Tetragonia tetragonioides

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Tetragonia
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
OrdineCaryophyllales
FamigliaAizoaceae
GenereTetragonia
SpecieT. tetragonioides
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseCaryophyllidae
OrdineCaryophyllales
FamigliaAizoaceae
GenereTetragonia
SpecieT. tetragonioides
Nomenclatura binomiale
Tetragonia tetragonioides
(Pall.) Kuntze
Nomi comuni

Tetragonia

Tetragonia tetragonioides, comunemente chiamata tetragonia o spinacio della Nuova Zelanda,[1] è una pianta della famiglia delle Aizoaceae. Viene spesso coltivata come ortaggio a foglia.

È una specie molto diffusa, originaria dell'Asia orientale, dell'Australia e della Nuova Zelanda. È stata introdotta ed è una specie invasiva in molte parti dell'Africa, Europa, Nord America e Sud America.[2] Il suo habitat naturale è costituito dai litorali sabbiosi e dalle scogliere.[3] La pianta è alofita e cresce bene in terreni salini.

La pianta ha un portamento strisciante e forma uno spesso strato vegetale sul terreno o si arrampica su altre piante e pende verso il basso. Può crescere in maniera eretta quando ancora giovane.[4] Le foglie della pianta sono lunghe tra 3 e 15 cm e sono di forma triangolare e di colore verde brillante. Le foglie sono spesse e ricoperte da minuscole papille che sembrano gocce d'acqua sia sulla parte faccia superiore che inferiore. I fiori della pianta sono gialli,[5] ed i frutti sono piccole capsule dure contenenti ciascuna 4-10 semi.[6]

La tetragonia viene coltivata per le foglie commestibili e può essere utilizzata come alimento o come pianta ornamentale per la copertura del terreno. Può essere annuale o perenne.[2] Come indicato da uno dei suoi nomi comuni, ha sapore e consistenza simili agli spinaci e viene cucinata nello stesso modo. Come gli spinaci, contiene ossalati; questi devono essere rimossi sbollentando le foglie in acqua calda[7] per un minuto, quindi risciacquandole in acqua fredda prima della cottura. La tetragonia prospera in climi caldi.

I semi spessi e di forma irregolare vanno piantati subito dopo l'ultima gelata primaverile. Prima dell'interramento, i semi devono essere messi a bagno per 12 ore in acqua fredda o 3 ore in acqua tiepida. I semi dovrebbero essere piantati a una profondità di 5-10 mm e distanziati di 15-30 cm. Le piantine emergono in 10-20 giorni e continuano a produrre per tutta l'estate.

La tetragonia, usata raramente dalle popolazioni indigene come ortaggio a foglia, fu documentata per la prima volta dal James Cook. Fu immediatamente raccolta, cotta e messa in salamoia per aiutare a combattere lo scorbuto e portato con l'equipaggio dell'Endeavour.[5] Si diffuse quando l'esploratore e botanico Joseph Banks riportò i semi al Kew Gardens durante la seconda metà del XVIII secolo.[8] Per due secoli, T. tetragonioides è stato l'unico ortaggio coltivato originario dell'Australia e della Nuova Zelanda.

Valore nutrizionale

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Se consumati dopo la bollitura, le tatragonie sono costituite per il 95% da acqua, per il 2% da carboidrati, per l'1% da proteine e contengono grassi trascurabili, fornendo solo 12 calorie per 100 g. In un importo di riferimento di 100 g, gli spinaci sono particolarmente ricchi di vitamina K, fornendo il 243% del valore giornaliero. Contiene anche quantità apprezzabili di vitamina B6, vitamina C e manganese (14-23% DV).

  1. ^ Testo consolidato: Regolamento (CEE) n. 2658/87 del Consiglio, del 23 luglio 1987, relativo alla nomenclatura tariffaria e statistica ed alla tariffa doganale comune, su eur-lex.europa.eu.
  2. ^ a b cabi.org, https://www.cabi.org/isc/datasheet/52942.
  3. ^ Tetragonia tetragonioides Flora of North America
  4. ^ Tetragonia tetragonioides Flora of China
  5. ^ a b rbgsyd.nsw.gov.au, http://www.rbgsyd.nsw.gov.au/education/Resources/bush_foods/Tetragonia_tetragonioides.
  6. ^ (EN) Carlos A. Lehnebach e Heidi Meudt, Native Plants of Aotearoa, Te Papa Te Taiao Nature Series, Te Papa Press, 1º ottobre 2022, pp. 45, ISBN 978-1-9911509-3-6.
  7. ^ media.smh.com.au, http://media.smh.com.au/life-and-style/essentials/hungry-try-some-bush-tucker-2457561.html.
  8. ^ Low, T., Wild Food Plants of Australia, Angus & Robertson, 1991, ISBN 0-207-16930-6

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