Utente:Lorelorelore/Sandbox/Corto Maltese

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Da fontare[modifica | modifica wikitesto]

Attraverso le avventure del suo marinaio, Pratt si affermò come uno dei più importanti autori di fumetti al mondo. Il suo immaginario così colto e popolare al contempo, la perenne ricerca di uno stile grafico essenziale ed espressivo (tenendo sempre a mente la lezione del maestro Milton Caniff e costeggiando, per certi versi, le soluzioni della "linea chiara" franco-belga), la consumata abilità narrativa lo rendono un punto di riferimento per chi voglia studiare le possibilità espressive della "letteratura disegnata" (orgogliosa definizione data dallo stesso Pratt, che comunque preferiva farsi chiamare "fumettaro")[senza fonte].

Gabriele Salvatores racconta di aver rifiutato di girare un film su Corto Maltese, perché la sceneggiatura propostagli ne avrebbe fatto solo un altro Indiana Jones.[1]

Terzo capitolo[modifica | modifica wikitesto]

Si rifugia nell'ironia

Pratt ha vissuto le avventure a differenza di Salgari

Accostamento a Melville, Conrad e Hemingway

Stile narrativo[modifica | modifica wikitesto]

Hugo Pratt dimostrò importanti qualità narrative oltre che disegnative. Umberto Eco scrive che in Pratt si trova una fusione di perfezione rara tra disegno e storia e afferma che se ipoteticamente si eliminassero i disegni dai suoi fumetti egli rimarrebbe comunque un grande romanziere "di vasta immaginazione, di incredibile talento e poesia".[2]

(Commenti sul disegno di Pratt in pagg.197-199)


Le avventure sono il prodotto delle esperienze dell'autore; queste esperienze vengono in seguito romanzate, sono trasformate in fantasticherie, in favole, grazie ad una giocosa invenzione. Gianni Brunoro vede in questo un'affinità con il regista Federico Fellini, che anch'egli trasfigura "i propri accadimenti" in "romanzo cinematografico", facendoli diventare "esperienza di tutti".[3]


Gianni Brunoro nota che "il modo di presentarsi dell'avventura" cambia ad ogni episodio.[4] Mentre nei primi episodi le avventure si presentano con le tradizionali scene d'azione, molto movimento e paesaggi esotici, negli episodi successivi le avventure di Corto Maltese si arricchiscono di riferimenti letterari, storici e cinematografici e presentano sempre profondi contenuti sociali, politici ed esistenziali; in alcune avventure il personaggio Corto Maltese sembra addirittura alla ricerca di sè stesso.


Talvolta l'ironia ha una funzione catartica rispetto alla carica drammatica accumulatasi[5].


Lo stile narrative delle storie di Corto Maltese cambia di pari passo con le tematiche che si presentano in tali avventure. La Ballata, la prima storia con protagonista il marinaio maltese, può essere definita come un'opera corale in cui Corto Maltese ha un ruolo da protagonista che però deve di volta in volta condividire con i vari personaggi (dal Monaco a Pandora a Rasputin a Slutter ecc.). Quando Pratt inizia a lavorare per Piff Corto Maltese diviene invece il solo protagonista delle avventure. Le storie pubblicate su Piff hanno uno schema che sembra ripetersi: inizio, sviluppo dell'avventura vera e propria e conclusione. In seguito Pratt si disancora da questo impianto schematico ripetitivo allo stesso modo in cui Corto Maltese acquisisce una maturità e una complessità sempre più completa. Il punto di svolta è secondo Brunoro il passaggio a Linus. Egli sostiene infatti che mentre i lettori di Piff erano i ragazzi, Linus invece è indirizzato a un pubblico più adulto e culturalmente più maturo. Non compaiono più personaggi adolescenti come nelle prime avventure (Pandora, Cain, Tristam Bantham), adesso i personaggi sono pressoché tutti adulti, così come le tematiche e i contesti sono letterariamente più elevati.

Brunoro scrive che la complessità costruttiva delle storie di Corto Maltese dovrebbe renderlo un fumetto apprezzato da pochi, tuttavia il fumetto è divenuto molto popolare. Secondo Brunoro ciò è possibile grazie a scorrevolezza narrativa. La "leggibilità del fumetto dimostra secondo Brunoro l'esistenza di due chiavi di lettura: una "epidermica" che si interessa allo svolgersi dell'avventura/vicenda e a come il protagonista ne affronta le avversità e le risolve; un'altra più approfondita che coglie quegli aspetti più profondi delle avventure di Corto Maltese e che permette al fumetto di essere fruito e apprezzato da un pubblico culturalmente maturo.(pagina 190-191)


Uno degli espedienti narrativi utilizzati da Pratt è il sogno: secondo Brunoro la dimensione onirica è necessaria in quanto certe fantasticherie che l'autore vuole raccontare non legherebbero con l'impostazione realistica del racconto e dei suoi personaggi.[6]


In Corto Maltese si sprecano i riferimenti colti. Le "citazioni e i prestiti"(rivedi) vanno dalla letteratura d'avventura (London Conrad, "mi è rimasta dentro") alle opere capitali quali Corano, Bibbia, Ching e altri testi esoterici alla poesia (Rimbaud, ecc.). Brunoro sostiene che Cortomaltese è un'"opera profondamente colta e costituisce una delle poche opere fumettistiche che capaci di dialogare pari a pari con qualsiasi altra creazione letteraria"; così facendo per Eco (prefazione delle Etiopiche, ricontrollare) Pratt difende l'autonomia del fumetto come genere autonomo. (220 ca.)


L'opera fumettistica di Pratt, anche e soprattutto per quanto riguarda la saga Cortomaltese, è caricata da una consistenza letteraria: grazie a un particolare progresso stilistico e tematico si possono definire le sue opere con l'espressione "letteratura disegnata", coniata dallo stesso autore veneziano[7]. Nel proseguire della sua carriera infatti i fumetti di Pratt assumono sempre di più i connotati del romanzo.

Gianni Brunoro osserva come già nel 1967 la Ballata del mare salato consista nel primo esempio assoluto italiano di graphic novel e che si possono evidenziare gli elementi che la possono categorizzare come un vero e proprio romanzo, un'opera letteraria, corredato però da illustrazioni e disegni[8]. Innanzitutto, come un'autentica opera letteraria, la Ballata non si basa su una vaga ambientazione alla stregua dei fumetti classici, ma su una precisa realtà storica (l'inizio del XX secolo), e di questa ambientazione vengono sottolineati gli aspetti politici, sociali, economici e umani. Inoltre nella Ballata l'autore effettua un'analisi introspettiva della psicologia dei vari personaggi. Infine l'opera si presenta come un racconto corale caratterizzato da grande equilibrio narrativo dove tutti i personaggi hanno spazio e nessuno prevarica l'altro, nemmeno lo stesso Corto Maltese, come in una matura opera letteraria (il marinaio maltese diventerà unico protagonista solo dalla ripresa della saga sulla rivista Pif Gadget).

L'esigenza di dare autorità letteraria al fumetto porta Pratt a cambiamenti tematici e stilistici che si notano sopratutto a partire da Favola di Venezia[9]. Da una parte il disegno si fa sempre più scarno ed essenziale, ma non meno espressivo; dall'altro la componente testuale diviene sempre più ricca con notizie storiche, riferimenti e la trattazione di temi importanti dai risvolti umani, sociali, letterari e misterico-esoterici (come la massoneria o l'immortalità). Le storie acquistano sempre più caratteristiche appartenenti al genere del romanzo avvicinandosi agli odierni graphic novel[9].

L'integrazione tra letteratura e fumetto e la nobilitazione di quest'ultimo divennero il primo e unico scopo dei suoi ultimi anni di carriera. É in questo processo si inserisce la trascrizione in romanzo della Ballata del mare salato (1995) e di Corte sconta detta arcana (1996)[10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ «Rifiutai – ha spiegato – perché il produttore voleva farlo diventare una specie di Indiana Jones. E io preferisco lasciarlo navigare su quella sottile linea d’inchiostro e sognare un film su Corto Maltese scritto da Hugo Pratt e diretto da Sergio Leone. E forse, da qualche parte, quei due ci stanno lavorando»[senza fonte].
  2. ^ Umberto Eco, Prefazione, in Le Etiopiche, Milano, Bompiani, 1980.
  3. ^ Gianni Brunoro, pag.13
  4. ^ Gianni Brunoro, pag.77
  5. ^ Gianni Brunoro, pag.66
  6. ^ Gianni Brunoro, pag.193-194
  7. ^ Gianni Brunoro, pag.225
  8. ^ Gianni Brunoro, pag.228-229
  9. ^ a b Gianni Brunoro, pag.235
  10. ^ Gianni Brunoro, pag.237

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]