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Il [[caso (linguistica)|caso]] '''dativo''' è presente in varie [[lingua (idioma)|lingue]]; in [[lingua italiana|italiano]] è limitato ad alcuni pronomi, mentre è di uso esteso e frequente in molte lingue che conoscono una declinazione del nome e/o dell'aggettivo, come il [[lingua latina|latino]], il [[Lingua greca|greco]] o il [[lingua russa|russo]]. In queste ultime lingue, nelle grammatiche, occupa spesso, convenzionalmente, il terzo posto, dopo [[nominativo]] e [[genitivo]]. |
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In latino il dativo assume normalmente la funzione di [[complemento di termine]] (per esempio: ''do librum '''Marco''''', do il libro '''a Marco''') o anche di vantaggio (per esempio: ''pugno '''patriae''''', combatto '''per la patria'''). Può avere anche altre funzioni, come ad esempio il ''dativo etico'', usato in espressioni a carattere affettivo (per esempio: ''vale '''mihi''', sta'''mmi''' bene). |
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In greco invece ha un uso molto più ampio, come ad esempio il [[complemento di causa efficiente]] (per esempio: '''''συμφορᾷ''' πλήσσομαι'', sono colpito '''da una disgrazia'''), questo è dovuto all'assenza del [[caso ablativo]] nella lingua greca, per cui tutti i complementi espressi dall'ablativo nelle lingue indeuropee, sono confluiti nel greco al caso dativo, per un fenomeno di [[sincretismo (linguistica)|sincretismo]]. |
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In [[lingua tedesca|tedesco]] riprende il [[complemento di termine]], generalmente riconoscibile dall'articolo (''das Kind'', il bambino ''dem Kind'', al bambino); questo caso, in tedesco, è retto inoltre da una serie di preposizioni. |
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Questo caso, in tedesco, è retto inoltre da una serie di preposizioni. |
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==Voci correlate== |
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*[[Grammatica latina]] |
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Versione delle 18:32, 8 mag 2012
Il caso dativo è presente in varie lingue; in italiano è limitato ad alcuni pronomi, mentre è di uso esteso e frequente in molte lingue che conoscono una declinazione del nome e/o dell'aggettivo, come il latino, il greco o il russo. In queste ultime lingue, nelle grammatiche, occupa spesso, convenzionalmente, il terzo posto, dopo nominativo e genitivo.
Il dativo esprime spesso l'oggetto indiretto / complemento di termine, ma è spesso retto da preposizioni per esprimere diverse altre funzioni.
Latino
In latino il dativo assume normalmente la funzione di complemento di termine (per esempio: do librum Marco, do il libro a Marco) o anche di vantaggio (per esempio: pugno patriae, combatto per la patria). Può avere anche altre funzioni, come ad esempio il dativo etico, usato in espressioni a carattere affettivo (per esempio: vale mihi, stammi bene).
Greco
In greco invece ha un uso molto più ampio, come ad esempio il complemento di causa efficiente (per esempio: συμφορᾷ πλήσσομαι, sono colpito da una disgrazia), questo è dovuto all'assenza del caso ablativo nella lingua greca, per cui tutti i complementi espressi dall'ablativo nelle lingue indeuropee, sono confluiti nel greco al caso dativo, per un fenomeno di sincretismo.
Tedesco
In tedesco il dativo è di norma impiegato per esprimere il complemento di termine. A causa della ridotta declinazione del sostantivo esso viene generalmente evidenziato con morfemi appositi nell'articolo o nell'aggettivo (das Kind, il bambino dem Kind, al bambino). In alcuni casi, per lo più arcaizzanti e/o letterari, viene conservata una terminazione di dativo anche nel nome, per esempio dem deutschen Volke "al popolo tedesco"[1]). In altri casi, anch'essi di uso stereotipato, è la semantica che fa capire la presenza del dativo anche in mancanza di marche formali: Gott sei Dank! "grazie a Dio!", lett. "(a) Dio sia ringraziamento").
Questo caso, in tedesco, è retto inoltre da una serie di preposizioni.
Note
- ^ È la scritta che sovrasta l'edificio del Bundestag a Berlino.