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Ero-guro nansensu (エログロナンセンス, ero-guro-nansensu), spesso abbreviato in ero guro o guro, è un movimento letterario e artistico nato e sviluppatosi in Giappone tra gli anni Venti e gli anni Trenta del Novecento, che combina l'erotismo a elementi macabri e grotteschi, bizzarri, apparentemente privi di senso. Queste componenti sono dichiarate nel nome stesso del movimento, una costruzione in stile wasei-eigo che utilizza in toto o in parte espressioni di etimologia inglese: ero da "ero(tic)", guro da "gro(tesque)" e nansensu da "nonsense". Ognuno di questi tre elementi rappresenta una deviazione dal valore convenzionale celebrato dalla società del tempo.[1]

La presenza di queste componenti varia notevolmente a seconda dei generi trattati, pur manifestandosi a livello intrinseco in quasi tutte le forme artistiche interessate.

Storia del movimento[modifica | modifica wikitesto]

Il movimento ero-guro nansensu nasce in Giappone a cavallo degli anni Venti e Trenta. Lo studioso di lingue e culture dell'Asia Orientale James Reichert lo definisce un fenomeno culturale di stampo borghese, risultato dell’improvviso influsso di importazione di beni di consumo occidentali alla fine del primo conflitto mondiale, e ne identifica le caratteristiche nell'esplorazione del deviante, del bizzarro e del ridicolo.[2] Tali aspetti contribuiranno in seguito a definire e dare forma al movimento letterario del modernismo giapponese[3].

Lo scrittore Ian Buruma avvicina l'atmosfera culturale e sociale della Tokyo degli anni Venti del periodo Taishō alla Berlino di Weimar, caratterizzata da "un edonismo volubile, a volte nichilista"[4].

Le prime fonti sull'uso del termine per definire tale fenomeno sono rintracciabili nella stampa del periodo, che coniò la parola per indicare, con un'accezione prettamente negativa, la cultura basata sul consumo di oggetti, immagini e intrattenimento[5]. Coloro che aderivano a questo fenomeno culturale adottarono solo successivamente questo termine per auto-definirsi[6]

BUCO: Non c'è legame con la parte.

La classe media iniziava a frequentare locali in cui si suonava il jazz, ad ascoltare la musica occidentale e a leggere romanzi gialli. In questo periodo si si assiste alla nascita di figure come il salaryman e la moga (モガ, la cui versione estesa è モダンガール, modan gāru), il modello della donna giapponese che seguiva una moda e uno stile di vita occidentale. Queste figure affollavano le strade del quartiere di Asakusa, a Tokyo, per recarsi a vedere le ultime e nuove proiezioni di immagini in movimento, in una società in cui il significato della vita dipendeva dall'abilità di consumare[7]. Il consumo cui si indica in questo frangente si caratterizza configura come un processo attivo, non una passiva o superficiale importazione della cultura di un altro paese, come affermato dai critici giapponesi della cosiddetta "americanizzazione"[8]. Le pratiche culturali che sostenevano il movimento dell'ero-guro nansensu si originavano come una forma di sfida alle ideologie dei periodi Meiji, Taishō e Shōwa, caratterizzate da uno stampo fortemente produttivista ed essenzialista[9]. In questo contesto, gli argomenti associati ai prodotti culturali dell’ero-guro nansensu, connotati da una forte carica erotica e bizzarra vengono ricostituiti come un gesto di trasgressione contro le nozioni sostenute dallo Stato di sessualità, moralità e identità costruttiva[2].

Nonostante il carattere di ribellione che caratterizzava il movimento, fu la forte ondata di militarismo che investì il paese in occasione della Seconda Guerra Mondiale che pose fine a questa particolare cultura del consumo. A seguito di ciò, il fenomeno dell'ero-guro nansensu visse un periodo di oblio. L’immagine del salaryman venne sostituita, rimpiazzata da quella del soldato coraggioso, e la moga maturò e crebbe fino ad incarnare il modello della buona moglie e saggia madre propagandato durante il secondo conflitto mondiale[10]. Pur rimanendo soppresso dagli apparati governativi per tutti questi anni, il movimento riemerse nel dopoguerra, trovando terreno fertile nel paese a partire dagli anni '80, in concomitanza con prosperità e benessere economico portato dalla formazione della cosiddetta "economia di bolla" (バブル経済, baburu keizai)[11].

Caratteri e tematiche[modifica | modifica wikitesto]

In quanto genere artistico, l'ero-guro nansensu alla corrente della “post-art”, che definisce le opere attraverso tre fondamentali caratteristiche delle immagini. Le immagini della "post-art" sono derivative, ovvero traggono il loro significato da stimoli esterni, come ad esempio il periodo storico in cui sono inserite, e vengono viste solo come un tramite per argomenti presi in prestito altrove[12], sono immagini sciocche, che vengono liquidate come un tipo di conoscenza informale, di carattere esclusivamente intuitivo, e che quindi non potranno mai trasmettere conoscenza formale[13], e immagini ingannatrici, che si camuffano esse stesse come una forma di piacere, ritornando concetto secondo cui le immagini sono l'opposto della conoscenza ed epitomo di ignoranza[14]. Il fenomeno artistico dell'ero-guro nansensu rispecchia nei suoi caratteri le descrizioni provviste della "post-art": deriva dal movimento culturale fondato sul consumo di massa degli anni '20 e '30, è facilmente classificato come sciocco e criticato per via del suo umorismo puerile e temi nonsense ed è ingannevole per la tendenza degli artisti a mostrare allo spettatore qualcosa che non è mai come appare (argomento al centro della definizione di grottesco)[15].

Nel caso del movimento ero-guro nansensu contemporaneo, le due caratteristiche che definiscono il genere artistico sono l'escalation e la sua conseguenza, la distruzione sia fisica che mentale. Ad esempio, in opere di esponenti come Shintarō Kago, e in maniera minore anche nei lavori di Suehiro Maruo, i soggetti vengono coinvolti in un'escalation che li porta all'estremo, fino a che non reggono le sollecitazioni e finiscono per esplodere. In questo momento si verifica la catarsi dell'opera, i limiti concettuali della pagina e del linguaggio vengono abbattuti e dall'atto di distruzione in sé il lettore può trarne intrattenimento.

Il nonsense[modifica | modifica wikitesto]

Uno dei tre aspetti che compongono la definizione del movimento si riferisce al concetto di nansensu. Latore di un messaggio di incomunicabilità, possiede in sé l’idea del fallimento nel trasmettere idee intellegibili, ma è agli standard culturalmente accettati che intende riferirsi[16]. L'umorismo nonsense si configura sia per una forma di ironia legata alla satira (seppure diversa rispetto a quella praticata in Occidente, che invece è considerata eccessivamente imbarazzante e rude[17]), che come farsa, entrambe tipologie di commedia molto popolari in Giappone[18].

L’umorismo legato alla farsa è spesso etichettato come rozzo e insensato, in quanto induce alla risata ma non offre spunti per una riflessione più profonda. In Giappone, in realtà, questo tipo di umorismo acquista un maggiore significato e viene utilizzato come strumento critico utile a porre in luce tutte le sfaccettature di una persona, in maniera completa e senza lasciare alcun dettaglio scoperto[19].

Il grottesco[modifica | modifica wikitesto]

Il concetto di grottesco (guro) è usato in maniera intenzionale per determinare uno squilibrio, una sproporzione fra gli elementi rappresentati. Definisce un atto di cambiamento, un tentativo da parte del soggetto di assumere una forma esterna alla propria, e il dolore che accompagna l'intero processo di trasformazione. Nel 1930 il critico cinematografico Yasuda Kiyou definì il grottesco come “la donna più nera dipinta di bianco […], non era tanto il suo essere nera, ma il tentativo di fuggire a quella forma che la rendeva grottesca”[15].

Il concetto di grottesco si può dotare di una doppia connotazione, a seconda del modo in cui viene interpretato. Se lo si analizza sotto una luce positiva, si lega ad immagini che riconducono alla nascita e al rinnovamento; in un'accezione negativa è associato alla morte e al decadimento. L'idea di grottesco sintetizzata nel movimento dell'ero-guro nansensu coniuga allo stesso tempo paura e divertimento, trovando una dimensione umoristica nella deformazione, nell'atto dell'assunzione di una forma grottesca. In questo modo, il corpo grottesco assume la posizione di una figura comica connotata da una profonda ambivalenza[20].

Un tratto fondamentale che contribuì al successo del fenomeno ha a che vedere con l'iniziale stato di shock che colpisce lo spettatore. Il motivo è da rintracciare nell'estetica del genere e nel tratto innegabilmente grottesco che caratterizza l'oggetto esaminato dagli artisti aderenti all'ero-guro nansensu. Nonostante il primo impatto sia tale da far distogliere lo sguardo per i suoi caratteri disturbanti, lo spettatore è poi colto da una morbosa curiosità di sapere di più, di esplorare meglio l'immagine appena vista, tale da invitare nuovamente l'occhio di chi guarda sul soggetto rappresentato[15].

L'erotico[modifica | modifica wikitesto]

La celebrazione dell'erotico (ero) contenuta all'interno del movimento ero-guro nansensu si costituiva, nelle sue miriadi forme, con un rifiuto del decreto legale di epoca Meiji secondo cui la sensualità non era adatta alla rappresentazione e alla messa in scena in pubblico, a meno che non venisse conformata ai rigidi standard della "moralità da paese civilizzato"[1]. All'interno dei numerosi Caffé sorti nel quartiere di Ginza a partire dagli anni Venti, i clienti potevano approfittare del servizio fortemente erotico delle cameriere, oltre che ascoltare musica jazz e consumare cocktail e cibo occidentale in un ambiente che ricostruiva lo stile e l'atmosfera dei luoghi sull'impronta europea e americana[21]. Fu a seguito della creazione di una immagine dei Caffé, ma anche sale da ballo, cinema e circoli musicali, come ambienti di ricerca e soddisfazione del perverso, che iniziò a crearsi un collegamento con la corrente ero-guro nansensu[22].


Il cinema[modifica | modifica wikitesto]


La musica[modifica | modifica wikitesto]


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Gregory M. Pflugfelder, Cartographies of desire:male-male sexuality in Japanese discourse, 1600-1950, Berkeley, University of California Press, 1999, p. 32, OCLC 486834081.
  2. ^ a b (EN) Jim Reichart, Deviance and Social Darwinism in Edogawa Ranpo’s Erotic-Grotesque Thriller ‘Kotō no oni, in Journal of Japanese Studies, vol. 27, n. 1, 2001, p. 114.
  3. ^ angela Yiu, A new map of hell: Satō Haruo's dystopian fiction, in Japan Forum, vol. 21, n. 1, 8 maggio 2009, p. 54.
  4. ^ (EN) Ian Buruma, Inventing Japan, 1853-1964, New York, Modern Library, 2003, pp. 67-68.
  5. ^ (EN) Miriam Silverberg, Constructing the Japanese Ethnography of Modernity, in The Journal of Asian Studies, vol. 51, n. 1, 1992, p. 32.
  6. ^ Silverberg, 1992, p. 32
  7. ^ (EN) Harry D. Harootunian, Overcome By Modernity, Princeton, Princeton University Press, 2011, p. 169, OCLC 765124947.
  8. ^ Silverberg, 1992, p. 49
  9. ^ Silverberg, 1992, p. 32
  10. ^ (EN) Miriam Silverberg, Erotic Grotesque Nonsense: The Mass Culture of Japanese Modern Times, Berkeley, University of California Press, 2006, OCLC 846172074.
  11. ^ Mark McLelland, A Short History of 'Hentai', su intersections.anu.edu.au.
  12. ^ David Joselit, Dopo l'arte, Milano, Postmedia Books, 2015, p. 55, OCLC 915926962.
  13. ^ Joselit, p. 60
  14. ^ Joselit, p. 61
  15. ^ a b c Silverberg, 2006, p. 115
  16. ^ William Tyler, Introduction: making sense of nansensu, in Japan Forum, vol. 21, n. 1, 2009, p. 9.
  17. ^ (EN) Jessica Milner Davis, Understanding Humor in Japan, Wayne State University Press, 2006, p. 194, OCLC 698798382.
  18. ^ Davis, p. 194
  19. ^ (EN) James Dorsey, Literary Mischief: Sakaguchi Ango, Culture, and the War, Lanham, Lexington Books, 2010, p. 7, OCLC 1105426708.
  20. ^ (EN) Lisa French, Womenvision: Women and the Moving Image in Australia, Melbourne, Damned Publishing, 2003, p. 168, OCLC 52766980.
  21. ^ Elise K. Tipton, Cleansing the Nation: Urban Entertainments and Moral Reform in Interwar Japan, in Modern Asian Studies, vol. 42, n. 4, 2008, p. 715.
  22. ^ Tipton, p. 717

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Michail Michajlovič Bachtin, Rabelais and his world, Bloomington, Indiana University Press, 1984, OCLC 251542111.
  • (EN) Mark Driscoll, Absolute erotic, absolute grotesque: the living, dead, and undead in Japan's imperialism, Durham, Duke University Press, 2010, OCLC 903290139.
  • David Joselit, Dopo l'arte, Milano, Postmedia Books, 2015, OCLC 915926962.
  • (EN) Harry D. Harootunian, Overcome By Modernity, Princeton, Princeton University Press, 2011, OCLC 765124947.
  • (EN) Jim Reichart, Deviance and Social Darwinism in Edogawa Ranpo’s Erotic-Grotesque Thriller ‘Kotō no oni, in Journal of Japanese Studies, vol. 27, n. 1, 2001, pp. 113-141.
  • (EN) Miriam Silverberg, Erotic Grotesque Nonsense: The Mass Culture of Japanese Modern Times, Berkeley, University of California Press, 2006, OCLC 846172074.
  • (EN) Miriam Silverberg, Constructing the Japanese Ethnography of Modernity, in The Journal of Asian Studies, vol. 51, n. 1, 1992, pp. 30-54.
  • (EN) William Tyler, Introduction: making sense of nansensu, in Japan Forum, vol. 21, n. 1, 2009.