Carica di Poloj: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 28: Riga 28:
L'Italia assicurava i propri confini con diverse divisioni, stanziate in basi nel Friuli Venezia Giulia, nell'Istria, in Zara, e in Albania.
L'Italia assicurava i propri confini con diverse divisioni, stanziate in basi nel Friuli Venezia Giulia, nell'Istria, in Zara, e in Albania.


Con il crescendo del malcontento popolare causato dall'occupazione dell'[[Asse]], nel [[Regno di Jugoslavia]] prendeva sempre più piede un movimento armato filocomunista di opposizione, chiamato ufficialmente [[Armata popolare di liberazione della Iugoslavia]].
Con il crescere del malcontento popolare causato dall'occupazione dell'[[Asse]], nel [[Regno di Jugoslavia]] prendeva sempre più piede un movimento armato filocomunista di opposizione, chiamato ufficialmente [[Armata popolare di liberazione della Iugoslavia]].
I primi scontri si svolsero già nei primi giorni dell'invasione, per poi continuare durante tutta l'occupazione, principalmente sotto forma di azioni di guerriglia, di sabotaggio e di disturbo.
I primi scontri si svolsero già nei primi giorni dell'invasione, per poi continuare durante tutta l'occupazione, principalmente sotto forma di azioni di guerriglia, di sabotaggio e di disturbo.


Il 14° Cavalleggeri di Alessandria era uno dei reggimenti italiani presenti nei territori occupati, le truppe erano prevalentemente a cavallo, quest'ultimo era di sicuro il reggimento con la più alta mobilità tra tutti quelli nella zona.
Il 14° Cavalleggeri di Alessandria era uno dei reggimenti italiani presenti nei territori occupati in cui le truppe erano prevalentemente a cavallo: era di sicuro il reggimento con la più alta mobilità tra tutti quelli nella zona.


Il reggimento, inquadrato nella [[1ª Divisione Celere "Eugenio di Savoia"]], compiva azioni di pattugliamento e controllo del territorio e gli incontri con i partigiani erano frequenti.
Il reggimento, inquadrato nella [[1ª Divisione Celere "Eugenio di Savoia"]], compiva azioni di pattugliamento e controllo del territorio e gli incontri con i partigiani erano frequenti.

Versione delle 11:38, 22 feb 2013

Carica di Poloj
parte del Fronte jugoslavo della seconda guerra mondiale
Data17 ottobre 1942
LuogoPoloj, Croazia
EsitoVittoria italiana
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
760 uominiSconosciuto
Perdite
129 morti (9 ufficiali, 4 sottufficiali, 116 Cavalieri, 160 cavalli)
70 feriti circa
Sconosciuto
Ultima carica di cavalleria della storia accertata.
Voci di battaglie presenti su Wikipedia

La Carica di Poloj (Croazia) è un episodio bellico consumatosi durante il Secondo conflitto mondiale nel Fronte jugoslavo il 17 ottobre 1942, passato alla storia come ultima carica posta in essere da truppe militari regolari. L'episodio ha visto come protagonisti da una parte il Regio Esercito, con il 14° Cavalleggeri d'Alessandria e dall'altra l'Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia.

Antefatto

Dopo l'invasione della Jugoslavia nel 1941 e la conseguente spartizione dei territori occupati voluta dalla Germania Nazista, il Regno d'Italia era presente a Zara, in una parte della Slovenia (Provincia italiana di Lubiana), nella parte nord-occidentale della Banovina di Croazia (congiunta alla Provincia di Fiume), in una parte della Dalmazia e nella zona della Bocche di Cattaro (Governatorato di Dalmazia). L'Italia assicurava i propri confini con diverse divisioni, stanziate in basi nel Friuli Venezia Giulia, nell'Istria, in Zara, e in Albania.

Con il crescere del malcontento popolare causato dall'occupazione dell'Asse, nel Regno di Jugoslavia prendeva sempre più piede un movimento armato filocomunista di opposizione, chiamato ufficialmente Armata popolare di liberazione della Iugoslavia. I primi scontri si svolsero già nei primi giorni dell'invasione, per poi continuare durante tutta l'occupazione, principalmente sotto forma di azioni di guerriglia, di sabotaggio e di disturbo.

Il 14° Cavalleggeri di Alessandria era uno dei reggimenti italiani presenti nei territori occupati in cui le truppe erano prevalentemente a cavallo: era di sicuro il reggimento con la più alta mobilità tra tutti quelli nella zona.

Il reggimento, inquadrato nella 1ª Divisione Celere "Eugenio di Savoia", compiva azioni di pattugliamento e controllo del territorio e gli incontri con i partigiani erano frequenti.

La Battaglia

Al sorger del sole del 17 di ottobre, il 14° reggimento, supportato da una colonna di artiglieria ippotrainata, muoveva verso Primisije quando, nelle prossimità del fiume Korana, un manipolo di partigiani Jugoslavi esplosero dei colpi di grosso calibro dalle alture circostanti, uccidendo subito un ufficiale e un cavalleggero e ferendo diversi uomini e cavalli. Dopo un leggero ripiegamento, che però ha dato tempo ai partigiani di riorganizzarsi e di appostarsi, alle 13.00 il reggimento si mosse in formazione a losanga, rinforzato dallo squadrone di supporto con carri e pezzi d'artiglieria.

Alle 14.30 questo raggiunse Poloj e si schierò in ordine di combattimento, in quanto le alture erano tenute dai partigiani, e subito iniziò un violento scontro a fuoco. Alle 17.00 si accentuò la pressione avversaria, così il generale Lo Maglio, Comandante del 14°, ordinò dal comando di proseguire per Primisije e mandò sul posto il generale Mazza. alle 18:30 lo Maglio, col far del buio, decide di far ritirare le forze da Perjasica ma ormai i partigiani aspettavano questa mossa. Il colonnello Aimone Cat, comandante sul campo, manda in scoperta il primo squadrone del capitano Antonio Petroni con lo squadrone comando e quello dei mitraglieri.

Nel frattempo il terzo squadrone, sfoderate le sciabole, si lancia alla carica sui partigiani che scendono dalle alture a sinistra, il secondo fa lo stesso dal lato opposto; in retro guardia il quarto squadrone del capitano Vinaccia carica ripetutamente per coprire la ritirata dell' artiglieria e degli automezzi, il capitano cade nello scontro ma le perdite partigiane sono nettamente superiori. I pochi partigiani rimasti, a questo punto, decidono di organizzare un terzo sbarramento, ma una poderosa carica di sciabole riesce a spezzare l'accerchiamento formatosi e a metterli in fuga.

A fine battaglia, in tarda serata, il 14° Cavalleggeri conta 129 caduti e una settantina di feriti; ma le perdite partigiane sono abbastanza alte da determinare per l'Italia non solo una vittoria strategica, ma anche una vittoria tattica. I cavalleggeri rientrano vittoriosi la mattina del 18 ottobre Perjasica, accolti dagli alti comandi con tutte le glorie, nonostante l'amarezza per aver perduto nello scontro il regio stendardo che accompagnò quel reparto durante tutta la sua storia.

Voci correlate


Template:CategorizzareDaBot