Pier Leone Ghezzi: differenze tra le versioni

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Ghezzi è famoso per gli [[affresco|affreschi]] eseguiti nella [[Villa Falconieri]] a [[Frascati]], ma eccelse soprattutto nel genere della caricatura, sia a penna che a [[guazzo]]. Queste caricature sono interessanti perché, oltre a descrivere in chiave [[Satira|satirica]] personaggi o mestieri, contengono didascalie esplicative apposte dall'Autore stesso, utili per una veritiera e vivace ricostruzione della società settecentesca. Ghezzi ebbe molto successo presso i contemporanei e fu un abile mercante d'arte; le sue opere raggiunsero quotazioni elevate mentre era ancora in vita.
Ghezzi è famoso per gli [[affresco|affreschi]] eseguiti nella [[Villa Falconieri]] a [[Frascati]], ma eccelse soprattutto nel genere della caricatura, sia a penna che a [[guazzo]]. Queste caricature sono interessanti perché, oltre a descrivere in chiave [[Satira|satirica]] personaggi o mestieri, contengono didascalie esplicative apposte dall'Autore stesso, utili per una veritiera e vivace ricostruzione della società settecentesca. Ghezzi ebbe molto successo presso i contemporanei e fu un abile mercante d'arte; le sue opere raggiunsero quotazioni elevate mentre era ancora in vita.


Artista brillante, dotato di molteplici attitudini, di lui scrisse così [[Lione Pascoli]]: «canta, e suona diversi [[Strumenti musicali|strumenti]], e si è in gioventù divertito col [[Danza|ballo]], colla [[Equitazione|cavallerizza]], e colla [[scherma]]. Discorre modestamente, non gli mancano erudizioni, ed è eccellente conoscitore delle maniere pittoresche antiche, e moderne. Non è perciò da maravigliarsi, se tratti famigliarmente con molti personaggi, e se da questi sia tenuto in gran conto, e ben sovente, qualora non vi va, mandato a chiamare».
Così scrisse di lui [[Lione Pascoli]]: «canta, e suona diversi [[Strumenti musicali|strumenti]], e si è in gioventù divertito col [[Danza|ballo]], colla [[Equitazione|cavallerizza]], e colla [[scherma]]. Discorre modestamente, non gli mancano erudizioni, ed è eccellente conoscitore delle maniere pittoresche antiche, e moderne. Non è perciò da maravigliarsi, se tratti famigliarmente con molti personaggi, e se da questi sia tenuto in gran conto, e ben sovente, qualora non vi va, mandato a chiamare».


I versi composti da Ghezzi e scritti sul rovescio del suo primo [[autoritratto]] su tela (1702), illustrano con efficacia la sua personalità:
I versi composti da Ghezzi e scritti sul rovescio del suo primo [[autoritratto]] su tela (1702), illustrano con efficacia la sua personalità:

Versione delle 15:54, 6 apr 2014

Pier Leone Ghezzi (Roma, 28 giugno 1674Roma, 6 marzo 1755) è stato un pittore italiano, attivo a Roma prevalentemente nella prima metà del XVIII secolo.

Pier Leone Ghezzi nacque a Roma dal pittore Giuseppe Ghezzi (16341721), maestro di Antonio Amorosi e segretario dell'Accademia di San Luca. Fu lo stesso Giuseppe Ghezzi a indirizzare il figlio alla professione e a scegliere, come padrino di cresima, il pittore Carlo Maratta.

Ghezzi è famoso per gli affreschi eseguiti nella Villa Falconieri a Frascati, ma eccelse soprattutto nel genere della caricatura, sia a penna che a guazzo. Queste caricature sono interessanti perché, oltre a descrivere in chiave satirica personaggi o mestieri, contengono didascalie esplicative apposte dall'Autore stesso, utili per una veritiera e vivace ricostruzione della società settecentesca. Ghezzi ebbe molto successo presso i contemporanei e fu un abile mercante d'arte; le sue opere raggiunsero quotazioni elevate mentre era ancora in vita.

Così scrisse di lui Lione Pascoli: «canta, e suona diversi strumenti, e si è in gioventù divertito col ballo, colla cavallerizza, e colla scherma. Discorre modestamente, non gli mancano erudizioni, ed è eccellente conoscitore delle maniere pittoresche antiche, e moderne. Non è perciò da maravigliarsi, se tratti famigliarmente con molti personaggi, e se da questi sia tenuto in gran conto, e ben sovente, qualora non vi va, mandato a chiamare».

I versi composti da Ghezzi e scritti sul rovescio del suo primo autoritratto su tela (1702), illustrano con efficacia la sua personalità:

Pier Leone Ghezzi: La cena di Emmaus

Pier Leone son io
Di casa Ghezzi che dì 28 giugno
Quando al mille e seicento
Anni settanta quattro ancor
S'aggiunse io nacqui e si congiunse
A questi l'età mia di vent'ott'anni
Ch'ora nel mille settecentoedue
Mi mostra il tempo, e le misure sue
Or mentre questo fugge e mai s'arresta
Io mi rido di lui e mi riscatto
Col dar perpetua vita al mio ritratto.

Nel 1705 entrò a far parte dell'Accademia di S. Luca, a cui donò il dipinto l'Allegoria della Gratitudine [1], tuttora in sede.

Galleria di caricature e disegni

Bibliografia

  • Rudolf Wittkower, Art and Architecture Italy, 1600-1750, Pelican History of Art, Penguin Books, 1980, p. 495.

Le pietre rivelate. Lo 'Studio di molte pietre' di Pier Leone Ghezzi, manoscritto 322 della Biblioteca Universitaria Alessandrina, a cura di Paolo Coen e Giovan Battista Fidanza, Roma: Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 2011.

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Collegamenti esterni

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