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Il Palazzo del Podestà, oggetto del "maxi-risiko".

Con l'espressione maxi-risiko immobiliare sono indicati, con accezione polemica, gli accordi, relativi a diversi immobili del centro di Treviso, stretti a partire dal luglio 2007 tra il Comune, la Provincia e Fondazione Cassamarca.

Nei primi anni duemila profondi cambiamenti urbanistici sono stati attuati a Treviso grazie a diversi accordi tra le istituzioni pubbliche e Fondazione Cassamarca. Quest'ultima, è promotrice negli anni di diversi interventi di riqualificazione e restauro: dopo l'acquisto e il restauro, già nel 1987, di Ca' dei Carraresi, destinata a centro convegni ed esposizioni, si sono susseguiti il restauro del Teatro Eden e del Teatro Comunale, inaugurati rispettivamente nel 1999 e nel 2003, la riqualificazione del Palazzo dell'Umanesimo Latino, dell'ex Ospedale San Leonardo e dell'ex distretto militare, dal 2006 sedi distaccate delle Università di Padova e Venezia e perciò rinominati "Quartiere latino".

Coronamento di questa collaborazione è stato il cosiddetto "maxi-risiko immobiliare", un vasto programma che ha visto, in via generale, la cessione a Fondazione Cassamarca di diversi edifici di proprietà del Comune e della Provincia e l'acquisizione, come sedi per diverse istituzioni e uffici, di ampie metrature nell'Area Appiani.

L'accordo del 2007[modifica | modifica wikitesto]

«L’idea nasce dalla volontà di rendere concreto il concetto di area metropolitana. Quest’area, che andremo a valorizzare, offrirà un’opportunità di lavoro ma soprattutto una riscoperta delle radici e della nostra identità storica[1]

In base al Protocollo firmato da Gian Paolo Gobbo, Leonardo Muraro e Dino De Poli a Villa Albrizzi Franchetti, il 27 luglio 2007[2]:

«La Provincia, considerato che la Fondazione Cassamarca realizzerà a Preganziol e Casier, nei terreni limitrofi alla Villa Albrizzi Franchetti, una struttura universitaria, un centro per la medicina sportiva ed un auditorium di livello europeo, rinuncia all’opzione della vendita dell’immobile, sia per conservarlo quale propria sede di rappresentanza, sia per renderlo disponibile alle esigenze dell’università, quale portale di accesso al nuovo polo culturale e alla costituenda rete territoriale di servizi culturali; la Fondazione Cassamarca, avendo in corso di definizione un accordo con il Ministero degli Interni per il trasferimento presso la Cittadella delle Istituzioni "Appiani" sia della Questura sia della Polizia stradale, si impegna ad acquistarne le attuali sedi dall’ente proprietario (la Provincia), per renderle disponibili ad altri usi congrui alle esigenze della città, in accordo con l’Amministrazione comunale; la Fondazione si impegna altresì ad acquisire dalla Provincia l’immobile della Prefettura per conferirlo al Comune, debitamente ristrutturato ed adeguato alle esigenze dello stesso, ottenendone in permuta il complesso dell’ex tribunale, ex carceri ed ex caserma dei vigili, al fine di realizzare in quest’ultimo un albergo adeguato alle esigenze del nuovo turismo culturale che sta interessando la città capoluogo e la Marca nel suo complesso, con particolare riferimento all’area centro-sud (Sile e Terraglio); il Comune si impegna a trasferire uffici e funzionalità, secondo il proprio giudizio di opportunità, presso l’immobile denominato Prefettura in Piazza dei Signori, il centro simbolico di Treviso e della Marca intera, riunendo in un unico compendio il Palazzo dei Trecento e l’appartamento Ramanzini, al fine di garantire un sicuro riferimento alla vita civile e culturale della città. I sottoscritti, ciascuno per propria competenza, sottoporranno alla valutazione e all’approvazione dei Consigli Comunale e Provinciale e del Consiglio di Amministrazione della Fondazione, i contenuti del presente atto d’intesa. Termini e modalità attuative dell’accordo saranno oggetto di un apposito Accordo di Programma[3]

Fondazione Cassamarca[modifica | modifica wikitesto]

Intenzione di De Poli fu dunque creare in luogo dell’ex fabbrica fondata nel 1873 da Graziano Appiani, area acquistata dalla Fondazione Cassamarca, una "cittadella delle istituzioni", trasferendovi gli uffici dei principali Enti ed associazioni di categoria[4].

Ottenuto il diniego da parte dell’Ascom, l’associazione dei commercianti, che elesse a propria sede l’ex Dal Negro, dell’Ulss, che decise di ampliarsi nell’area retrostante l’ospedale Ca’ Foncello, e della Provincia (l'allora presidente Luca Zaia puntò sull’acquisto del Sant’Artemio), rimasero, tra gli altri, Questura, Guardia di Finanza, Prefettura, Camera di commercio e Asco Piave[4].

A partire dai primi mesi del 2011 hanno sede nell'Area Appiani: la Questura, l'Agenzia delle Entrate, la Camera di Commercio, Confartigianato e Unindustria[5].

In secondo luogo, in vista della realizzazione ad opera di Cassamarca, nei pressi di villa Albrizzi, di un polo tecnologico di ricerca medico-scientifica, comprendente, oltre ad aule e laboratori, un auditorium di 2.500 posti e residenze per i docenti[6], fu richiesto alla Provincia di rinunciare alla vendita della villa stessa, sia per conservarla quale propria sede di rappresentanza, sia per renderla disponibile alle esigenze dell'Università. In attuazione di questo progetto, il 18 febbraio 2011 viene firmata una convenzione fra Provincia e Fondazione per la concessione in uso della villa[7][8].

Infine, allo scopo di realizzare «un albergo adeguato alle esigenze del nuovo turismo culturale», Cassamarca si è resa disponibile ad adeguare il Palazzo del Podestà, già sede della Prefettura, destianto a diventare sede del Comune, ottenendo così in permuta il complesso del vecchio Tribunale austro-ungarico[9].

Provincia[modifica | modifica wikitesto]

La Provincia, scartata subito la possibilità di trasferirsi nella "cittadella delle istituzioni", ha investito le somme ottenute dalla cessione della sede della Questura, della Prefettura, della Polizia stradale, nel restauro del complesso di Sant'Artemio. Abbandonata la sede di viale Cesare Battisti, dal 2009 tutti gli uffici dell'amministrazione provinciale trevigiana hanno dunque sede nell'ex Ospedale Psichiatrico alle porte della città[10].

Le fasi di attuazione dell'accordo sono state: il 18 dicembre 2008 Provincia e Fondazione Cassamarca firmano il rogito per la cessione degli immobili sedi della Questura e della Polizia Stradale, per un totale di 18.224.003,62 di euro[11].

L'abitazione del Prefetto[modifica | modifica wikitesto]

[12].

Comune[modifica | modifica wikitesto]

Intenzione del Comune fu l'ottenere il prestigioso Palazzo del Podestà, già sede della Prefettura. A tale scopo, con le delibere del Consiglio Comunale n. 15 del 27 maggio 2009 e, soprattutto, n. 67 del 18 dicembre 2009, è stato varato il piano di alienazioni immobiliari finalizzato a realizzare la permuta del Palazzo del Podestà con il complesso dell'ex tribunale[13].

Modifiche all'accordo originale[modifica | modifica wikitesto]

L'accordo fu approvato in via definitiva con una seduta congiunta dei Consigli comunale e provinciale il 26 febbraio 2008[14][15].

Nel luglio 2008 viene prospettata una diversa soluzione circa la nuova sede della Prefettura. Scartato il palazzo dell’ex Inail, al'incrocio fra viale Battisti e via D’Annunzio[16], viene per la prima volta ventilata l'ipotesi di trasferire anche gli uffici del Prefetto nell'Area Appiani[17].

La Corte Costituzionale, con sentenza n. 340 del 16 dicembre 2009, ha però dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 58, comma 2, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, norma in base alla quale era stato possibile per il Comune definire un piano di vendita di propri immobili in disuso con il solo via libera del consiglio comunale, senza bisogno dell'assenso della Regione[18]. Per scongiurare le ripercussioni del probabile accoglimento del ricorso presentato dall'opposizione[13], la maggioranza si vide costretta ad approvare una nuova delibera e ad avviare l’iter della variazione urbanistica[19].

Nel luglio 2010 vennero posti nuovi termini al trasferimento della Prefettura nell'Area Appiani: la Provincia si impegnò in tale sede a liberare il Palazzo del Podestà entro la fine del mese di ottobre, pena il pagamento, per ogni ulteriore giorno di permanenza negli uffici di piazza dei Signori, di 500 euro[20]. Fu fissato inoltre il termine di sei mesi, decorrente dalla consegna dei locali messi a disposizione del Comune nell'Area Appiani, entro i quali quest'ultimo avrebbe ceduto il complesso dell'ex tribunale a Cassamarca[20]. La Fondazione, infine, fu liberata dall'onere di restaurare i locali della vecchia Prefettura prima di cedere l'immobile: i lavori verranno fatti dal Comune che riceverà a tale scopo da Cassamarca 3,3 milioni di euro[20]. L'accordo fu ufficializzato il 28 settembre 2010[21].

Nel 2013, infine, l’ex Tribunale, già destinato a diventare una struttura alberghiera di lusso[22], è ceduto dalla Fondazione a Edizione srl, holding finanziaria della famiglia Benetton[23], intenzionata a riunire nel palazzo i propri uffici, oggi dislocati in vari punti del centro storico[24].

Ad ora, infine, la Prefettura occupa ancora i locali di Piazza dei Signori. Ciò non ostane, il presidente della Provincia Muraro ha dichiarato di non avere intenzione di pagare la penale pattuita, ma di "spedire direttamente il conto" al Ministero dell'Interno, dal quale la Prefettura dipende[25].

Critiche[modifica | modifica wikitesto]

Le opposizioni si sono fatte più critiche ed hanno cominciato a chiedere conto non soltanto degli atti burocratici alla base dal grande gioco di scambi immobiliari, ma anche della concretezza delle ipotesi di sviluppo dell’area a sud di Treviso prospettate da De Poli e accettate di buon grado sia dal sindaco di Treviso Gian Paolo Gobbo che dal presidente della Provincia Leonardo Muraro. «Fino alla settimana scorsa - ha criticato Francis Contessotto, Pd - le commissioni consiliari non hanno avuto modo di capire quale fosse il progetto urbanistico oggetto dell’accordo. L’amministrazione ha sempre e solo parlato di immobili limitandosi a fare affermazioni generiche sul futuro dell’area di Villa Franchetti». E via alle critiche: «Treviso subisce le scelte altrui, quelle di De Poli» attacca Giampaolo Sbarra[15].

Mauro[26].

Luigi Calesso[27].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Comunicato dell'ufficio stampa del presidente della Provincia.
  2. ^ Il «monopoli» di De Poli: suoi tre palazzi, La Tribuna di Treviso.
  3. ^ Comunicato Stampa dell'ufficio del Presidente della Provincia.
  4. ^ a b Chi risika... non rosica. Il crepuscolo dell'area Appiani, La Vita del Popolo.
  5. ^ Camera di commercio, trasloco contestato, La Tribuna di Treviso.
  6. ^ Polo universitario, la Provincia studia la nuova viabilità, La Tribuna di Treviso.
  7. ^ Convenzione per la concessione in uso della villa "Albrizzi-Franchetti" di Preganziol alla Fondazione Cassamarca di Treviso.
  8. ^ Villa Franchetti: auditorium e Iuav, La Tribuna di Treviso.
  9. ^ Appartamenti di lusso alle ex carceri, La Tribuna di Treviso.
  10. ^ P. Bruttocao – R. Frattini – L. Tosi, S. Artemio: storia e storie del manicomio di Treviso, 2012; p. 7.
  11. ^ Questura e sede Stradale ieri rogito per 18 milioni, La Tribuna di Treviso.
  12. ^ Bufera in Provincia sulla nuova casa del Prefetto, Oggi Treviso.
  13. ^ a b Ex tribunale, parte il ricorso al Capo dello Stato, La Tribuna di Treviso.
  14. ^ Delibera del Consiglio comunale.
  15. ^ a b Maxi-risiko, il sì di due consigli, La Tribuna di Treviso.
  16. ^ Una «mini Appiani» al palazzo ex Inail, Corriere Del Veneto.
  17. ^ Risiko immobiliare, si parte nel 2009, La Tribuna di Treviso.
  18. ^ Risiko immobiliare, stop dalla Corte, La Tribuna di Treviso.
  19. ^ Ex tribunale, Risiko, al via la variante, La Tribuna di Treviso.
  20. ^ a b c Prefettura all’Appiani a settembre, La Tribuna di Treviso.
  21. ^ La Prefettura al Comune Ex tribunale a Fondazione Ieri l’ok del notaio, La Tribuna di Treviso.
  22. ^ Bolzonello a Gobbo: «Assecondi le smanie di De Poli», La Tribuna di Treviso.
  23. ^ Benetton firma: ora l’ex tribunale è suo, La Tribuna di Treviso.
  24. ^ Ex tribunale, almeno 2 anni per i lavori, La Tribuna di Treviso.
  25. ^ Muraro: non pagherò la penale al Comune, La Tribuna di Treviso.
  26. ^ Mauro attacca maxirisiko e De Poli, La Tribuna di Treviso.
  27. ^ Fermiamo il risiko immobiliare, La Tribuna di Treviso.