Terremoto di Antiochia del 115

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Terremoto di Antiochia del 115
Data13 dicembre 115
EpicentroAntiochia di Siria
36°06′N 36°06′E / 36.1°N 36.1°E36.1; 36.1
Stati colpitiLevante
Intensità MercalliXI (catastrofica)
Maremoto
Vittime260 000
Mappa di localizzazione: Siria
Terremoto di Antiochia del 115
Posizione dell'epicentro

Il terremoto di Antiochia del 115 è un evento sismico che ha avuto luogo il 13 dicembre, con epicentro vicino alla città di Antiochia di Siria e di intensità di circa 7,5 di magnitudo delle onde superficiali.[1] La scossa causò ingenti danni materiali, feriti e vittime in tutta la regione levantina, provocando un conseguente maremoto locale.

L'imperatore romano Traiano e il suo successore Adriano, che si trovavano in quel momento in città, riuscirono a salvarsi, mentre il console Marco Pedone Vergiliano perse la vita; sotto i due imperatori fu portato avanti un programma di ricostruzione della città.[2][3]

Impostazione tettonica[modifica | modifica wikitesto]

Il sito di Antiochia si trova in prossimità della complessa tripla giunzione e tra l'estremità settentrionale della trasformazione del Mar Morto, il confine principalmente trasformato tra la placca africana e la placca araba, l'estremità sudoccidentale della faglia anatolica orientale, il confine principalmente trasformato tra la placca anatolica e la placca araba, e l'estremità nord-orientale dell'arco di Cipro, il confine tra la placca anatolica e la placca africana. La città si trova sul bacino di Antakya, parte del bacino di Amik, riempito da sedimenti alluvionali pliocenici e più recenti. L'area è stata colpita da molti grandi terremoti durante gli ultimi 2 000 anni.[4]

I risultati dello scavo di trincea sulla parte settentrionale della trasformazione del Mar Morto indicano che tre grandi terremoti si sono verificati lungo il segmento Missyaf della faglia a partire dal 100 d.C. circa, il primo dei quali può essere correlato al terremoto del 115 d.C.[5]

Danni[modifica | modifica wikitesto]

Un resoconto del terremoto è stato incluso dallo scrittore Cassio Dione nella sua opera intitolata Storia romana.[6] Egli descrive Antiochia a quel tempo come affollata di soldati e di molti civili che avevano viaggiato da tutte le parti dell'impero, perché Traiano vi stava svernando. Il terremoto iniziò con un forte fragore, seguito da un intenso scuotimento del terreno. Alberi interi furono gettati in aria, come molti degli abitanti, causando grandi danni. Un gran numero di persone sono state uccise dalla caduta di detriti, mentre molte altre sono rimaste intrappolate. Le scosse di assestamento che hanno seguito il terremoto per diversi giorni hanno ucciso alcuni dei sopravvissuti, mentre altri che erano rimasti intrappolati sono morti di fame. Traiano riuscì a liberarsi della casa in cui si trovava, uscendo da una finestra e subì solo lievi ferite. A causa del pericolo di scosse di assestamento, si trasferì con il suo seguito all'ippodromo.[6]

Anche la città di Apamea è stata distrutta dal terremoto e Beirut ha subito gravi danni.[5] Lo tsunami scatenato dal terremoto ha colpito le coste libanesi, in particolare Cesarea marittima e Yavne.[7] Il porto di Cesarea marittima fu probabilmente distrutto dallo tsunami, un'interpretazione basata sulla datazione di un deposito di mezzo metro di spessore trovato fuori dal porto.[8]

L'origine del bilancio di 260 000 vittime riportate è incerta, come appare solo nei cataloghi degli ultimi cento anni circa.[9]

Post-terremoto[modifica | modifica wikitesto]

Il restauro di Antiochia fu iniziato da Traiano ma sembra che sia stato completato da Adriano.[10] Traiano fece erigere al nuovo teatro una copia della statua di Tiche di Eutichide per commemorare la ricostruzione della città.[11] Quasi tutti i mosaici ritrovati ad Antiochia risalgono a dopo il terremoto.[12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ National Geophysical Data Center, Significant Earthquake, su National Centers for Environmental Information. URL consultato il 28 ottobre 2019.
  2. ^ (EN) Clyde E. Fant e Mitchell Glenn Reddish, Antioch on the Orontes, in A guide to biblical sites in Greece and Turkey, New York, Oxford University Press, 4 settembre 2003, p. 303, ISBN 978-0-19-513917-4, OCLC 62872231. URL consultato il 28 ottobre 2019.
  3. ^ (EN) Cassio Dione, Roman History, vol. 8, 1925, pp. 406–407. URL consultato il 28 ottobre 2019.
  4. ^ (EN) E. Çaktı, M. Bikçe, O. Özel, C. Geneş, S. Kaçın e Y. Kaya, Antakya Basin Strong Ground Motion Network (PDF), su koeri.boun.edu.tr, 2011. URL consultato il 28 ottobre 2019.
  5. ^ a b (EN) Mustapha Meghraoui, Francisco Gomez, Reda Sbeinati, Jerome Van der Woerda, Michel Moutyd, Abdul Nasser Darkale, Youssef Radwanc, Ihsan Layyousc, Haithem Al Najjarc, Ryad Darawchehc, Fouad Hijazid, Riad Al-Ghazzid e Muawia Barazangib, Evidence for 830 years of seismic quiescence from palaeoseismology, archaeoseismology and historical seismicity along the Dead Sea fault in Syria, in Earth and Planetary Science Letters, vol. 210, 1–2, 15 maggio 2003, pp. 35–52, Bibcode:2003E&PSL.210...35M, DOI:10.1016/S0012-821X(03)00144-4. URL consultato il 28 ottobre 2019.
  6. ^ a b (EN) Julian Bennett, Trajan: optimus princeps: a life and times, collana Roman imperial biographies Batsford Series, 2ª ed., Londra e New York, Routledge, 1997, pp. 199–201, ISBN 978-0-415-16524-2, LCCN 96031094, OCLC 56756930. URL consultato il 28 ottobre 2019.
  7. ^ (EN) Mohamed Reda Sbeinati, Ryad Darawcheh e Mikhail Mouty, The historical earthquakes of Syria: an analysis of large and moderate earthquakes from 1365 B.C. to 1900 A.D. (PDF), in Annals of Geophysics, vol. 48, n. 3, giugno 2005, pp. 347–435. URL consultato il 28 ottobre 2019.
  8. ^ (EN) Eduard G. Reinhardt, Beverly N. Goodman, Joe I. Boyce, Gloria Lopez, Peter van Hengstum, W. Jack Rink, Yossi Mart e Avner Raban, The tsunami of 13 December A.D. 115 and the destruction of Herod the Great's harbor at Caesarea Maritima, Israel, in Geology, vol. 34, n. 12, dicembre 2006, pp. 1061–1064, Bibcode:2006Geo....34.1061R, DOI:10.1130/G22780A.1. URL consultato il 28 ottobre 2019.
  9. ^ (EN) Roger Musson, The ten deadliest ever earthquakes, su Earthquake Seismology, British Geological Survey, 7 marzo 2001. URL consultato il 28 ottobre 2019.
  10. ^ (EN) Mary Taliaferro Boatwright, Hadrian and the cities of the Roman empire, collana Princeton paperbacks, Princeton, Princeton University Press, 2000, p. 138, ISBN 978-0-691-09493-9, LCCN 99041096, OCLC 41981932. URL consultato il 28 ottobre 2019.
  11. ^ (EN) Lucinda Dirven, The Palmyrenes of Dura-Europos: a study of religious interaction in Roman Syria, collana Religions in the Graeco-Roman world, vol. 138, Boston, Brill, 1999, p. 112, ISBN 978-90-04-11589-7, LCCN 99044510, OCLC 42296260. URL consultato il 28 ottobre 2019.
  12. ^ (EN) Martin Hengel e Anna Maria Schwemer, Paul between Damascus and Antioch: the unknown years, 1ª edizione americana, Louisville, Westminster John Knox Press, 1º gennaio 1997, p. 478, ISBN 978-0-664-25736-1, LCCN 97001386, OCLC 36284483. URL consultato il 28 ottobre 2019.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]