Utente:Miguel Sormani/Sandbox/Seconda voce

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Vincenzo Padula (Padula, 16 ottobre 1831Barcellona Pozzo di Gotto, 29 agosto 1860) è stato un sacerdote e patriota italiano.

Nacque il 16 ottobre 1831 da Maurizio e Luisa Falotico. Suo padre, originario di Montemurro (PZ), era un commerciante di pelli e cuoio e, grazie alla sua attività, permise al giovane Vincenzo di avviarsi alla carriera ecclesiastica presso il Seminario di Teggiano, dove fu ammesso ad indossare l'abito talare nel 1846. Al termine del percorso di studi, il 23 dicembre 1854 fu ordinato sacerdote e tornò a Padula, dove ebbe la nomina di procuratore della chiesa madre di S. Michele Arcangelo. In quegli anni Vincenzo si legò al movimento liberale presente in paese, formato da uomini che avevano partecipato agli eventi rivoluzionari degli anni precedenti e che, per tale motivo, avevano passato vari anni in carcere o erano sorvegliati dalla polizia borbonica. Tutti vecchi cospiratori, tranne il prete Padula che non era ancora annoverato come sospetto in materia politica nel Registro del Giudicato Regio. La sua giovane età fece sì che non fosse tra quelli che, per aver partecipato agli eventi del 1848, furono annotati nella lista degli "attendibili politici"[1] e quindi sorvegliati dalla polizia. Erano gli anni in cui prendeva corpo il progetto di un’insurrezione nel mezzogiorno d’Italia e, nella fase di preparazione che si sviluppò durante il 1856, il giovane sacerdote Padula fu uno dei capi più attivi, tanto che la considerazione che ne aveva Carlo Pisacane di lui era altissima.

L’intensa opera preparatoria di Vincenzo e della sua rete politica fu bruscamente interrotta dal suo arresto, avvenuto il 16 aprile 1857 su mandato del giudice circondariale di Padula. In realtà, già da qualche tempo la gendarmeria borbonica era stata allertata circa l’azione cospirativa del locale comitato insurrezionale, anche grazie ad alcune delazioni di affiliati della vicina Sala. D’altra parte, il comitato, pur operando in clandestinità, per le sue stesse dimensioni e ramificazioni era riuscito con sempre maggiore difficoltà a mantenere un livello di segretezza totale sulle sue attività, tanto più difficile quanto più si moltiplicavano gli apprestamenti in vista del supposto prossimo sbarco di una spedizione militare, annunciata ma non ancora fissata, secondo le notizie provenienti da Genova e trasmesse dal comitato napoletano alle province.

Morì il 29 Agosto 1860 e venne seppellito nel cimitero della Chiesa dei Cappuccini di Barcellona Pozzo di Gotto (ME).

  1. ^ termine con cui si definivano dalle autorità borboniche i liberali dell'epoca
  • E. Padula, Vincenzo e Filomeno Padula. Due fratelli nel Risorgimento italiano, Rubbettino editore, Soveria Mannelli, 2006.
  • G. Racioppi “ La spedizione di Carlo Pisacane a Sapri. Con documenti inediti, Giuseppe Marghieri editore, Napoli, 1863
  • G. Greco, Le carte del Comitato segreto di Napoli, società editrice, Napoli 1979
  • C. Pinto "Una tradizione rivoluzionaria. Carbonari, liberali e democratici nel Vallo di Diano dal 1799 al 1860", in "Garibaldi e garibaldini in provincia di Salerno" Convegno di Studio, Plectica ed. 2005
  • M. Mazziotti "Costabile Carducci e i moti del Cilento nel 1848", con introduzione Di G. Galzerano, Galzerano editore Salerno.
  • L. Cassese, "Luci e ombre nel processo per la Spedizione di Sapri", Conferenza tenuta il 16 giugno 1958 al Centro Culturale presso l’Archivio di Stato di Salerno, pubblicato, poi, in opuscolo.
  • A. Lepre, "Storia del Mezzogiorno nel Risorgimento", Roma 1969.