Teodoro Castamonite
Teodoro Castamonite (in greco Θεόδωρος Κασταμονίτης?; ... – 1193) era un aristocratico bizantino e l'onnipotente primo ministro per la maggior parte del primo regno di suo nipote, l'imperatore Isacco II Angelo.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
La famiglia dei Castamoniti proveniva probabilmente da Kastamoní, in Paflagonia, ed era apparsa alla fine dell'XI secolo come uno dei clan aristocratici dell'Impero bizantino, i cui membri ricoprivano varie cariche civili e militari sotto gli imperatori Comneni[1]. Teodoro era fratello di Eufrosina Castamonitissa, moglie di Andronico Ducas Angelo e madre degli imperatori Isacco II Angelo (regno 1185-1195, 1203-1204) e Alessio III Angelo (r. 1195-1203)[2].
Quando Isacco II salì al trono, non poté contare sull'appoggio delle famiglie nobili, ambiziose e ribelli, e si rivolse alla burocrazia per ottenere sostegno. Subito dopo la sua ascesa al trono, Isacco II mise suo zio a capo dell'amministrazione finanziaria[3].
Sebbene soffrisse di gotta, tanto da dover essere trasportato su una lettiga, secondo il suo contemporaneo Niceta Coniata, Castamonite era un funzionario capace, soprattutto in materia fiscale, i mercanti pisani e genovesi, in particolare, si lamentavano perché da loro esigeva sempre il massimo dei dazi, ed era un oratore eloquente[4][5]. Di conseguenza, Isacco lo promosse presto a logothetes ton sekreton, affidandogli la supervisione di tutti i ministeri civili. In effetti, Castamonite divenne il sovrano de facto dell'impero, in quanto gestiva tutti gli affari di governo e il nipote accondiscendeva sempre alle sue richieste. Sia i funzionari che i nobili dovevano stare al suo cospetto e mostrargli deferenza. La sua posizione era talmente elevata che Isacco gli permise di usare gli attributi imperiali, come il mantello militare color porpora e il coprisella color porpora, o di firmare con l'inchiostro speciale color porpora riservato all'imperatore[4][6]. Fu il primo funzionario a essere chiamato megas logothetes ("Grande Logoteta"), in una crisobolla concessa ai genovesi da Isacco II nel 1192, un titolo che presto sostituì quello di logothetes ton sekreton[7].
Ciononostante, il 15 agosto 1193, durante la processione della Dormizione della Theotokos, Castamonite fu acclamato dalla folla come signore e imperatore; all'udire ciò, fu colpito da apoplessia e, sebbene si fosse brevemente ripreso, morì pochi giorni dopo[4][8]. Gli successe come primo ministro dell'Impero Costantino Mesopotamita[8][9].
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ ODB, "Kastamonites" (A. Kazhdan), p. 1110.
- ^ Varzos 1984, pp. 660–662.
- ^ Brand 1968, pp. 78, 98.
- ^ a b c Brand 1968, p. 98.
- ^ Coniata 1984, p. 241.
- ^ Coniata 1984, pp. xix, 241–242.
- ^ Guilland 1971, pp. 78, 83–84.
- ^ a b Coniata 1984, p. 242.
- ^ Brand 1968, p. 99.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Charles M. Brand, Byzantium Confronts the West 1180-1204 (PDF), Harvard University Press, 1968, ISBN 978-0-674-08975-4, OCLC 795121713. URL consultato il 29 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2018).
- (EN) A. Kazhdan, Alice-Mary Maffry Talbot e Anthony Cutler (a cura di), Kastamonites, in Oxford Dictionary of Byzantium, 1991, ISBN 0-19-504652-8, OCLC 22733550.
- (EN) Niceta Coniata, O city of Byzantium : annals of Niketas Choniatēs, traduzione di Harry J. Magoulias, Ditroit, Wayne State University Press, 1984, ISBN 0-8143-1764-2, OCLC 10605650.
- (FR) Rodolphe Guilland, Les Logothètes: Études sur l'histoire administrative de l'Empire byzantin, in Revue des études byzantines, vol. 29, 1971, pp. 5–115, DOI:10.3406/rebyz.1971.1441.
- (EL) Konstantinos Varzos, Η Γενεαλογία των Κομνηνών [La genealogia dei Comneni] (PDF), Vol. A, Salonicco, Centre for Byzantine Studies, University of Thessaloniki, 1984, OCLC 834784634. URL consultato il 20 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2021).