Utente:Beniaminomino/Sandbox2

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I MONUMENTI A RICORDO E I CIMITERI MILITARI


Passati più di 100 anni dall’inizio della Prima Guerra Mondiale e dall’entrata i guerra dell’Italia contro l’Impero austro-ungarico, che cosa rimane nel nostro territorio di quegli anni, di quelle battaglie e di tutti coloro che hanno combattuto?[1] Ci rimangono alcune testimonianze, tra cui oggetti recuperati (spille, cartoline, utensili…), scritte e dediche incise su roccia (per i comandanti, i capi e i soldati semplici caduti in battaglia), le cerimonie commemorative che si celebrano oggi, i monumenti a ricordo nelle città, i cimiteri militari.[2]


Tra tutte queste testimonianze le più importanti sono i monumenti e i cimiteri in ricordo delle persone che hanno sacrificato la propria vita in battaglia per difendere la patria. Durante la guerra, attorno al 1916-18, vennero costruiti numerosi e piccoli cimiteri di guerra, accanto ai campi di battaglia e alle trincee e nei fitti boschi. Questi piccoli cimiteri erano costruiti dai soldati al fronte in modo ordinato e devoto, che nonostante la fretta e la paura presenti durante la guerra volevano dare una degna sepoltura ai compagni caduti. Nel dopoguerra, molti dei resti seppelliti nei cimiteri vicino ai campi di battaglia, vennero trasportati in luoghi di ricordo o monumenti destinati proprio a questi caduti. Vennero trasportati lì perché i piccoli cimiteri sui monti erano ormai abbandonati e stavano cominciando a degradarsi. Inoltre era diventata troppo costosa la loro manutenzione quando venivano risistemati, erano difficili le celebrazioni in quei luoghi e si cercava un modo più degno di conservare i corpi.[3]


Il primo monumento istituito per questi caduti, nella nostra zona, fu l’Ossario del Pasubio. Costruito nel 1920, ma consacrato nel 1926, l’Ossario del Pasubio (nome completo: "Sacello Ossario del Pasubio al Pian delle Fugazze e Museo della I° armata") si trova nei pressi del Pian delle Fugazze (VI) e ospita più di 5.000 salme nelle cripte. È noto per la sua torre alta 35 m. e per una dedica scolpita in marmo: “FORSE NEPPUR PER LORO MA PER LE MAMME, PER I PADRI, E PER GLI ALTRI CHE FURON CARI”.[4]


L’Ossario di Asiago (nome completo: "Sacrario Militare Leiten") si trova nell’Altopiano di Asiago (VI): è uno dei più grandi ossari d’Italia della grande guerra insieme a quello di Redipuglia e di Cima Grappa. Costruito nel 1932 custodisce le spoglie di quasi 55.000 caduti, di cui almeno 33.000 ignoti, recuperati nel 1938 da altri cimiteri. Il suo arco trionfale è alto quasi 50 metri ed è posto sopra una terrazza panoramica.[5]


L’Ossario del Cimone (nome completo: "Ossario monumentale del Monte Cimone di Tonezza") si trova nell’Altopiano di Tonezza del Cimone (VI), presso le Prealpi Vicentine della Valdastico, ed è collocato su un monte che nel 1916 vide esplodere la propria vetta a causa di una mina di 14.200 kg posizionata dagli austriaci. Ospita oltre 1200 caduti ignoti ed è noto per il suo arco quadriportico e per la scritta:

“SEPOLTI DA MINA NEMICA QUI DORMONO MILLE FIGLI D’ITALIA”. Venne inaugurato il 28 settembre 1929 dal principe Umberto di Savoia. Il suo architetto è stato Thom Cevese, seppellito proprio qui.[6]


Il Cimitero di Folgaria, tra Rovereto e Lavarone (TN), ospita circa 2.505 salme provenienti da piccoli cimiteri e lì trasferite tra il 1921-'32. Si trova vicino all’Ospedale Militare Maltese gestito dall’Ordine dei Cavalieri di Malta.[7] Il Cimitero di Slaghenaufi è situato sempre vicino all’omonimo ospedale, sull’altopiano di Lavarone. Anche in esso sono state trasportati, tra il 1921-'32, circa 750 caduti.[8]


Il Cimitero di Costalta è situato vicino a Lavarone e Luserna: anch’esso ospitò qualche centinaio di caduti fino al 1921. Dopo i caduti vennero trasportati al grande Ossario di Asiago.[9]


Il Cimitero austroungarico di Tonezza si trova nella Contrà Campana (Crosati), è stato costruito nell'estate del 1916 e ha sostituito i cimiteri di Contrà Grotti e Campana. Nel 2006 è stato rinominato "Monumento alla Concordia e alla Pace". Ospita più di 1000 caduti austroungarici, che facevano parte del secondo reggimento Kaiserjäger e dei reparti Landstum . Per ricordare i caduti sono state costruite 100 croci in legno e sono state recuperati due cippi che riportano i nomi di due ufficiali scomparsi.


Vi sono poi altri cimiteri militari sui monti della Val Leogra, tra cui quello di Cerbaro, Passo Campedello, Bocchetta Campiglia, Busa Novegno...[10]


Un esempio della devozione italiana, in particolare di quella veneta, si ha nell'immagine dello stemma della Provincia di Vicenza: qui sono rappresentati i quattro Monumenti-Ossari che si trovano sulle montagne circostanti, ossia il Monte Pasubio, il Cimone,il Leiten di Asiago e il Monte Grappa. E' pertanto un simbolo eloquente del rispetto che la terra vicentina ha verso la propria storia legata alla Grande Guerra.[11]




Bibliografia:

  • Mariano De Peron, Siti di guerra, Studio Immagine SRL, 2011, pp. 140-5; 162-173;
  • Hiker's World, Monumenti e musei testimoni della Grande Guerra, Azzurra Music SRL, 2014;
  • Hiker's World, Escursioni nei luoghi della Grande Guerra, Azzurra Music SRL, 2014
  • Guido Baldessari e Davide Port, Alessia Mambelli e Caterina Fede in, Il fronte d'acciaio, Folgaria, Lavarone, Luserna, Alpe Cimbra Azienda per il Turismo, 2014

Sitologia:

Wikipedia, Ossario del Monte Cimone

Wikipedia, Tonezza del Cimone

  1. ^ Mariano De Peron, Siti di Guerra, Studio Immagine SRL, 2011, pp. 163-164.
  2. ^ Mariano De Peron, Siti di Guerra, Studio Immagine SRL, 2011, pp. 165-173.
  3. ^ Mariano De Peron, Siti di Guerra, Studio Immagine SRL, 2011, pp. 140-5.
  4. ^ Hiker's World, Monumenti e Musei testimoni della Grande Guerra, Azzurra Music SRL, 2014, pp. 42-47.
  5. ^ Hiker's World, Monumenti e Musei testimoni della Grande Guerra, Azzurra Music SRL, 2014, pp. 80-85.
  6. ^ Hiker's World, Escursioni nei luoghi della Grande Guerra, Azzurra Music SRL, 2014, pp. 96-103.
  7. ^ Alessia Mambelli, Caterina Fede, Il Fronte d'Acciaio, Folgaria, Lavarone, Luserna, Alpe Cimbra Azienda per il Turismo, 2014, p. 32.
  8. ^ Guido Baldessari, Davide Port, Il Fronte d'Acciaio, Folgaria, Lavarone, Luserna, Alpe Cimbra Azienda per il Turismo, 2014, p. 33.
  9. ^ Guido Baldasseri, Davide Port, Il Fronte d'Acciaio, Folgaria, Lavarone, Luserna, Alpe Cimbra Azienda per il Turismo, 2014, p. 33.
  10. ^ Mariano De Peron, Siti di Guerra, Studio Immagine SRL, 2011, pp. 122-123.
  11. ^ Mariano De Peron, Siti di Guerra, Studio Immagine SRL, 2011, p. 121.