Utente:Martina Pia Manfredi/Sandbox

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La casa degli sguardi
AutoreDaniele Mencarelli
1ª ed. originale2018
GenereRomanzo di formazione, Autobiografico
Lingua originaleitaliano

La casa degli sguardi è un romanzo di formazione di Daniele Mencarelli nel 2018.


SCHEDA LIBRO
Autore Daniele Mencarelli
Prima pubblicazione 2018
Genere Romanzo di formazione Autobiografico
Lingua originale italiano
Protagonisti Daniele
Personaggi genitori di Daniele, colleghi di Daniele, Alfredo

"Non è un risveglio. È un sussulto. Ogni mattina mi ritrovo dritto sul letto, con l’affanno in gola, il cuore accelerato, il corpo preso da un tremore continuo, un delirio di movimenti. “Non ricordo nulla.” È la frase che mi ripeto tutte le mattine. “Non ricordare nulla.” È il mio obiettivo della sera." [[1]]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Daniele è un giovane poeta di venticinque anni,affetto da "una malattia invisibile all’altezza del cervello, o del cuore, o di tutto il sangue che gli circola nel corpo".Non ha più nemmeno la forza di scrivere, e la sua esistenza sembra priva di uno scopo.Finchè non viene animato dal desiderio di rinascere per la sua famiglia,per "il dolore pianto, e tutto quello piantato nel petto di un padre e di una madre, un fratello e una sorella, le vite interrotte dalla mia caduta, precisa come un tuffo da olimpionico".Il 3 marzo del 1999:rinascita di Daniele Mencarelli,viene assunto in una cooperativa legata all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.Ed è questo ospedale la cosiddetta "Casa degli sguardi",sguardi che si porterà dentro e che la dimenticanza,dovuta all'alcol,non riuscirà a portargli via. Nel libro l'autore,che coincide con la voce narrante,ci offre il racconto del rifugio cercato nell'alcol,della spirale di solitudine,sconforto e vergogna di quegli anni bui fino alla sua straordinaria rinascita.

Personaggi[modifica | modifica wikitesto]

Daniele:un ragazzo di venticinque anni alcolizzato,dal carattere introverso e molto sensibile,che scrive poesie.È il protagonista della storia che si accinge a raccontare poichè è anche voce narrante.I suoi ultimi quattro anni hanno conosciuto solo una parola "dimenticanza",portata dell'alcol:"ormai esco per bere e bevo per uscire".[[2]]

La madre di Daniele è una donna premurosa che tiene molto a suo figlio,come lo dimostrano i suoi atteggiamenti nei suoi confronti:lei che si addormenta ogni notte sui tre gradini che portano alla stanza del figlio per averlo sotto controllo,lei che piange quando il figlio le comunica la decisione di lavorare nell'ospedale Bambino Gesù perchè sapeva l'orrore che il figlio doveva affrontare ogni giorno,lei che soffre più del figlio che si distrugge con l'alcol.

Davide: è un poeta e unico amico molto disponibile di Daniele.È direttore di una rivista letteraria ed è colui che gli offre la possibilità di lavorare come operaio di pulizie e facchinaggio all'ospedale pediatrico Bambino Gesù.

Fabio:capo operaio,di 40 anni dal carattere gentile ma tuttavia non molto sensibile come dimostrato quando Daniele è impressionato dalla morte di una bambina e lui la scredita,definendola normale. "Vorrei dirgli che non c’è nulla di normale nella morte di un bambino. L’infanzia è quella terra da portare in dote negli anni a seguire, è quel poco di gioia che tocca vivere a noi umani, non il luogo in cui finire la propria vita." [[3]]

Alfredo:è un bambino attorno ai dieci anni, i capelli scurissimi come la pelle,il naso aquilino,proveniente dal Sud America.Alfredo è ricoverato all'ospedale pediatrico Bambino Gesù già da due anni,soffre di infezioni ricorrenti ed ha subito un trapianto di reni.Daniele ha incontrato Alfredo la prima notte che ha lavorato in ospedale,poiché è stato attirato da un "toctoc" continuo proveniente da una finestra di una camera. Quando Daniele trova con lo sguardo chi sta facendo toc toc vicino alla finestra,il bambino gli scandisce,sillaba per volta,"cornuto" accompagnato dal gesto. "Toctoc era Alfredo. Il mio cornuto, il mio compagno senza parole, si chiamava Alfredo."[[4]]

Luciano:"il bradipo",un ragazzo di Bosa, che abita con lo zio prete e che lavora nella cooperativa e fa parte della squadra.

Giovanni:ragazzo che lavora nella squadra della cooperativa,dal carattere simpatico e divertente.Tuttavia quando Daniele sta per esordire con la sua raccolta di poesia scritte sull'ospedale Bambino Gesù assume un comportamento egoista nei confronti di Daniele.

Claudio:ragazzo della squadra di cooperativa,che ha delle relazioni extraconiugali all'interno dell'ospedale e si fa spostare all'ospedale di san Giovanni,le cui motivazioni comprendono due versioni:una che vuole il suo trasferimento per avvicinarsi a casa e l'altra che parla di un allontanamento dovuto poi ad una suora che lo ha visto baciarsi con Cinzia,una donna che lavora in ospedale.La suora avrebbe parlato con il presidente dell’ospedale, che a sua volta avrebbe chiamato i vertici della cooperativa.

Massimo:un ragazzo della cooperativa che fa squadra con Daniele,Luciano e Giovanni.Lega molto con Daniele ed è felice quando scopre che Daniele ha scritto per il presidente dell'ospedale.

Carmelo:un ragazzo della squadra della cooperativa "dalla faccia simpatica".Tuttavia Daniele cambia idea su Carmelo quando quest'ultimo offende Stefano sul suo stato.

Stefano:ragazzo della squadra della cooperativa,silenzioso,introverso.Daniele sente fin da subito di essere legato a Stefano da un sangue in comune che a lui si chiama alcol e a Stefano si chiama eroina.

Amir:un ragazzo della cooperativa che ha il turno fisso con Carmelo e Stefano."L'egiziano pizzettaro",poiché il giorno fa il pizzaiolo a Lunghezza, dove vive.

Marianna:la sindacalista che dal primo giorno ha preso in antipatia Daniele poiché lui non vuole iscriversi al sindacato e pagare sessantamila lire al mese.

Recensione[modifica | modifica wikitesto]

Se dovessimo descrivere il libro attraverso una sola frase utilizzeremo la seguente: una storia autobiografica intrisa di cruda realtà e degli aspetti più brutali dell'essenza della vita.L'autore si mette a nudo, privo di pudore poiché come afferma nel libro “se si chiede aiuto, lo si deve fare per bene, il pudore non me lo posso permettere”. Dal momento in cui Daniele mette piede in ospedale tocca con le sue mani la sofferenza altrui, il dolore provato da bambini ammalati, genitori dai visi spenti che nonostante tutto continuano ad avere speranza.Ed è lì che gli sorgono molti interrogativi che gli frullano per la testa, a cui in un primo momento non riesce a trovare risposta.

"Chi dispone gli eventi? Perché davanti ai miei occhi devo vedere, galleggianti dentro barattoli di vetro, pezzi di bambino, alcuni irriconoscibili, altri tremendamente noti come possono esserlo un braccio, una mano, un piede? Se ci sei tu, Dio, dietro tutto, perché non hai preso me? O qualsiasi altro adulto sulla faccia della Terra? Gente con anni alle spalle, che ha gioito e sofferto, che ha dato e ha preso. Se questo ospedale mi rilancia ogni giorno un’ombra da inseguire, allo stesso modo mi annienta con l’indecifrabile destino di tanti bambini, e appellarmi al mistero non mi riesce. Se ci sei tu, Dio, dietro tutto, quello che fai compiere qua dentro non è giusto. Tu, non noi, dovresti chiedere perdono."

Inoltre,Daniele nel suo percorso di rinascita avrà molte ricadute:notti passate nei bar di Roma dove le soli parole che gli uscivano da bocca erano "un bicchiere di bianco",ma infondo "occorre attendere, sapendo bene che le ricadute sono in agguato, e di solito sono peggio della malattia stessa".

Eppure Daniele riuscirà ad ottenere la sua serenità interiore, potenziando anche la scrittura,che aveva ormai abbondonato da qualche anno,mettendola a servizio proprio dei volti del dolore incontrati all’ospedale, proponendo al presidente un’antologia di poesie che sarà accolta favorevolmente, ciò che gli consentirà di custodire il prezioso vissuto, un’antitesi a quella "dimenticanza" cui ambiva tanto in precedenza.Infatti a chiudere il libro è la seguente frase:《voglio ricordare tutto》in netta contrapposizione con una delle prime frasi che introducono il libro: "non voglio ricordare nulla".

Dunque il libro ci mostra come tutto sia possibile attraverso la storia di un giovane alcolizzato che trascorso i suoi ultimi quattro anni ponendosi un solo obiettivo:"LA DIMENTICANZA".Malgrado la sofferenza recata e provata,riesce a trovare la forza di rialzarsi dopo aver toccato il fondo e al tempo stesso decide di denudarsi scrivendo un libro sulla sua esperienza affinché la sua storia sia la storia di tutti."

-recensione a cura di Martina Pia Manfredi

Citazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La casa degli sguardi, Daniele Mencarelli
  2. ^ La casa degli sguardi, Daniele Mencarelli
  3. ^ La casa degli sguardi, Daniele Mencarelli
  4. ^ La casa degli sguardi, Daniele Mencarelli