Coordinate: 44°06′12.1″N 9°56′15.99″E

Utente:Archignere/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Ponte di San Genesio[modifica | modifica wikitesto]

Ponte di San Genesio
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàSarzana
AttraversaMagra
Coordinate44°06′12.1″N 9°56′15.99″E
Dati tecnici
TipoPonte ad archi
Materialemuratura
Carreggiate2 (una stradale e una ferroviaria)
Realizzazione
ProgettistaGiuseppe Bella per conto del Genio Civile
Chiusura8 ottobre 1968 (crollo)
Mappa di localizzazione
Map

Il ponte di San Genesio era un ponte stradale e ferroviario che univa Sarzana alla Spezia nei pressi di Romito Magra (frazione di Arcola) e precisamente presso lo Scoglio (o Punta) di San Genesio.

Il ponte fu il primo collegamento stabile fra le due sponde del fiume nel Piano di Arcola fino al crollo, avvenuto l'8 ottobre 1968.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'attraversamento del Magra[modifica | modifica wikitesto]

Il collegamento fra La Spezia e Sarzana

TESTO

Genesi del progetto[modifica | modifica wikitesto]

La scelta del sito presso il quale collocare il nuovo ponte attraversò un lungo dibattito pubblico, dove gli abitanti della Spezia premevano per fissare la posizione presso il sito di Fornola e quelli di Lerici per mantenerlo presso lo scoglio di San Genesio a Romito Magra.[1] Presso entrambi le località e presso Ameglia erano presenti delle scafe, ovvero delle imbarcazioni con funzione di traghetto a pagamento; la scelta fu fatta ricadere dal governo sul secondo sito, indicato già nel 1846 dal re Carlo Alberto.[2]

Dopo la presentazione di tre diversi progetti,[3] la legge 1699 del 14 giugno 1856 ratificò la convenzione, siglata il 20 maggio, fra lo Stato e il conte Cattaneo per la costruzione del ponte sulla base del progetto predisposto dal cavalier Giuseppe Bella, ispettore del Genio Civile, del sopralluogo di cantiere del 29 marzo e del capitolato presentato il 24 aprile dello stesso anno. Allo scopo vennero stanziate 400,000 lire da erogarsi in tre anni, maggiorabili fino a 40,000 lire per aumentare la larghezza del ponte fino ad ospitare anche la strada ferrata.

A Cattaneo venne concesso l'esercizio del ponte con riscossione del relativo pedaggio per la durata di 75 anni; gli venne pure accordato l'esercizio della scafa di Trebiano, la cui tratta veniva a coincidere con il tracciato del nuovo ponte.

La concessione prevedeva la possibilità per lo stato di riscattare la concessione nell'eventualità di trasformazione del ponte a un uso misto, stradale e ferroviario; ipotesi che si verificò già nel 1863, con il prolungamento della ferrovia Pisa-Massa in direzione di Sarzana e poi fino alla Spezia. Cattaneo fu dunque liquidato per lire 387,337.53 e il ponte rilevato dallo stato; la tratta Sarzana - La Spezia fu inaugurata il 4 agosto 1864.

Il ponte[modifica | modifica wikitesto]

TESTO

Il ponte fu costruito nel 1857.

Venne emessa una medaglia commemorativa in bronzo per l'occasione.


In uscita dalla stazione di Arcola, la linea piegava leggermente a sinistra, per poi compiere una curva a destra su un rilevato coincidente con il percorso dell'attuale via Giovato, imboccando in rettilineo una galleria con orientamento nord-sud; il portone metallico che schermava l'accesso alla galleria è ancora visibile dalla statale, circa 100 metri prima dell'Oratorio di San Genesio. Al termine della breve galleria, con una contro-curva il tracciato prendeva orientamento ovest-est e imboccava il ponte in direzione di Sarzana, parallelamente all'attuale via Muccini.

La rettifica della linea e il nuovo ponte ferroviario[modifica | modifica wikitesto]

Unico tratto rimasto a semplice binario lungo la linea Pisa-La Spezia,[4][5] il percorso fra Sarzana ed Arcola lungo il ponte di San Genesio costituiva una strozzatura difficile da eliminare, che non poteva essere risolta in modo lineare mediante il raddoppio della galleria e allargamento del ponte esistenti senza pregiudicare la stabilità di entrambi i manufatti. La soluzione fu di realizzare una rettifica al tracciato, con relativa costruzione di un nuovo ponte a doppio binario circa 500 metri a monte del ponte originale.

Le fondazioni del nuovo ponte, realizzate col metodo ad aria compressa in analogia al da poco inaugurato ponte stradale di Caprigliola, situato pochi chilometri a monte nei pressi di Bettola, furono portate a termine fra il giugno 1908 e il novembre 1909, cui fece seguito la costruzione del ponte vero e proprio in pietra e mattoni (appaltata alla ditta Peraldo Oreste) fino al dicembre 1910. Il collaudo avvenne nel marzo 1911 e l'apertura all'esercizio il 1° aprile 1911.[4]

Il nuovo ponte fu presentato fra le opere d'arte di recente realizzazione nel Padiglione delle Ferrovie dello Stato alla Esposizione Internazionale di Torino del 1911.[6] Il manufatto esiste ed è in uso a tutt'oggi; è lungo 404 metri con due piazzali maggiori alle estremità, ha carreggiata larga 9 metri e consta di 13 arcate di luce 25 metri ciascuna divise in gruppi di 4, 5 e 4 arcate, da due piazzali semicircolari minori cui in elevato corrispondono dei contrafforti in pietra. Era dunque assai simile al ponte più vecchio.

Fra le due guerre[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante il cessato utilizzo a scopo ferroviario, il ponte di San Genesio rimase tuttavia armato nella carreggiata dedicata.


La galleria

TESTO

I bombardamenti[modifica | modifica wikitesto]

TESTO

Il crollo[modifica | modifica wikitesto]

Fra le piene fluviali dell'autunno 1968, che interessarono l'intera Liguria, va inclusa quella dell'ottobre 1968 nella zona della Spezia, dove ci fu l'esondazione di numerosi corsi d'acqua, tra i quali il canale Lagora, che causò l'allagamento della città.[7]

Il nubifragio che si abbatté sulla zona interessò anche la foce del fiume Magra, che nel tratto terminale compreso fra Vezzano e Bocca di Magra riceve il contributo delle acque del Vara. La piena delle acque innescò il crollo del ponte in due riprese: un'arcata crollò alle 17, altre cinque alle 18, interrompendo il traffico sulla statale 1 Aurelia.[7] Il crollo non coinvolse persone o veicoli.

Il ponte aveva già dato segnali di instabilità il 10 agosto 1968.[7] Un'interrogazione parlamentare del deputato Giuseppe Niccolai sollevò il dubbio che il ponte fosse stato indebolito dall'attività di alcune draghe che estraevano ghiaia per scopi edili, estrazione in corso nelle immediate vicinanze.[8][9]

Il ponte fu sostituito nel 1972 dall'attuale ponte stradale in calcestruzzo, collocato circa 250 metri più a nord.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Atti del Parlamento Subalpino, Discussioni, IV legislatura, sessione 1850, resoconto del 22 dicembre 1849, pagg. 10-11; Camera dei Deputati, Torino, 1850. Reperibile presso https://storia.camera.it/regno/lavori/leg04/sed002.pdf
  2. ^ Atti del Parlamento Subalpino, Discussioni, IV legislatura, sessione 1851, resoconto del 19 marzo 1851, pagg. 1462-1465; Camera dei Deputati, Torino, 1851. Reperibile presso https://storia.camera.it/regno/lavori/leg04/sed269.pdf
  3. ^ Atti del Parlamento Subalpino, Discussioni, V legislatura, sessione 1855-56, resoconto dell'8 febbraio 1856, pagg. 658-659; Camera dei Deputati, Torino, 1856. Reperibile presso https://storia.camera.it/regno/lavori/leg05/sed267.pdf.
  4. ^ a b Vincenzo Barbusca, Ponte per due binari sul fiume Magra in 13 arcate di muratura di mattoni della luce di m. 25 ciascuna al Km. 159 + 410 della linea Pisa-Spezia, in Rivista tecnica delle ferrovie italiane, vol. 1, n. 1, gennaio 1913, pp. 23-26.
  5. ^ Adriano Betti Carboncini, La Ferrovia Ligure (PDF), in I treni oggi, vol. 13, n. 126-127, maggio-giugno 1992.
  6. ^ Mostra delle Ferrovie dello Stato : Esposizione internazionale, Torino, 1911. - Torino : [s.n.], 1911. - 172 p. : ill. ; 22 cm. Disponibile presso http://www.museotorino.it/resources/pdf/books/407/files/assets/common/downloads/publication.pdf
  7. ^ a b c E.R., Ingenti i danni alla Spezia, in [La Stampa], 10 ottobre 1968, p. 13. URL consultato il 17 maggio 2020.
  8. ^ Camera dei Deputati. Assemblea, Resoconto stenografico. V Legislatura, 53^ Seduta, 11 novembre 1968. Interrogazione 4-02481, consultabile in http://legislature.camera.it/_dati/leg05/lavori/stenografici/sed0053/sed0053.pdf
  9. ^ Occorre pure ricordare che le pile del ponte poggiavano su pali battuti e non su fondazioni penumatiche, come già rilevato ai tempi della rettifica di tracciato e come evidente dal progetto originale. Si veda Vincenzo Barbusca, op. cit.