Stazione di Villamar

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Villamar
stazione ferroviaria
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàVillamar
Coordinate39°37′13.41″N 8°57′27.48″E / 39.620392°N 8.957634°E39.620392; 8.957634
Altitudine107 m s.l.m.
LineeIsili-Villacidro
Villamar-Ales
Storia
Stato attualedismessa
Attivazione1915
Soppressione1956
Caratteristiche
Tipostazione in superficie, passante, di diramazione
Binari7

La stazione di Villamar era una stazione ferroviaria di diramazione, posta lungo la linea Isili-Villacidro e all'origine della ferrovia Villamar-Ales. Serviva il centro abitato di Villamar.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini della stazione si ricollegano a quelle della rete ferroviaria della Ferrovie Complementari della Sardegna, realizzata negli anni dieci del Novecento per conto della Ferrovie Complementari della Sardegna[1][2]: sia la ferrovia che l'impianto vennero attivati il 21 giugno 1915[2].

Un ruolo importante fu destinato sulla linea FCS Isili-Villacidro alla stazione di Villamar, diramazione con regresso per la linea per Ales. La stazione fu da subito importante per i viaggiatori diretti o provenienti dalla Marmilla. Tale prerogativa rimase inalterata fino alla chiusura della ferrovia avvenuta il 5 settembre 1956[3] con autoservizi sostitutivi. Nel giro di pochi anni furono rimossi i binari e i segnali e col tempo l'edificio abbandonato.

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

Realizzata nella parte ovest dell'abitato di Villamar, la stazione era posta alla progressiva chilometrica 38+717 della linea Isili-Villacidro e all'origine della Villamar-Ales[4], avendo pertanto caratteristiche di scalo di diramazione.

L'armamento dell'impianto, oggi completamente smantellato[5], consisteva complessivamente di sette binari[6] a scartamento ridotto: dal binario di corsa della Isili-Villacidro (il secondo per vicinanza al fabbricato viaggiatori) se ne diramavano 3 passanti[6], di cui uno a est e due a ovest, uno dei quali binario di corsa della linea per Ales. A questo fascio si aggiungevano tre tronchini[6], impiegati per il rimessaggio e per l'accesso alla piattaforma girevole e allo scalo merci della stazione[6]. Il più periferico dei binari passanti era inoltre dotato di un prolungamento che conduceva all'interno della locale rimessa locomotive[6]. Presente infine un rifornitore idrico del tipo a cisterna metallica su struttura in muratura[6].

Quasi tutti gli edifici dell'impianto sono ancora presenti in loco[5][6], sebbene in condizioni statiche precarie[6]. Oltre alla rimessa locomotive lo scalo comprendeva un fabbricato viaggiatori di seconda classe, avente sviluppo su due piani più tetto a falde e tre accessi su quello che era il piazzale ferroviario; attiguo all'edificio è presente quello che era il magazzino merci, dotato anche di un piano caricatore. Non più esistente invece il fabbricato che ospitava i servizi igienici.

Movimento[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni di attività lo scalo venne servito dalle relazioni passeggeri e merci delle Ferrovie Complementari della Sardegna.

Servizi[modifica | modifica wikitesto]

La stazione negli anni di attività era dotata di una sala d'attesa, di una biglietteria (entrambe ospitate nel fabbricato viaggiatori) e di servizi igienici, questi ultimi ubicati in una costruzione apposita[6].

  • Biglietteria a sportello Biglietteria a sportello
  • Sala d'attesa Sala d'attesa
  • Servizi igienici Servizi igienici

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ogliari, pp. 662-667.
  2. ^ a b Altara, p.267.
  3. ^ Ogliari, p. 1392.
  4. ^ Luigi Prato, Le ferrovie Isili-Villacidro e Villamar-Ales, su lestradeferrate.it. URL consultato il 18 marzo 2020.
  5. ^ a b Sardegna Foto Aeree, su sardegnageoportale.it, Regione Autonoma della Sardegna. URL consultato il 20 marzo 2020.
  6. ^ a b c d e f g h i Luigi Prato, Stazione di Villamar, su lestradeferrate.it. URL consultato il 18 marzo 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Edoardo Altara, Binari a Golfo Aranci - Ferrovie e treni in Sardegna dal 1874 ad oggi, Ermanno Albertelli Editore, 1992, ISBN 88-85909-31-0.
  • Francesco Ogliari, La sospirata rete, Milano, Cavallotti Editori, 1978.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]