Utente:Patafisik/Complesso di Santa Cristina della Fondazza

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Complesso di Santa Cristina della Fondazza
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàBologna

Il complesso di Santa Cristina, chiamato anche di Santa Cristina della Fondazza, è un ex complesso religioso di Bologna, sito in piazzetta Giorgio Morandi, che include la chiesa di Santa Cristina e l'annesso convento.

Ricostruita nel 1602 da Giulio dalla Torre su un'antica costruzione camaldolese duecentesca, la chiesa è aperta al pubblico in occasione di concerti e su appuntamento.[1]

chiusa e riaperta diverse volte in seguito alle spoliazioni napoleoniche, con l'Unità d'Italia la chiesa di Santa Cristina divenne magazzino militare e il convento una caserma. Dal 2008, finiti i restauri, è stata riaperta al pubblico come auditorium di musica classica e della scuola di canto gregoriano.[1]


Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il complesso di Santa Cristina della Fondazza risale al 1245. Un monastero dedicato a Santa Cristina esisteva già alla fine del secolo XI a Settefonti (Ozzano dell'Emilia), ma le monache camaldolesi che vi risiedevano decisero di trasferirsi all'interno delle mura cittadine di Bologna, probabilmente per il desiderio di rifondarsi in un contesto urbano che offrisse relazioni sociali e politiche più favorevoli per il monastero.[2] Nei documenti dell'epoca è infatti chiamata sia Santa Cristina di Settefonti che Santa Cristina della Fondazza.[3]

E' probabile che la costruzione della chiesa originaria sia stata ultimata prima del 1267. Era una chiesa aperta al pubblico e doveva servire agli abitanti del borgo della Fondazza e delle contrade vicine.[4][5]

La ricostruzione del complesso, a cui risale l'aspetto attuale, fu avviata nel 1575 e terminata nel 1602 ad opera di Giulio della Torre, architetto della cerchia di Domenico Tibaldi.[4][1]

Il convento camaldolese fu soppresso nel 1779. Da quel momento il complesso di Santa Cristina venne continuamente chiuso e riaperto, ospitando dal 1822 al 1862 delle suore agostiniane e in seguito divenendo una succursale di San Giuliano.[4] Nel 1886 fu adibito a caserma.[6]



Fanno parte della biblioteca anche altre due sale: la Sala Timpano, un’ampia sala affrescata, anch’essa affacciata sul chiostro interno, e mentre l’Archivio e la Collezione storica[7] della biblioteca sono nella bella sala affrescata accanto. È presente inoltre un ampia Aula Magna, un tempo usata come refettorio, vi si svolgono oggi eventi pubblici e lezioni universitarie. Il complesso include inoltre un’ala in cui si trovano il Dipartimento delle Belle Arti dell’Università di Bologna[8] e la Fondazione Zeri[9].

Biblioteca delle donne dopo il primo semestre del 2005@di chiusura, l’ultimo trasloco al complesso di Santa Cristina con l'inaugurazione il 7 maggio 2005[10]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dal chiostro centrale esso si accede all'antico refettorio, oggi Aula Magna del Dipartimento di Arti Visive dell'Università di Bologna.[11]


Chiesa[modifica | modifica wikitesto]

La facciata è ancora rinascimentale.[4]

Il disegno della cuspide del campanile è attribuito a F. Bibiena (1692 c.).[12]


Interno[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa è a a navata unica

descr architettonica chiesa: https://chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&code=64729&Chiesa_di_Santa_Cristina__Bologna

Presenta una struttura particolare, che fungendo da cassa di risonanza consente una singolarissima acustica: all'altezza del presbiterio, infatti, un'insolita strozzatura trasforma l'intera architettura in uno strumento musicale, dove il suono si diffonde con stupefacente nitidezza acustica. Proprio da questa caratteristica nasce il mito delle "suore musicanti": nell'aula retrostante l'area absidale le suore cantavano protette da occhi indiscreti e la loro voce, attraverso due grate poste sopra l'altare maggiore, si propagava senza eco e senza rifrazioni fino all’ingresso.[1][13].

Nell'interno si conservano statue di Guido Reni (Ss. Pietro e Paolo), G. Mazza, G. Fiorini e dipinti di G. Francia, F. Salviati, L. Carracci (1597), T. Passerotti, B. Baldi, L. Massari, D. M. Canuti.[12]

Il convento[modifica | modifica wikitesto]

Il chiostro[modifica | modifica wikitesto]

Il complesso di Santa Cristina si sviluppa intorno a un elegante chiostro interno della fine del XV secolo, caratterizzato da un porticato rinascimentale.[6][12]

Il giardino Lavinia Fontana[modifica | modifica wikitesto]

Il complesso di Santa Cristina si affaccia su un giardino pubblico intitolato a Lavinia Fontana.[14]

Gli interni[modifica | modifica wikitesto]

All'interno, nel refettorio, degna di nota l'affresco della Crocefissione, della scuola di Lorenzo Costa.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Luoghi della Cultura
  2. ^ Mario Fanti ... [et al.], S. Giuliano, S. Cristina : due chiese’ in Bologna, storia, arte, architettura presentazione: Giacomo Biffi ; introduzione di Niso Albertazzi, Elio Garzillo, Andrea Emiliani, Fotocromo emiliana, Osteria Grande (Castel San Pietro Terme), 1997.
  3. ^ Paola Foschi 2014, p. 277
  4. ^ a b c d Mario Fanti, Eugenio Riccomini, Paola E. Rubbi e Oriano Tassinari Clò, Santa Cristina della Fondazza: chiesa sussidiale della parrocchia di San Giuliano, Piazzetta G. Morandi, in Le chiese di Bologna, Bologna, L'inchiostroblu, 1992.
  5. ^ Sulla Fondazza cfr. Fondazza, su Origine di Bologna. URL consultato il 15 gennaio 2024..
  6. ^ a b c PatER
  7. ^ Collezione storica, su bibliotecadelledonne.women.it.
  8. ^ Dipartimento Art visive, su dar.unibo.it.
  9. ^ Fondazione Zeri, su fondazionezeri.unibo.it.
  10. ^ Nel primo semestre del 2005 la biblioteca è stata chiusa al pubblico per il trasloco presso la nuova sede dell’ex convento di Santa Cristina)
  11. ^ https://dar.unibo.it/it/dipartimento/sedi-e-spazi/complesso-di-s-cristina
  12. ^ a b c Bologna Online
  13. ^ Quello delle "monache musicanti" è l'esempio principale di coltivazione della musica da parte delle donne in una sfera privata. Sebbene sia vero che la Chiesa cattolica non impiegava donne musiciste nella sfera pubblica, al di fuori delle mura claustrali, al loro interno la situazione era totalmente diversa: moltissime organiste, cantanti e compositrici possono infatti essere rintracciate nei registri dei monasteri italiani del periodo post-tridentino, tra cui quello di Santa Cristina. Cfr. Craig A. Monson, Voci incorporee: musica e cultura in un convento italiano della prima età moderna, Bologna, Bononia University Press, 2009.
  14. ^ Giardino Lavinia Fontana, su Iperbole, Comune di Bologna. URL consultato il 13 gennaio 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paola Foschi, Monasteri camaldolesi femminili in Emilia-Romagna nel Medioevo, in Cécile Caby e Pierluigi Licciardello (a cura di), Camaldoli e l'Ordine Camaldolese dalle origini alla fine del XV secolo. Atti del I Convegno internazionale di studi in occasione del millenario di Camaldoli (1012-2012), Monastero di Camaldoli, 31 maggio - 2 giugno 2012, Cesena, Centro Storico Benedettino Italiano, 2014, pp. 275-311, ISBN 978-88-98104-09-3. URL consultato il 5 giugno 2022.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

[[Categoria:Chiese di Bologna|Santa Cristina]] [[Categoria:Palazzi di Bologna|Santa Cristina]]