Ulderico Sacchetto

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Rodolfl Batagelj
NascitaRoma, 13 ottobre 1911
MorteMar Rosso, 3 aprile 1941
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegia Marina
Anni di servizio1929-1941
Gradosottocapo silurista
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna dell'Africa Orientale Italiana
Decorazionivedi qui
dati tratti da Uomini della Marina, 1861-1946[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Ulderico Sacchetto (Roma, 13 ottobre 1911Mar Rosso, 3 aprile 1941) è stato un militare e marinaio italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Nacque a Roma il 13 ottobre 1911.[2] Mentre lavorava come meccanico in una officina, si arruolò volontario nella Regia Marina nel 1929 ed assegnato alla categoria siluristi, ed al termine del corso, sostenuto presso la Scuola C.R.E.M. di San Bartolomeo (La Spezia), si imbarcò su unità siluranti di superficie.[3] Nell'ottobre 1938, a sua domanda, venne posto in congedo con il grado di sottocapo.[2] Richiamato in servizio nel settembre 1939, imbarcò sul cacciatorpediniere Daniele Manin , in forza alla 3ª Squadriglia di stanza nel Mar Rosso.[3] Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, partecipò alle operazioni belliche nelle acque dell'A.O.I., in particolare nel bombardamento contro Porto Sudan.[3]

Il 3 aprile 1941, il Daniele Manin, insieme ad altre unità, partecipò al tentativo diretto su Porto Sudan e durante la navigazione sull'obiettivo, l'unità venne sottoposta ad incessanti attacchi aerei, che la danneggiarono gravemente, immobilizzandola e allora il comandante, Araldo Fadin, ne ordinò l'autoaffondamento per evitarne la cattura.[2] Rimasto al suo posto fino all'ultimo, si offrì volontario per predisporre le cariche esplosive riconducendo a bordo il vicecomandante, tenente di vascello Armando Crisciani e il direttore di macchina Rodolfo Batagelj. Tutti e tre rimasero uccisi quando il cacciatorpediniere si capovolse ed affondò.[3] Una via di Roma porta il suo nome.

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Imbarcato su Cacciatorpediniere dislocato in mari lontani dalla Patria, prendeva parte al tentativo di attacco a Base Navale avversaria, durante il quale l'unità veniva sottoposta ad incessanti attacchi aerei che la danneggiavano gravemente, fino a renderla inerme relitto in preda alle fiamme. Durante le disperate ore di lotta restava serenamente al proprio posto di combattimento ed abbandonava fra gli ultimi la Nave. Essendosi reso necessario provvedere affinché l'ordine di affondare l'unità avesse rapida esecuzione, si offriva volontariamente per ricondurre a bordo con un battellino il proprio Ufficiale in seconda ed il Direttore di Macchina e, salito con essi sul bastimento - malgrado intenso mitragliamento di aerei incrocianti a bassa quota - per affrettarne la fine, scompariva in mare con la Nave, nel generoso tentativo. Esempio di alte virtù militari e di elevatissimo sentimento del dovere. Mar Rosso, 3 aprile 1941 [4]
— Decreto del Presidente della Repubblica 11 aprile 1951.


  1. ^ Alberini, Prosperini 2016, p. 477.
  2. ^ a b c Combattenti Liberazione.
  3. ^ a b c d Marina Difesa.
  4. ^ Ulderico Sacchetto, su Quirinale.it. URL consultato il 20 novembre 2018.
  • Paolo Alberini e Franco Prosperini, Uomini della Marina, 1861-1946, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Marina Militare, 2016, ISBN 978-8-89848-595-6.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'Oro al Valor Militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 632.
  • Giorgio Giorgerini e Augusto Nani, Almanacco storico delle navi militari d'Italia 1861-1975, Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 1978.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]