Speleomantes strinatii

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Geotritone di Strinati
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Superclasse Gnathostomata
Classe Amphibia
Sottoclasse Lissamphibia
Ordine Urodela
Famiglia Plethodontidae
Genere Speleomantes
Specie S. strinatii
Nomenclatura binomiale
Speleomantes strinatii
(Aellen, 1958)
Sinonimi

Hydromantes strinatii
Nascetti, Cimmaruta, Lanza & Bullini, 1996

Il geotritone di Strinati (Speleomantes strinatii (Aellen, 1958)) è un anfibio caudato della famiglia dei Pletodontidi, un tempo considerato una sottospecie dello Speleomantes italicus, oggi riconosciuto come specie a sé stante.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Gli animali adulti crescono sino a 11 o 12 cm di lunghezza. Le femmine raggiungono lunghezze leggermente maggiori. La colorazione e l'ornamentazione del corpo sono molto variabili. Il colore di fondo è da marrone chiaro a nero sulla schiena, spesso con macchie, reticolature o strisce di altri colori, rosso, giallo, ocra, grigio o verde; spesso presenta una lucentezza metallica. Il lato ventrale è generalmente di colore scuro. Le zampe posteriori sono leggermente più lunghe di quelle anteriori. Gli adulti presentano le ghiandole parotoidi ai due lati del capo.[3]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie abita ambo i versanti dell'Appennino Ligure e delle Alpi Marittime, dalle province di Parma e di Massa Carrara ad est sino al Nizzardo ad ovest, in territorio italiano e francese,[1] prediligendo gli ambienti umidi e rocciosi, quali i torrenti, le rive dei corpi acquei, le grotte e le fessure nella roccia, tra il livello del mare e i 2300 m di altitudine.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

La specie è indipendente dall'acqua per la riproduzione: le uova sono deposte al suolo e ne nascono giovani completamente neometamorfosati.[1] Come le altre specie di geotritone, anche questa è dotata di ghiandole epiteliali che in caso di pericolo emettono una schiuma velenosa con funzione difensiva. Il geotritone di Strinati non ha particolari specializzazioni alimentari, e si nutre di diverse specie di invertebrati. Ha costumi prevalentemente notturni ed abbandona i suoi rifugi con condizioni atmosferiche di elevata umidità. Esemplari in cattività hanno raggiunto i sei anni d'età, ma osservazioni in natura fanno sospettare che gli animali possano vivere sino a 17 anni.[3]

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Come in altre specie del genere l'accoppiamento avviene a terra, prevalentemente durante l'autunno. Durante un complicato corteggiamento, il maschio graffia il dorso della femmina con i suoi denti mascellari, particolarmente sviluppati, strofinandovi poi la propria ghiandola mentoniera. Al termine del rituale il maschio monta sulla femmina e la abbraccia con le zampe anteriori, deponendo una spermatofora sul suolo, che viene raccolta dalla femmina tramite la cloaca. Successivamente la femmina deporrà sotto le foglie, nelle fessure della roccia od in altri nascondigli umidi delle uova gelatinose, particolarmente ricche di tuorlo, dalle quali, dopo circa 10 mesi alla temperatura di (12 °C), sgusceranno dei giovani, che raggiungeranno la maturità riproduttiva a tre o quattro anni d'età.[3]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN considera il geotritone di Strinati come specie "in pericolo" ("Endangered"), in virtù particolarmente dell'areale ristretto. La popolazione è in calo, a causa di perdite locali di habitat ed il rischio di una raccolta illegale di esemplari.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) IUCN SSC Amphibian Specialist Group 2022, Speleomantes strinatii, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) Frost D.R. et al., Speleomantes strinatii, in Amphibian Species of the World: an Online Reference. Version 6.0, New York, American Museum of Natural History, 2014. URL consultato il 25 agosto 2017.
  3. ^ a b c Arie van der Meijden, Research associate, Museum of Vertebrate Zoology, UC Berkeley (25 ottobre 1999; ampliato il 25 maggio 2002). "Hydromantes strinatii" (eng.). AmphibiaWeb, University of California. consultazione 23 dicembre 2011.

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