di Fivizzano, che in quel periodo era diventato un importante sede di un presidio nazifascista (insediatosi da poco in seguito alla morte di due fascisti presso il Passo del cerreto), il quale rivestiva una posizione strategica, in quanto la zona del Fivizzanese era attraversata sia dalla strada Statale 63 del passo del Cerreto e che dalla statale 44 del Passo dei Carpinelli. Il Passo del Cerreto rivestiva una parte di collegamento tra il nord Italia ed il centro, oltre che con il porto di La Spezia, in cui erano posizionati gli arsenali militari, invece la Statale 445 era strada di collegamento tra il territorio della Lunigiana e quello della Garfagnana dove erano presenti vari presidi nazifascisiti. Per questa ragione i lanci e la loro posizione furono ampiamente notati da alcune autorità della repubblica sociale italiana (RSI).

Il 30 aprile, a causa di un problema di comunicazione tra le bande di partigiani, venne male segnalata la posizione di lancio, e la maggior parte del materiale andò a cadere direttamente sull'abitato di Mommio.

I pacchi aviolanciati vennero trafugati dagli abitati del luogo, che trattennero per se la maggior parte dei vestiti, scarpe e cibo, nascondendolo nelle stalle e tutto intorno al paese. Nonostante la pressione dei partigiani che ne richiedevano la restituzione, solo una piccola parte, principalmente le armi, venne recuperata.

Il 4 maggio del 1944, alle luci dell'alba 2.000 soldati appartenenti a ** METTERE TUTTI I GRUPPI MILITARI *** ai comandi del colonello Kurt Almers, si mossero con una manovra di accerchiamento provenendo da tre direzioni diverse, più precisamente dalle provincie di Massa, La Spezia e Reggio Emilia, il centro dell'operazione risulta la zona di Mommio e Massiciano, cioè la zona in cui rilevarono l'avvenimento del lanci.

I gruppi nazifascisti iniziarono la perquisizione delle case dell'abitato di Mommio in cerca del materiale aviolanciato di persone facenti parte delle forze partigiane, nell'abitato quasi alla fine della perquisizione, trovarono una mitragliatrice, e successivamente altro materiale derivante dal lancio, questo fece considerare di conseguenza il paese come collaborazionista con le forze ribelli.

A seguito del ritrovamento le truppe nazifasciste danno inizio alla distruzione del pase, settanta case su settantadue vengono distrutte tramite incendio o bombe a mano, i fienili vengono bruciati. Le vittime totali dell'eccidio risultarono ventidue, alcune persone furono fucilate tramite esecuzione in piazza, altre morirono arse vive e i contadini che furono sorpresi nei campi a lavorare vennero inseguiti e trucidati sul posto. Il paese venne razziato da ogni bene, compreso il bestiame più forte, il resto del bestiame venne ucciso o bruciato insieme ai fienili.

Tra gli altri episodi incresciosi riportati, il parroco del paese venne attaccato alle stanghe di un carro riempito del materiale di lancio e del materiale razziato e venne fatto sfilare per le vie del paese.

Le persone che non vennero uccise e non riuscirono a scappare vennero fatte prigioniere e richiuse nella prigione di Marinella di Sarzana.

Risvolti processuali

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Il 6 luglio del 2011 il Tribunale militare di Verona, nel corso di un procedimento che riguardava diverse stragi nazifasciste che ebbero luogo nella zona dell'Appenino Tosco-Emiliano, condannò all'ergastolo come responsabili: i sottotenenti Hans Georg Karl Winkler, Fritz Olberg e Ferdinand Osterhaus e il sergente Wilhelm Stark, che erano tutti appartenenti al reparto esplorante della Hermann Göring.

Successivamente vennero assolti, dal Tribunale militare di Roma il 26 ottobre 2012, Hans Georg Karl Winkler, Ferdinand Osterhaus e Wilhelm Stark che erano gli imputati ancora viventi.

In data 19 marzo 2014 tramite delibera della Cassazione viene avviato un nuovo processo a carico dei soli Hans Georg Karl Winkler e Wilhelm Stark, il solo Hans Georg Karl Winkler risulterà effettivamente condannato, in quanto unico imputato ancora in vita al momento della proclamazione della condanna.

In ricordo della strage è stato eretto un monumento alle vittime che è collocato all'ingresso del paese. Inoltre sono state deposte delle lapide commemorative nel cimitero del paese e presso la casa cantoniera del passo del Cerreto.

All'interno del borgo di Mommio è stato creato anche un "Sentiero della Memoria", a cura della sezione Anpi di Casola in Lunigiana-Fivizzano “Hans e Sophie Scholl”, in collaborazione con l’amministrazione comunale di Fivizzano, in cui sono presenti dei pannelli lungo le strade del borgo, in cui vengono narrate le storie delle vittime.

  • Babbini Arturo
  • Babbini Erminio
  • Bianchi Domenico Romeo
  • Cappelli Ovidio
  • Conti Luigi
  • Fiori Carlo Giuseppe
  • Incerti Luigi
  • Lazzerini Baldino Giovanni
  • Lazzerini Cesare Ubaldo
  • Lombardi Giuseppe
  • Menini Ivo
  • Ottavio Manfroni
  • Palmieri Antonio
  • Pietrelli Mario Giuseppe
  • Pinelli Guido
  • Rosselli Sirio
  • Rossi Lino
  • Savina Guido
  • Signani Angiolino
  • Traversi Nello
  • Nardini Bertolo
  • Sconosciuto
  • Ivano Biancardi, Aspetti della Resistenza nel Fivizzanese e nella Bassa Lunigiana, Vezzanello, Stabilimento Tipografico Fabbiani, 1977.
  • Gianluca Fulvetti, Uccidere i civili. Le stragi naziste in Toscana (1943-1945), Roma, Carocci, 2009.
  • Carla Fruzzetti, La IV Brigata Garibaldi Apuana, Sarzana, Tipografia Zappa, 1988.
  • Renato Jacopini, Canta il gallo, Milano, Edizione Avanti!, 1960.
  • Giulivo Ricci, Contributi alla storia della Resistenza in Lunigiana, 1976.

Collegamenti esterni

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