Utente:Andrea Caccìa/Sandbox

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I giardini pubblici di Ravenna sono il primo e più importante parco pubblico della città. Si trovano nel centro storico, lungo il Viale Santi Baldini, e misurano 37.500 metri quadrati. Sull'area dei giardini si affacciano importanti strutture monumentali come il Museo d'Arte della città di Ravenna e la Basilica di Santa Maria in Porto. Nelle vicinanze si trovano la stazione ferroviaria, la Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, il Palazzo di Teodorico e la Chiesa di San Giovanni Evangelista (Ravenna). Attualmente i giardini pubblici ospitano il Planetario, un bar chalet, un'area giochi per bambini e un percorso vita.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La storia dei giardini pubblici è legata all'adiacente monastero, realizzato insieme alla contigua Basilica di Santa Maria in Porto tra '500 e '600. In origine l'area ospitava gli orti dei monaci, che si estevano fino alle mura medievali, i cui resti si affacciano sul Viale Sante Baldini. Alla fine del '700, con la soppressione degli ordini religiosi, il monastero fu trasformato in quartiere militare, e in seguito (dal 1815) adibito a magazzino di pinoli. Nel 1885 la porta del monastero di Santa Maria in Porto fu smontata e rimontata al Museo nazionale di Ravenna. Oggi è murata tra l'abside della Basilica e la loggia. Nel 1886 l'area fu adibita a galoppatoio, e cominciò ad essere chiamata "é tond" dalla popolazione, per la sua caratteristica forma circolare. Agli inizi del Novecento l'area verde venne utilizzata come luogo di ritrovo per la cittadinanza, teatro di attività ricreative, manifestazioni sportive e celebrazioni militari e civili. Negli anni '20 l'ippodromo fu trasferito poco fuori dalle mura cittadine, e l'amministrazione comunale decise di trasformare l'area in giardino pubblico, come stava avvenendo in altre città italiane. La progettazione e realizzazione furono affidate nei primi anni '30 all'architetto piacentino Giulio Ulisse Arata, già conosciuto a Ravenna per il progetto del Palazzo della Provincia (Ravenna) la sistemazione della zona dantesca, che ospita la Tomba di Dante. I lavori iniziarono nel 1931 e nel 1934, con l'apertura al pubblico dello chalet, i giardini divennero subito un luogo molto frequentato ed apprezzato dalla cittadinanza. Nel corso della Seconda guerra mondiale il parco e il vicino monastero subirono ingenti danni alle strutture architettoniche e al patrimonio vegetale, parzialmente ripristinati nel decennio successivo. Nel 1985 è stato inaugurato il Planetario. Negli anni '90 i giardini sono stati recintati con una cancellata di ferro.

Flora[modifica | modifica wikitesto]

Tra gli alberi del parco spiccano per dimensioni due belle formazioni di magnolie, un gruppo di cipressi calvi, i pini domestici ed isolati cedri e pini dell'Himalaya. Nel parco ci sono anche alcuni esemplari di fotinia e piccoli gruppi di cipressi. La grande prevalenza di piante sempreverdi è in parte equilibrata da alcuni esemplari di liquidambar storace americano, koelreuteria, albero di giuda e lagestroenia oltre a tigli ed ippocastani. Gli alberi più antichi sono tre maestosi esemplari di farnia, quercia di pianura, da ricondurre al precedente uso rurale dell'area verde. Si è oggi persa quasi totalmente la presenza di arbusti, che si limita ad alcune macchie sempreverdi di laurocerasi e alloro.

Il Planetario[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1985 ha inaugurato ed è tutt'ora attivo il Planetario della città di Ravenna, meta didattica e turistica. E' dotato di una cupola di 8 metri di diametro, sotto la quale trovano posto fino a 56 spettatori per conferenze o lezioni. Il Planetario dispone anche di una sala convegni e una terrazza che permette l'osservazione del cielo. Sul lato sud dell'edificio si trova un grande orologio solare, mentre sul lato ovest è posizionato un cerchio di Ipparco che permette di conoscere il momento dell'equinozio. Normalmente si effettuano le osservazioni pubbliche del cielo e del sole. La facciata d'ingresso è stata arricchita da un'opera di Invader (artista, noto artista urbano francese, commissionata dal Comune di Ravenna.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mary Vignuzzi, Così nacquero i giardini pubblici a Ravenna, Ravenna, Il Romagnolo: mensile di storia e tradizione della provincia ravennate, p.4190-4193, 2013.
  • Mary Vignuzzi, Il progetto dei Giardini Pubblici, fa parte di: Arata e Ravenna: opere e progetti nella città di Corrado Ricci, p. 2010-2014, Ravenna, Longo Editore, 2008.
  • Paolo Bolzani (a cura di), Arata e Ravenna: opere e progetti nella città di Corrado Ricci, Ravenna, Longo Editore, 2008.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]