Gaio Veturio Crasso Cicurino: differenze tra le versioni
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Organizzata la leva, l'esercito fu diviso in tre parti, uno a difesa della città, una a difesa della campagna romana, e il grosso fu inviato a combattere i nemici, agli ordini di Lucio Emilio e Publio Valerio. |
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Lo scontro campale si svolse nei pressi di [[Satricum]] e fu favorevole ai romani, nonostante la forte resistenza dei Latini, che dai romani avevano adottato le tecniche di battaglia. Mentre i Volsci si ritirarono ad [[Antium|Anzio]], dove trattarono la resa, consegnando la città e le sue campagne ai romani<ref>Tito Livio, Ab Urbe condita, VI, 3, 32.</ref>, i Latini diedero fuoco a Satrico, e attaccarono [[Tuscolo]], secondo loro doppiamente colpevole, perché città latina che aveva ottenuto la cittadinanza romana. |
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Mentre i Latini occupavano la città, i Tuscolani si ritirarono nella rocca ed inviarono una richiesta d'aiuto ai romani. Questi inviarono immediati rinforzi agli ordini di Lucio |
Mentre i Latini occupavano la città, i Tuscolani si ritirarono nella rocca, ed inviarono una richiesta d'aiuto ai romani. Questi inviarono immediati rinforzi agli ordini di Lucio |
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Quinzio e Servio Sulpicio, riuscendo a sconfiggere i Latini ed a liberare la città alleata<ref>Tito Livio, Ab Urbe condita, VI, 3, 33.</ref>. |
Quinzio e Servio Sulpicio, riuscendo a sconfiggere i Latini, ed a liberare la città alleata<ref>Tito Livio, Ab Urbe condita, VI, 3, 33.</ref>. |
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Nel [[369 a.C.]] fu eletto [[tribuno consolare]] con [[Quinto Servilio Fidenate (tribuno consolare 382 a.C.)|Quinto Servilio Fidenate]], [[Quinto Quinzio Cincinnato (tribuno consolare 369 a.C.)|Quinto Quinzio Cincinnato]], [[Marco Cornelio Maluginense (tribuno consolare 369 a.C.)|Marco Cornelio Maluginense]], [[Marco Fabio Ambusto (tribuno consolare 381 a.C.)|Marco Fabio Ambusto]], [[Aulo Cornelio Cosso (tribuno consolare 369 a.C.)|Aulo Cornelio Cosso]]<ref>Tito Livio, Ab Urbe condita, VI, 4, 36.</ref>. |
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Anche quest'anno i romani cercarono di portare l'assedio a |
Anche quest'anno i romani cercarono di portare l'assedio a [[Velletri]], ma come nell'anno precedente, i nemici di Roma riuscirono a resistere. |
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Intanto in città i [[tribuno della plebe|tribuni della plebe]], [[Gaio Licinio Calvo Stolone]] e [[Lucio Sestio Laterano]], continuavano nel portare avanti le loro proposte a favore della plebe, ed i patrizi iniziavano a perdere il controllo degli altri tribuni, tramite il quale erano riusciti a bloccare le iniziative di Licinio e Sestio<ref>Tito Livio, Ab Urbe condita, VI, 4, 36-37.</ref>. |
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{{q|E nessuno poteva ritenere sufficiente il fatto che i plebei fossero ammessi come candidati nelle elezioni consolari: nessuno di essi avrebbe mai ottenuto la nomina fino a quando non fosse stato stabilito per legge che uno dei due consoli dovesse comunque essere plebeo.|Tito Livio, Ab Urbe condita, VI, 4, 37}} |
{{q|E nessuno poteva ritenere sufficiente il fatto che i plebei fossero ammessi come candidati nelle elezioni consolari: nessuno di essi avrebbe mai ottenuto la nomina fino a quando non fosse stato stabilito per legge che uno dei due consoli dovesse comunque essere plebeo.|Tito Livio, Ab Urbe condita, VI, 4, 37}} |
Versione delle 17:19, 9 set 2015
Gaio Veturio Crasso Cicurino | |
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Tribuno consolare della Repubblica romana | |
Nome originale | C. Veturius Crassus Cicurinus |
Gens | Veturia |
Tribunato consolare | 377 a.C., 369 a.C. |
Gaio Veturio Crasso Cicurino (latino: Gaius Veturius Crassus Cicurinus; floruit 377-369 a.C.; ... – ...) fu un uomo politico legato alla gens Veturia.
Primo tribunato consolare
Nel 377 a.C. fu eletto tribuno consolare con Lucio Emilio Mamercino, Lucio Quinzio Cincinnato Capitolino, Publio Valerio Potito Publicola, Servio Sulpicio Pretestato, Gaio Quinzio Cincinnato[1].
Durante il tribunato Roma dovette far fronte alla solita minaccia dei Volsci, cui questa volta si erano uniti i Latini.
Organizzata la leva, l'esercito fu diviso in tre parti, uno a difesa della città, una a difesa della campagna romana, e il grosso fu inviato a combattere i nemici, agli ordini di Lucio Emilio e Publio Valerio.
Lo scontro campale si svolse nei pressi di Satricum e fu favorevole ai romani, nonostante la forte resistenza dei Latini, che dai romani avevano adottato le tecniche di battaglia. Mentre i Volsci si ritirarono ad Anzio, dove trattarono la resa, consegnando la città e le sue campagne ai romani[2], i Latini diedero fuoco a Satrico, e attaccarono Tuscolo, secondo loro doppiamente colpevole, perché città latina che aveva ottenuto la cittadinanza romana.
Mentre i Latini occupavano la città, i Tuscolani si ritirarono nella rocca, ed inviarono una richiesta d'aiuto ai romani. Questi inviarono immediati rinforzi agli ordini di Lucio Quinzio e Servio Sulpicio, riuscendo a sconfiggere i Latini, ed a liberare la città alleata[3].
Secondo tribunato consolare
Nel 369 a.C. fu eletto tribuno consolare con Quinto Servilio Fidenate, Quinto Quinzio Cincinnato, Marco Cornelio Maluginense, Marco Fabio Ambusto, Aulo Cornelio Cosso[4].
Anche quest'anno i romani cercarono di portare l'assedio a Velletri, ma come nell'anno precedente, i nemici di Roma riuscirono a resistere.
Intanto in città i tribuni della plebe, Gaio Licinio Calvo Stolone e Lucio Sestio Laterano, continuavano nel portare avanti le loro proposte a favore della plebe, ed i patrizi iniziavano a perdere il controllo degli altri tribuni, tramite il quale erano riusciti a bloccare le iniziative di Licinio e Sestio[5].
«E nessuno poteva ritenere sufficiente il fatto che i plebei fossero ammessi come candidati nelle elezioni consolari: nessuno di essi avrebbe mai ottenuto la nomina fino a quando non fosse stato stabilito per legge che uno dei due consoli dovesse comunque essere plebeo.»
Note
Collegamenti esterni
- (LA) Ad Urbe Condita