Privatizzazione: differenze tra le versioni

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La '''privatizzazione''' è quel processo [[economia|economico]] che sposta la proprietà di un ente o di una [[società]] dal controllo [[stato|statale]] a quello privato. Il procedimento opposto è la [[nazionalizzazione]].
La '''privatizzazione''' è quel processo [[economia|economico]] che sposta la proprietà di un ente o di una [[società (diritto)|società]] dal controllo [[stato|statale]] a quello privato. Il procedimento opposto è la [[nazionalizzazione]].


== Descrizione ==
== Descrizione ==

Versione delle 08:45, 9 mag 2018

La privatizzazione è quel processo economico che sposta la proprietà di un ente o di una società dal controllo statale a quello privato. Il procedimento opposto è la nazionalizzazione.

Descrizione

Altri significati più ampi del termine privatizzazione si ritrovano nei concetti di liberalizzazione (la cessazione del monopolio pubblico in alcuni settori economici e la conseguente apertura al mercato concorrenziale) e deregulation (l'eliminazione di vincoli e limiti posti dallo stato all'iniziativa economica privata); oppure la dismissione e l'alienazione da parte dello stato di beni e proprietà, non altrimenti vincolate o inalienabili, in favore di acquirenti privati.

Più in particolare si distingue tra:

  • "privatizzazione formale" ovvero la semplice trasformazione dello status giuridico di un ente o di una impresa di proprietà pubblica, nelle svariate forme che può assumere, in una società di diritto privato, alle regole di questo assoggettata. Spesso in questo caso la privatizzazione non è totale, ma lo Stato mantiene la maggioranza delle azioni mantenendo dunque il controllo direttivo della società oppure rimane comunque tra gli azionisti di maggioranza.
  • "privatizzazione sostanziale" o "materiale": è il vero e proprio passaggio della titolarità della proprietà e di conseguenza del potere di controllo dalla mano pubblica a quella privata.

Su scala diversa e facendo riferimento ad altre fonti normative, si può parlare di privatizzazione su scala locale quando le medesime attività vengono messe in atto dalle autonomie locali statali - ove previste - con riferimento a proprie attività produttive ed erogative.

Vantaggi e limiti

In linea teorica il vantaggio di una privatizzazione è duplice: Da una parte si riducono le spese dello stato, dall'altra si registra teoricamente una maggiore efficienza di gestione da parte del privato. Originariamente infatti gran parte delle risorse cosiddette strategiche di una nazione erano sotto il controllo statale, ma la crisi di certi settori dovuti ad una cattiva e difficile gestione statale unita all'esigenza di liquidità ha portato alla nascita e al ricorso sempre più diffuso della formula della privatizzazione.

Con la privatizzazione dunque lo Stato non deve più investire né in gestione/manutenzione né in sviluppo dell'azienda o servizio pubblico; la gestione di questa passa direttamente in mano a un privato che spinto dalla legge del profitto si dimostra generalmente più in grado o capace di un'amministrazione attiva, dinamica ed efficiente, persecutrice di scopi più redditizi per l'azienda incrementandone profitti e diminuendone le perdite, ovvero risanando debiti e bilanci a beneficio dei consumatori sotto forma di qualità di servizio o bene offerto e riduzione dei costi del servizio offerto.

Secondo alcuni però il processo di privatizzazione non è esente da limiti e rischi: spesso infatti i vantaggi presunti sopraesposti non si concretizzano nel bene dell'azienda e della collettività con costi imponibili all'utente che rimangono inalterati o addirittura in aumento frutto di speculazioni economiche da parte del gestore. Altre possibili forme di speculazione da parte dei privati mettono a rischio la salute e il rispetto della legalità da parte dell'azienda stessa privatizzata. Sotto questo aspetto il concetto di privatizzazione (bene in mano ad un privato) è infatti ben distinto da quello più vasto di liberalizzazione che invece rimanda alla libera concorrenza tra molti gestori. Se non è da escludere la possibilità che l'azienda fallisca per un altrettanto cattiva gestione da parte del privato, le problematiche sollevate da tale fallimento risultano meno gravose in presenza di vera concorrenza.

Ambiti di possibile interesse

Il fenomeno opera generalmente riguardo enti che controllano e gestiscono servizi pubblici, o anche il servizio stesso, sottraendolo al monopolio statale, ove disposto. Esempio possono essere servizi quali trasporti, acquedotti, fognature, servizio idrico integrato col passaggio delle competenze da organismi di diritto pubblico quali amministrazioni pubbliche regolati dal diritto pubblico e senza scopo di lucro a società regolate dal diritto privato, che possono avere scopo di lucro (almeno formalmente).

Nel mondo

Italia

Lo stesso argomento in dettaglio: Privatizzazioni in Italia.

Si tratta di un processo che ha avuto luogo a partire dall'ultimo decennio del XX secolo[1]: nella polemica pubblica lo si fa risalire al Washington consensus ed alla svolta pro-concorrenziale impressa alla fine degli anni Novanta dall'Unione europea del dopo-Delors.

Note

  1. ^ Sabino Cassese, Le privatizzazioni in Italia, in “Stato e mercato”, 1996, n. 47, pp. 323-349.

Bibliografia

  • Pasquale Saraceno, Partecipazioni statali, in Enciclopedia del diritto, Milano, Giuffrè, 1982 43-66.
  • Giovanni Zanetti e Gianluigi Alzona, Capire le privatizzazioni, Bologna, Il Mulino, 1998.
  • Nico Perrone, Economia pubblica rimossa, in Studi in onore di Luca Buttaro, vol. V, pp. 241-289, Milano, Giuffrè, 2002. ISBN 88-14-10088-8
  • Graziano Pestoni, Privatizzazioni, Il monopolio del mercato e le sue conseguenze, co-edizione Fondazione Pellegrini Canevascini, Sindacato svizzero dei servizi pubblici, Lugano, 2013. ISBN 978-88-88146-11-9
  • Graziano Pestoni, La privatizzazione della Posta svizzera, origine, ragioni, conseguenze, co-edizione Fondazione Pellegrini - Canevascini, Syndicom, Lugano 2018, ISBN 978-88-88146-16-4

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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