Musica tradizionale italiana: differenze tra le versioni
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Ad oggi, la musica tradizionale italiana è spesso divisa in diverse sfere d'influenza geografica, un sistema di classificazione proposto da [[Alan Lomax]] nel [[1956]]. |
Ad oggi, la musica tradizionale italiana è spesso divisa in diverse sfere d'influenza geografica, un sistema di classificazione proposto da [[Alan Lomax]] nel [[1956]]. |
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Le influenze celtiche e slave su progetti corali e di gruppo a voce del settentrione in contrasto con la monodìa stridente greca, araba e africana del meridione. |
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In Italia centrale queste influenze sono combinate, mentre le tradizioni indigene come narrazione e ballate cantate rimangono. |
In Italia centrale queste influenze sono combinate, mentre le tradizioni indigene come narrazione e ballate cantate rimangono. |
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La musica tradizionale sarda è anch'essa distinta dal resto d'Italia, ed è conosciuta per il suo canto polifonico dei tenori. |
La musica tradizionale sarda è anch'essa distinta dal resto d'Italia, ed è conosciuta per il suo canto polifonico dei tenori. |
Versione delle 21:05, 5 mag 2015
La musica tradizionale italiana è un termine per definire tutte le musiche tradizionali della Penisola italiana, poiché a causa della storia d'Italia, per secoli divisa in diversi piccoli stati, non vi è un'unica tipica musica tradizionale comune, quindi esse riflettono la posizione geografica in cui risiedono: a sud dell'Europa e al centro del Mar Mediterraneo: influenze arabe, africane, celtiche, persiane, venete, latine, e slave.
Ad oggi, la musica tradizionale italiana è spesso divisa in diverse sfere d'influenza geografica, un sistema di classificazione proposto da Alan Lomax nel 1956.
In Italia centrale queste influenze sono combinate, mentre le tradizioni indigene come narrazione e ballate cantate rimangono. La musica tradizionale sarda è anch'essa distinta dal resto d'Italia, ed è conosciuta per il suo canto polifonico dei tenori.
Italia settentrionale
Gruppi musicali revival nel nord italiano, in particolare in Piemonte (La Ciapa Rusa, Tre Martelli), Lombardia (Baraban, Pandemonio) e Veneto (Calicanto) reinterpretano i canti tradizionali locali per la zona chiamata quattro province.
I porti genovesi sono la casa del Trallalero, uno stile vocale polifonico con cinque voci, una delle quali imita la chitarra. Nacque negli anni venti e comprende gruppi moderni quali La Squadra -- Compagnia del Trallalero e Laura Parodi.
Italia centrale
Le province altamente urbanizzate[senza fonte] dell'Italia centrale sono anche conosciute per le poesie cantata con Ottava rima del medioevo, specialmente in Toscana, Lazio e Abruzzo. L'ottava rima era utilizzata dai poeti-contadini che usavano i poemi di Dante e Omero, come testi più moderni con tematiche politiche e sociali. Spesso sono improvvisate, e talvolta nascono gare basate sull'ottava rima.
Nel Lazio infine, il ballo tradizionale è il Saltarello che ebbe un revival negli anni '70.
Italia meridionale
Un ballo tradizionale chiamato Tarantella viene ancora eseguito in tutto il meridione nelle sue varianti: Pizzica, Tammurriata, Tarantella calabrese e tarantella siciliana.
Antonio Infantino dal 1975 in Puglia ha esplorato i rituali di guarigione dei tarantolati basati sulle percussioni e formò il gruppo musicale i Tarantolati di Tricarico. La Puglia è anche sede di fanfare come la Banda Città Ruvo Di Puglia, questa tradizione ha portato a collaborazioni con i musicisti Jazz come Matteo Salvatore, Battista Lena, Eugenio Colombo e Enrico Rava.
In Campania fin dagli anni '70 grazie ad Eugenio Bennato e Carlo D'Angiò, portarono a conoscenza la musica tradizionale, che progressivaente scompariva dalla scena italiana prima nel periodo fascista con una rivisitazione della musica popolare, e poi con la nascita di una società consumistica e l'avvento della musica leggera e rock, grazie alla creazione del gruppo musicale: Musicanova. Oggi con il movimento Taranta power, rivisita e racconta in maniera nuova la musica tradizionale del Sud Italia e del Mediterraneo, con collaborazioni quali: Pietra Montecorvino, Antonio Piccininno, Antonio Infantino e altri ancora.
In Calabria dagli anni '70 in poi c'è stato un lento recupero degli strumenti e della musica tradizionale locale, riportando all'uso la lira calabrese.
Un altro unicum culturale della musica tradizionale meridionale e siciliana è lo strumento musicale della Zampogna, simile a una cornamusa, in origine suonato dai pastori è ancora in uso nelle regioni montuose. la zampogna viene ancora usata in associazione all'annunciazione di Cristo e viene suonata durante la festa di Natale.
Negli ultimi 15 anni circa è tornata in auge la musica tradizionale, in particolare le danze tradizionali, che vengono eseguite in grandi festival anche in maniera moderna e rivisitata, in tutte le regioni meridionali, di cui il più famoso in Puglia.