Ruminazione: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Synthebot (discussione | contributi)
m r2.6.4) (Bot: Aggiungo hi, ia; tolgo ca, pl
MerlIwBot (discussione | contributi)
m Bot: Aggiungo ca:Remugó
Riga 24: Riga 24:


[[ar:حيوان مجتر]]
[[ar:حيوان مجتر]]
[[ca:Remugó]]
[[cs:Přežvýkavec]]
[[cs:Přežvýkavec]]
[[da:Drøvtygger]]
[[da:Drøvtygger]]

Versione delle 11:13, 14 ott 2012

La ruminazione è un processo digestivo particolare che consiste fondamentalmente nel rigurgitare l'alimento (fibre vegetali), precedentemente masticato ed inghiottito, per masticarlo nuovamente, in modo da estrarre la maggior quantità possibile di nutrimento da esso e in modo da consentire la digestione della cellulosa.

Gli animali ruminanti presentano lo stomaco diviso in quattro cavità: rumine, reticolo, omaso ed abomaso. Le prime tre camere vengono anche dette "prestomaci", ma solamente l’abomaso è paragonabile al vero e proprio stomaco degli animali monogastrici. Nei prestomaci vive una complessa flora batterica (batteri e protozoi cigliati). Si tratta di una vera e propria simbiosi in quanto i vantaggi sono reciproci: i batteri ricevono cibo dal ruminante e con la loro azione cellulosolitica permettono a quest’ultimo di trarre energia da cellulosa ed emicellulosa, cosa che l’animale da solo non potrebbe fare. Quando l’animale è a riposo il rumine inizia a contrarsi, il bolo risale l'esofago e torna alla bocca, dove viene ulteriormente masticato ed alcalinizzato con la saliva. In seguito il cibo ridiscende al rumine e qui intervengono i batteri ed i protozoi cigliati. Questi, grazie a reazioni chimiche che spezzano le lunghe catene di polisaccaridi, altrimenti poco digeribili, solubilizzano il cibo. Uno degli effetti di queste reazioni è la produzione di grandi quantità di gas, quali anidride carbonica, metano e azoto, ed acidi grassi a breve catena, subito riassorbiti dal rumine. Nell'idrolisi della cellulosa intervengono due enzimi, la cellulasi e la cellobiasi, che scindono la catena del polisaccaride in cellobiosio e glucosio. Il bolo passa poi ai successivi prestomaci. Queste prime tre camere sono caratterizzate dall’avere pareti contrattili, ricche di fibre muscolari lisce, e dall’assenza di ghiandole. Arrivato all’abomaso il bolo inizia a subire la vera digestione. Le ghiandole qui presenti sono costituite da due tipi di cellule: le principali secernono pepsinogeno, mentre le secondarie producono acido cloridrico, utile a trasformare il pepsinogeno in pepsina attiva che semplifica le proteine brevi in catene di peptoni e polipeptidi. Il cibo viene poi avviato verso l’intestino tenue, dove il succo enterico e il succo pancreatico completano la digestione. Nel tragitto che lo conduce all’intestino viene man mano neutralizzata l’acidità tipica dello stomaco perché l’intestino lavora a pH più alto.

La ruminazione rappresenta un adattamento evolutivo antipredatorio proprio dei mammiferi erbivori, soggetti a forte pressione predatoria. Essa consente infatti all’animale di accumulare in modo rapido grandi quantità di cibo nel rumine in seguito ad una grossolana masticazione dell’alimento ed una veloce deglutizione in aree di pascolo potenzialmente pericolose. Con tale anatomia digestiva, e grazie anche all’abbondante flora microbica presente nel rumine, è inoltre consentito l’utilizzo di vegetali con tenori di fibra grezza (cellulosa ed emicellulosa) molto elevati.

Fra gli Ungulati Ruminanti esiste una classificazione in base al tipo di alimenti selezionati. Si distinguono così tre categorie [1]:

  • brucatori o selettori di alimenti concentrati
  • pascolatori o consumatori di foraggio grezzo
  • erbivori di tipo intermedio

I primi (alce, capriolo) sono tipici utilizzatori di alimenti ricchi di principi nutritivi e basso contenuto in fibra (germogli, gemme, ecc.), presentano grandi ghiandole salivari, fegato molto sviluppato, piccolo rumine, corto intestino, cieco voluminoso; il loro regime alimentare prevede numerosi periodi di attività e di breve durata, mentre la digestione è piuttosto rapida.

I secondi (pecora, capra, bovini, muflone) sono invece forti consumatori di foraggio grezzo, anche con alto tenore in fibra, hanno un'anatomia digestiva opposta ai precedenti e spendono il loro tempo dedicato all'alimentazione frazionandolo in un minor numero di periodi di attività di più lunga durata, fra i quali dedicano altrettante lunghe pause per la ruminazione.

I terzi (camoscio) sono meno specializzati e si adattano facilmente ad entrambi i tipi di dieta.

Note

  1. ^ Hofmann R.R. (1984), L'adattamento nell’apparato digerente nei cervi. In Atti del V Convegno All. Selv. a scopo alim. Regione Umbria. Pagine: 81-104. Bastia Umbra.
  Portale Biologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Biologia