Utente:Ciotto per inerzia/Sandbox

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La controbanda[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver prestato servizio in Croazia durante la Guerra nel periodo tra il 1940 e il 1943, con il grado di sottotenente, presso la 537 Compagnia Mitraglieri, all'indomani dell'8 settembre Adriano Adami aderì alla Repubblica Sociale Italiana e venne destinato alla 4ª Divisione alpina "Monterosa" [1] [2] ,la divisione che fu inviata in Germania per sei mesi, per essere addestrata da istruttori tedeschi e armata con materiale proveniente dai magazzini della Wehrmacht. Combatté prima in Garfagnana ; presente alla diserzione in massa del Vestone (....),il tenente Adami, detto Pavan , arrivò dunque in Piemonte con il trasferimento della 4ª Divisione alpina "Monterosa" il 2 settembre 1944, divisione voluta dal potere centrale per assicurare le retrovie; a questo compito di presidio in Val Varaita fu assegnato il 16 novembre 1944 [3], a poco più di ventidue anni alle dipendenze dirette del maggiore Mario Molinari, comandante del battaglione Bassano. Alla testa di un' unità esigua e ben equipaggiata, Adami si occupava di un ampio territorio del cuneese comprendente i comuni di Sampeyre, Casteldelfino dove ebbe la sua sede, Pontechianale, Costigliole Saluzzo, Brossasco e Venasca. Il suo compito era quello di perlustrare ed assicurare le retrovie, sbarrando le azioni contrastanti dei partigiani locali; l'attività di controbanda che il tenente ed il suo gruppo di uomini portarono avanti in ottemperanza agli ordini della Repubblica Sociale Italiana, consistette nel cercare principalmente di catturare i capi partigiani[4]. Secondo Giorgio Bocca la banda di Adami, detto Pavan, risultava " Composta da una quarantina di volontari dispensati dal servizio normale e completamente autonomi, guidata da un ufficiale tanto feroce quanto abile e coraggioso(Giorgio Bocca si riferisce ad Adami medesimo che nomina poco prima nella sua testimonianza), la banda opera quasi sempre di notte; si avvicina a un distaccamento partigiano e in caso di sorpresa perfetta (sentinella pugnalata o strozzata) attacca l'accantonamento, lancia cariche esplosive per le finestre,sfonda la porta, sgrana raffiche all'interno e prima che i partigiani sopravvissuti reagiscano si sgancia senza subire perdite . Nel caso invece che la sentinella dia l'allarme, si limita a una sparatoria: E' un sistema quasi perfetto: gli attaccanti non corrono rischi, mentre gli attaccati o sono colpiti, o hanno i nervi a pezzi. Costretti a moltiplicare i servizi di guardia, affaticati dagli spostamenti continui , i gruppi partigiani devono abbandonare temporaneamente la valle. per fortuna della Resistenza la tecnica di Pavan ha scarsi imitatori". [5]

Altre testimonianze rafforzano l'affermazione di Bocca circa la tecnica, fortunatamente senza troppi imitatori, del tenente Adami . Il sistema di Adami /Pavan consiste nello smettere la divisa ed indossare panni borghesi per meglio spiare le mosse dei partigiani. Racconta infatti Lelio Peirano, detto King, fondatore di un primo gruppo partigiano a Verzuolo , successivamente confluito nella formazione garibaldina (Battaglione Garibaldi ) in Valle Varaita, che il 18 novembre "alle ore 22 due ufficiali (Ten.Adami e S.ten. Boito) e 4 sott.(sottufficiali) in abito civile partono per un'operazione di spionaggio in territorio partigiano. E' la prima volta che viene effettuata una tale azione e si spera avere buoni risultati" [6]

Le azioni di Adami/ Pavan e della sua banda sono molteplici e lo vedono parte attiva in numerosi assalti ad automezzi e carriaggi, in azioni di sminamento dei ponti, negli scontri avvenuti nelle vicinanze della frazione San Mauro, nel rastrellamento nell'area di Lemma , in quello di Rossana e in quasi tutte le azioni che ebbero per teatro la Val Maira e Varaita. Le rappresaglie successive agli eventi militari sono sempre, da parte di Adami, improntate a violenza e crudeltà su partigiani catturati e civili. Riporterei qui la testimonianza del Parroco Salomone di Sampeyre perché non partigiano.

Quando il Battaglione Bassano nell'aprile del 1944 ormai versava in gravi quanto irreversibili difficoltà, solo Adami fuggì per la valle Po "il mattino del 24 aprile(....) con un carro trainato da cavalli in compagnia di alcuni militari e con la sua compagna..." [7]

La sera del 26 aprile 1944 la brigata Morbiducci e quella GL (Giustizia e libertà) entrarono in contatto , i Garibaldini avevano già liberato Venasca e Brossasco era già stata presa dai volontari del distaccamento Savorgnan. Dopo la condanna alla pena capitale del sergente Rigobello, fucilato presso il cimitero di Brossasco e del sergente Gianni Marin a Venasca, Adami il 30 aprile, rimasto solo con nove alpini a Sampeyre, partì per Saluzzo di fatto concludendo le vicende del Battaglione Bassano in Val Varaita [8]

Il gruppo di Adami, ormai in rotta e ridotto a sette alpini , raggiunse Borgo Crissolo diretto verso il Montoso per scendere in Val Pellice.

Il 28 aprile "Durante una schiarita nella nebbia, in lontananza, in basso (...) vediamo arrivare la comitiva degli ufficiali fascisti. Tutti uomini alti,robusti, bene armati, bene equipaggiatI(...) guardando bene si intravede anche una donna, sette uomini e una donna )" [9].

Adami /Pavan capì l'inutilità della resistenza ad oltranza e dopo una sparatoria, si arrese. Insieme ai suoi fu rinchiuso a Paesana nell' edificio scolastico "La strada antistante le scuole si riempiva. La cosa si stava mettendo a serio, urla,imprecazioni,una cosa indescrivibile, da far rabbrividire(....)presi le misure di sicurezza, piazzai un mitragliatore sulla porta dell'ingresso dell'edificio e chiusi i cancelli che danno accesso dal cortile alla strada" .[10]

I repubblicani, ricevuti i conforti religiosi di Don Ghio, il parroco di Paesana, furono interrogati da Andrea Bruno, partigiano detto Santabarbara, comandante della 15a Brigata e successivamente condotti a Saluzzo.

"La gente , al passaggio di Adami/ Pavan si riversa in strada e costringe Remo ( l'autista del mezzo)a fermarsi più volte ed a utilizzare metodi sbrigativi per far proseguire l'automezzo. Nella cittadina, una fitta protesta accoglie i prigionieri....

Sottoposti al giudizio di un tribunale popolare emanato dal locale CLN, quattro sono dichiarati colpevoli e tre sono prosciolti da ogni accusa. Adami, Frison , Lanza e Germiniani, condannati, vengono fucilati, all'interno della caserma Musso, la sera del 2 maggio 1945".

Si conclude così la vita di Adriano Adami, detto Pavan , combattente nella controbanda, tenente fedelissimo della Repubblica Sociale Italiana.

  1. ^ MARCO RUZZI, Garibaldini in Val Varaita 1943-1945 tra valori e contraddizioni, ANPI Verzuolo- Istituto Storico della Resistenza di Cuneo, 1997, pag 49.
  2. ^ Il male assoluto, RA.RA. Edizioni, pag 314.
  3. ^ Il male assoluto,RA.RA,pag 314.
  4. ^ Liliana Peirano, Il male assoluto, RA.RA. edizioni, pag 263
  5. ^ Giorgio Bocca, Storia dell'Italia Partigiana, ed.Laterza 1966, pag 370-371.
  6. ^ Marco Ruzzi, Garibaldini in val Varaita : 1943-1945 : tra valori e contraddizioni / Marco Ruzzi. - Verzuolo : ANPI Verzuolo, Istituto Storico della Resistenza, Cuneo 1997. pag .50 ..
  7. ^ P.PONTE, I ricordi di un garibaldino citazione, op. cit in Garibaldini in val Varaita : 1943-1945 , pag 87.
  8. ^ Garibaldini in Val Varaita, op.cit., pag 87.
  9. ^ A.BIGLIA,I miei ricordi,pag 14 (dattiloscritto) E. ZUCCONI, Divisione Monterosa, pag 26; entrambi le citazioni sono in "Garibaldini in val Varaita : 1943-1945..., pag 88.
  10. ^ A.BIGLIA op. cit p.15; G.GHIO, Pagine memorande di Storia 1943/1944/1945 Paesana, Saluzzo, Tip. Op,1949, pag 101-102 entrambi citazioni contenute in pag 101/102 - citazioni contenute in MARCO RUZZI,Garibaldini in val Varaita : 1943-1945, pag.89.