Stazione di Tissi-Usini

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Tissi-Usini
stazione ferroviaria
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàUsini
Coordinate40°41′21.42″N 8°31′49.16″E / 40.689283°N 8.530322°E40.689283; 8.530322
Altitudine72 m s.l.m.
Lineeferrovia Ozieri Chilivani-Porto Torres Marittima
Storia
Stato attualeSenza traffico[1]
Attivazione1874
Caratteristiche
Tipofermata in superficie, passante
Binari1

La stazione di Tissi-Usini è una fermata ferroviaria (chiusa al pubblico[1]) posta sulla linea Ozieri Chilivani-Porto Torres Marittima. Si trova al confine tra i comuni di Tissi e di Usini (in cui è compreso il fabbricato viaggiatori[2]).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Vista della fermata, con sullo sfondo gli impianti industriali attivi in passato a ridosso dello scalo ferroviario

Lo scalo venne realizzato come stazione nella seconda metà dell'Ottocento nell'ambito della fase di realizzazione della Chilivani-Porto Torres, portata avanti dalla Compagnia Reale delle Ferrovie Sarde, e fu aperto il 15 agosto 1874[3] insieme al tronco ferroviario Sassari-Ploaghe[4][5].

Le "Ferrovie Reali" gestirono la stazione sino al passaggio della rete ferroviaria sarda a scartamento ordinario alle FS nel 1920; nel dopoguerra la stazione risultava inoltre affiancata da uno stabilimento industriale, successivamente dismesso. Tra gli anni novanta e i duemila si registrò la progressiva chiusura della stazione ai vari servizi di trasporto, con la trasformazione dell'impianto in fermata nel 2003[6] e la dismissione dei servizi merci e viaggiatori. Da allora la fermata (gestita da RFI dal 2001) permane attiva esclusivamente come località di servizio[1].

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

Il binario di corsa in direzione Chilivani, alla cui sinistra in origine era presente un binario di incrocio

La fermata di Tissi-Usini, di tipo passante, è dotata del solo binario di corsa, a scartamento da 1435 mm. In origine l'impianto presentava caratteristiche di stazione[7], ed era dotata anche di un secondo binario, passante, che si diramava a nord di quello di corsa. Da quest'ultimo aveva inoltre origine un tronchino merci, parallelo al piano caricatore dell'impianto (ancora presente).

Lo scalo è dotato anche di alcuni edifici, di cui il principale è il fabbricato viaggiatori, realizzato a pianta rettangolare con una parte centrale che si sviluppa su due piani più un corpo laterale sul solo piano terra, entrambi dotati di tetto a falde in laterizi. Ai lati di questo edificio si trovano due piccoli fabbricati di servizio, più la costruzione che ospitava i servizi igienici; all'uscita della stazione in direzione Sassari è inoltre presente una casa cantoniera dismessa.

Movimento[modifica | modifica wikitesto]

L'impianto è disabilitato al servizio viaggiatori, in passato fu servito dai treni regionali delle Ferrovie dello Stato.

Servizi[modifica | modifica wikitesto]

La fermata è dotata di una banchina per l'accesso ai treni, attigua al fabbricato viaggiatori e dotata di pensilina.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Allegato 2 - Caratteristiche impianti (PDF), su rfi.it, RFI, giugno 2014, p. 69. URL consultato il 13 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2014).
  2. ^ Sardegna Mappe, su Sardegnageoportale.it, Regione Autonoma della Sardegna. URL consultato l'8 agosto 2015.
  3. ^ Ogliari, p. 331.
  4. ^ Altara, p. 137.
  5. ^ Corda, inserto grafico.
  6. ^ Impianti FS, in I Treni, n. 255, gennaio 2004, p. 8.
  7. ^ Sardegna Foto Aeree - Ortofoto 1977, su sardegnageoportale.it, Regione Autonoma della Sardegna. URL consultato l'8 agosto 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Edoardo Altara, Binari a Golfo Aranci - Ferrovie e treni in Sardegna dal 1874 ad oggi, Ermanno Albertelli Editore, 1992, ISBN 88-85909-31-0.
  • Elettrio Corda, Le contrastate vaporiere - 1864/1984: 120 anni di vicende delle strade ferrate sarde: dalle reali alle secondarie, dalle complementari alle statali, Chiarella, 1984.
  • Francesco Ogliari, La sospirata rete, Milano, Cavallotti Editori, 1978.
  • Rete Ferroviaria Italiana, Fascicolo Linea 162.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]