Utente:Rapax2205/sandbox/Battaglia del crinale di Lama di Sotto

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Battaglia del crinale di Lama di Sotto
parte Operazione Fourth Therm
Calomini, attualmente parte del comune sparso di Fabbriche di Vergemoli, fu una località interessata dagli scontri consumatisi tra il 5 e il 6 febbraio.
Data4-11 febbraio 1945
LuogoLama, Garfagnana
EsitoFallimento dell' offensiva statunitense[1]
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
92ª Divisione Buffalo:
  • 365° reggimento fanteria
  • 1° brigata del 366° reggimento fanteria
  • 2° brigata del 366° reggimento fanteria
  • 598° battaglione d'artiglieria da campo
  • 2 battaglioni di cannoni medi
  • 1 battaglione di cannoni pesanti

Appoggio:

  • 12ª Air Force
1ª divisione Italia:
  • 1° reggimento bersaglieri
  • 107ª compagnia cacciatori di carri
  • Gruppo esplorante divisionale
  • 4ª divisione Monterosa:

    • 2° brigata del 6° reggimento fanteria di marina
    • Gruppo d'artiglieria Bergamo
    • Gruppo d'artiglieria Mantova

    148ª divisione Germanica

    • 1° brigata del 286° reggimento
    • 2° brigata del 286° reggimento
    Perdite
    208 caduti
    376 feriti
    105 dispersi[2][3]
    2 velivoli abbattuti
    124 prigionieri
    34 soldati italiani caduti[4]
    perdite tedesche ignote
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    La Battaglia del crinale di Lama di Sotto, o semplicemente di Lama, fu una battaglia combattuta tra gli Stati Uniti e le forze dell'asse[5] tra il 5 e l'11 febbraio nel corso della Campagna d'Italia, durante la Seconda Guerra Mondiale.[6]

    Premesse[modifica | modifica wikitesto]

    Fu un'operazione offensiva limitata i cui obiettivi vennero suddivisi in fasi:

    • Causare un trasferimento di riserve nemiche provenienti da altri fronti.[7]
    • Localizzare le artiglierie nemiche e rialzare il morale della 92a divisione di fanteria americana, demoralizzata a causa sia dei continui maltrattamenti subiti, in quanto composta per la maggior parte da afroamericani, sia dell'inesperienza dei soldati, molto evidente negli scontri consumatosi lungo il loro settore della Linea Gotica nell'Inverno 1944-1945.

    L'azione era accompagnata da un'offensiva vera a propria sul settore costiero dove il Versilia sfocia nel mare attraverso il Canale del Cinquale. Insieme, le due azioni dettero vita all'Operazione Fourth Therm.

    La battaglia di Lama e del Crinale di Lama di Sotto fu lo scontro più violento e sanguinoso avvenuto in Garfagnana, secondo solo all'Operazione Wintergewitter, l'offensiva italo-tedesca consumatasi tra il 26 e il 28 dicembre 1944. Gli scontri di quei giorni passeranno alla storia come la battaglia di Lama di Sotto Ridge, che in inglese significa crinale.[8] Il momento dell'attacco coincise col periodo nel quale la 1a Divisione bersaglieri "Italia" stava dando il cambio alla 4ª Divisione alpina "Monterosa".

    Battaglia[modifica | modifica wikitesto]

    A seguito di vari scontri di pattuglie nelle giornate del 3/4 febbraio, durante la notte tra il 4 e il 5 ci fu uno scambio di artiglierie contrapposte e di ricognizioni aeree alleate. Il IV gruppo esplorante della Divisione Monterosa ricevette il cambio dal 1° battaglione del 1° reggimento della Divisione Italia, mentre gli alpini del battaglione Brescia ricevettero il cambio dal 2° battaglione del medesimo reggimento.[9]

    Il 5 febbraio gli americani lanciarono un violento attacco con 2 battaglioni, i quali riuscirono a penetrare di un chilometro nella linea difensiva e ad occupare Calomini. La penetrazione americana venne fermata dal fuoco dell'artiglieria mentre il 1° reggimento della Divisione Italia accorse in aiuto inviando nella zona attaccata la 9a compagnia e una compagnia germanica. Grazie al tempestivo contrattacco e all'intervento dei mortai del 1° reggimento italiano gli americani furono costretti alla ritirata lasciando 15 caduti. La linea venne rafforzata con l'arrivo del 3° battaglione del 1° reggimento.[10]

    Sempre la mattina del 5 febbraio, il 3° battaglione del 365° reggimento americano si mosse verso Lama di Sotto con l'obiettivo di occuparne il crinale.[11] La compagnia L incontrò forte resistenza e perse 30 uomini ma alle 7:50 si impossessò di quota 906.[10] La Compagnia I dopo aver incontrato forte resistenza riuscì ad impossessarsi di Lama di Sotto,[11] catturando 4 tedeschi e 8 italiani, inoltre un plotone della compagnia K occupò il Monte della Stella. Ben presto gli italo-tedeschi lanciarono un duro contrattacco appoggiato da un violento fuoco di artiglieria diretto al monte appena occupato dagli americani. All'alba del 6 un plotone guidato dal tenente Peyretti accompagnato da 3 squadre appartenenti al 1° reggimento bersaglieri lanciò un contrattacco a Calomini appoggiato dal fuoco di artiglieria della Monterosa. Gli attaccanti si spinsero fin dentro l'abitato ma una volta perso l'effetto sorpresa dovettero ritirarsi. L'azione costò la vita e Peyretti e a un suo graduato.[12] Il 6 febbraio la compagnia G del 2° battaglione del 365° americano raggiunse quota 608 mentre la compagnia F del medesimo battaglione incontrò una violenta resistenza, quest'ultima subì pesanti perdite tra cui la morte del suo ufficiale Bernard Yolles,[13] capitano molto ammirato dai suoi uomini.[14] Di conseguenza la compagnia F fu sostituita dalla E la quale alle 19:45 raggiunse il suo obiettivo (Lama). Rispettivamente alle 15:30 la compagnia G e alle 16:15 un plotone della compagnia K del 1° battaglione del 365° reggimento americano vennero attaccati ma riuscirono a mantenere le posizioni sul monte della Stella. Stessa sorte subì la compagnia I incaricata di proteggere la zona che va da quota 906 a Monte della Stella, alle 18:15 i tedeschi lanciarono un contrattacco ma furono respinti grazie anche all'aiuto della compagnia C inviata come soccorso.[15][16] Negli scontri gli americani catturarono 4 nemici e subirono 58 perdite, ma inflissero anche gravi perdite ai bersaglieri del 2° battaglione del 1° reggimento della divisione Italia giunti a quota 906.[17] La mattina del 7 febbraio gli americani lanciarono un ulteriore attacco contro le posizioni del 2° battaglione del 1° reggimento sul tratto Monte San Quirico. Alle 13 gli americani bombardarono con l'artiglieria la zona che va dal crinale di Lama fino al fiume Serchio per poi iniziare l'azione terrestre scendendo dal Monte San Quirico diretti su Treppignana e Piani di Riana; giunti a metà del crinale le artiglierie italo-tedesche aprirono un fuoco preciso e distruttivo sulle colonne americane le quali subirono gravi perdite.[18] Verso le 14 un reparto della 107a compagnia cacciacarri della 1° Divisione Italia e reparti del 1° battaglione del 286° reggimento germanico provenienti dal settore ovest attraversarono il Serchio riconquistando alcune delle posizioni situate tra Monte San Quirico e Ponte di Campia.[19] Ulteriori contrattacchi sul Monte della Stella e Lama da parte del 2° battaglione del 1° reggimento bersaglieri e da reparti del 286° reggimento germanico non ebbero successo. All'alba dell'8 febbraio il battaglione Uccelli del 1° Reggimento "San Marco" e il 1° battaglione del 1° reggimento bersaglieri riconquistano quota 437. Ulteriori contrattacchi italo tedeschi portarono alla riconquista di Colle e Battosi e tentativi americani furono sventati a Monte San Quirico. La sera della stessa giornata, gli americani lanciano l'ultimo contrattacco su Monte San Quirico ma venne respinto dalla 6a compagnia del 2°battaglione del 1° reggimento bersaglieri.[20] La mattina e il pomeriggio dell'8 febbraio furono caratterizzati da violenti bombardamenti e mitragliamenti aerei, nella giornata un P-47 Thunderbolt fu colpito dall'esplosione delle proprie bombe e precipitò; il pilota, il tenente Alfred R. Lyth venne catturato nei pressi di Cerretoli per poi essere ucciso dagli uomini della Monterosa. Ci sono contrasti riguardo l'assassinio di Lyth: secondo alcune fonti il tenente venne fucilato dai soldati della Monterosa,[21] secondo altre venne ucciso mentre cercò di scappare.[22] Nella stessa giornata un altro velivolo americano venne abbattuto dalla contraerea a Caprignana[23] mentre un altro ancora ritornò alla base seriamente danneggiato; il tenente Charles T. Paine rimase gravemente ferito, alcuni autori lo riportano come KIA mentre altri ritengono sia sopravvissuto.[24] Dopo la mezzanotte il 2° battaglione del 286° reggimento germanico lanciò un violento contrattacco contro il 1° battaglione del 365° reggimento americano, l'attacco venne tuttavia respinto. A seguito di altri 3 contrattacchi il 1° battaglione americano si ritirò di centinaia di metri. Alle 7:20 anche la compagnia G venne attaccata presso quota 608 ma resistette grazie all'aiuto dell'artiglieria. Alle 11:25 la compagnia E si ritrovò a dover respinge un'ulteriore contrattacco. Ben 10 contrattacchi furono lanciati contro il 365° reggimento americano il quale subì 75 perdite. Il 10 febbraio, 2 battaglioni del 365° ad est del Serchio e il 2° battaglione del 366° a ovest vennero lanciati in un contrattacco per riconquistare la cresta a Nord est di Lama.[11] Nonostante i bombardamenti dell'artiglieria italiana che martellava la spinta americana, gli americani avanzavano metodicamente, la Compagnia B del 366° reggimento occupò quota 906 mentre la compagnia A non riuscì ad occupare quota 1048 e dovette ritirarsi. Le compagnie G ed E subirono gravi perdite e si arenarono ancora prima di raggiungere i loro obiettivi, gli americani riuscirono però a catturare parte del crinale di Lama assieme a 55 bersaglieri il cui reparto collassò.[25] Secondo altre fonti il reparto non oppose neanche resistenza.[26] Se si fa eccezione per quest'ultimo, gli altri reparti italiani impegnati nello scontro di quella giornata passarono si comportarono bene e impedirono alle compagnie A, G, E del 2° battaglione del 366° reggimento di raggiungere il proprio obiettivo. A seguito del cedimento di quel settore la falla venne dal 2° battaglione del 286° reggimento germanico che lanciò 4 contrattacchi pagati a caro prezzo. Alle 22, 50 uomini del 1° battaglione del 286° reggimento germanico e una pattuglia della 6a batteria del Bergamo discese fino a Pian del Rio.

    L'11 febbraio vennero ripresi gli abitati di Battosi, Colle e quota 608. I bersaglieri sotto la guida del tenente Max dimostrarono grande coraggio.[27] Il 12 febbraio il fronte entrò in quiete.[11]

    Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

    A causa delle perdite, il 2° battaglione del 1° reggimento bersaglieri fu inviato in retrovia per essere riorganizzato. L'errore di dislocare l'inesperto 2° battaglione su un tratto di linea così ampio fu pagato a caro prezzo dagli italiani. Ciò non successe nel settore ovest Serchio, dove le inesperte reclute della Divisione Italia furono appoggiate dai veterani della Divisione Monterosa, San Marco e 148a divisione germanica. Da parte americana per molti veterani che hanno prestato servizio nel 366° reggimento, l'iniziativa di Mark Clark ebbe un costo tremendo, tra cui lo scioglimento pratico dell'unità, la quale venne poi congedata e ridotta a due unità di servizio. Le perdite sul settore costiero furono anche più drammatiche: i Buffalos lanciati in assurdi assalti su campi minati, non riuscendo a farsi strada attraverso il canale, si impantanarono sulla sabbia della costa coi loro carri armati. Il valore dei soldati non riuscì a compensare la pessima leadership americana che in quell'occasione non dimostrò alcuna comprensione per i propri uomini. Willard A. Williams, un soldato del 366° affermò che più della metà degli uomini del reggimento erano stati uccisi o feriti in azione.[28] Nel complesso l'operazione superò per gli americani le 1200 vittime. Dopo la battaglia la 1ª Divisione Italia poté entrare in linea a ranghi completi seppur già consumati dalla battaglia.[11]

    Note[modifica | modifica wikitesto]

    1. ^ https://www.flamesofwar.com/hobby.aspx?art_id=216
    2. ^ https://apps.dtic.mil/sti/pdfs/ADA391128.pdf Il 366° fanteria, perse 5 ufficiali e 152 soldati uccisi, 14 ufficiali e circa 300 soldati feriti e 153 dispersi;
    3. ^ https://history.army.mil/books/wwii/11-4/chapter19.htm di queste le perdite del 3° battaglione sono così riportate: 2 ufficiali e 31 arruolati uccisi, 10 ufficiali e 177 arruolati feriti e 48 arruolati dispersi. 53 caduti e 249 feriti del 365° reggimento, 1 caduto della 12ª Air Force
    4. ^ caduti della 1ª divisione Italia - Bersaglieri Sulla Linea Gotica - Davide Del Giudice
    5. ^ (EN) Italy1943-45, su italy1943-45.blogspot.com.
    6. ^ (EN) How the Buffalo Soldiers Helped Break Through the Gothic Line in World War II, su historynet.com.
    7. ^ (EN) 92nd Infantry, su dpaa-mil.sites.crmforce.mil.
    8. ^ Amicarella, 2005, p. 178
    9. ^ Del Giudice, 2009, p. 107
    10. ^ a b Del Giudice, 2009, p. 108
    11. ^ a b c d e (EN) History army, su history.army.mil.
    12. ^ Del Giudice, 2009, pp. 110-111
    13. ^ (EN) Bernard Yolles, su nhdsilentheroes.org.
    14. ^ Amicarella, 2005, p. ?
    15. ^ Del Giudice, 2009, p. 117
    16. ^ I contrattacchi di cui si parla erano lanciati da squadre di 20-30 uomini.
    17. ^ Hargrove, 2003, p. 85
    18. ^ Del Giudice, 2009, p. 118
    19. ^ Cucut, 2011, p. 30
    20. ^ Del Giudice, 2009, p. 119
    21. ^ (EN) Alfred Lyth, su newspapers.com.
    22. ^ La strana morte di Alfred R. Lyth, su paolomarzi.blogspot.com.
    23. ^ (EN) Theodore Matula, su it.findagrave.com.
    24. ^ (EN) One more gun to silence (PDF), su 57thfightergroup.org.
    25. ^ St. John Arnold, 1990, p. 93
    26. ^ Cucut, 2011, p. 33
    27. ^ Del Giudice, 2009, p. ?
    28. ^ (EN) THE ARMY AS A PROFESSION OF CHOICE FOR BLACK AMERICANS IN WORLD WAR II: ASSESSING THE IMPACT ON FUTURE FORCE STRUCTURE - COLONEL JOHNNIE J. ATKINS, JR. United States Army National Guard (PDF), su apps.dtic.mil.

    Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

    • Davide Del Giudice, Bersaglieri sulla Linea Gotica, 2009.
    • Daniele Amicarella, Quelli della San Marco, 2005.
    • (EN) Hondon B. Hargrove, Buffalo Soldiers in Italy: Black Americans in World War II, 2003.
    • Carlo Cucut, Forze armate della R.S.I. sulla Linea Gotica, 2011.
    • (EN) Thomas St. John Arnold, Buffalo Soldiers: The 92nd Infantry Division and Reinforcements in World War, 1990.