Chiesa di San Lorenzo in Palatio ad Sancta Sanctorum: differenze tra le versioni

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Versione delle 13:11, 10 nov 2011

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Interno della cappella

La chiesa di San Lorenzo in Palatio è una chiesa di Roma, nel rione Esquilino, in piazza san Giovanni in Laterano.

Storia e descrizione

La chiesa si trova all’interno del complesso edilizio che conserva la Scala Santa presso la basilica di San Giovanni in Laterano. In origine questo palazzo era il palazzo patriarcale, sede del vescovo di Roma, e la chiesa era la cappella privata del pontefice: oggi essa è ciò che resta dell’antico palazzo patriarcale. La più antica menzione della chiesa si trova nella biografia di papa Stefano III (768-772); essa fu restaurato da Onorio III (1216-1227) e ricostruita da Niccolò III (nel 1278); nel XVI secolo papa Sisto V fece traslocare qui la scala santa, che ora serve da accesso alla chiesa.

La chiesa è conosciuta anche come Sancta Sanctorum (lett. «le cose sante tra le sante»), nome che rievoca quella parte del tempio di Gerusalemme ove era custodita l’Arca dell'Alleanza, e questo titolo gli deriva dal fatto che in essa erano custodite le più preziose reliquie cristiane, tra cui il prepuzio di Gesù bambino, i suoi sandali, il divano su cui assistette all'ultima cena, il bastone con cui fu percosso il suo capo coronato di spine, le teste dei santi Pietro e Paolo, e molte altre. Molte di queste reliquie sono oggi scomparse o conservate altrove.

Internamente la chiesa è stata decorata dai Cosmati, secondo un’iscrizione interna: Magister Cosmatus fecit hoc opus. L'altare conserva un’antichissima immagine di Gesù Redentore detta acheropita, cioè non dipinta da mano umana: la tradizione infatti narra che l’icona fu dipinta dall’evangelista Luca aiutato da un angelo. Questa immagine era molto venerata fin dal pontificato di Stefano II, il quale ordinò una processione per la città con la sacra immagine per implorare l’aiuto divino contro i Longobardi condotti da Astolfo. Nel XIII secolo la tavola fu adornata da una lamina d'argento per opera di papa Innocenzo III. Non si conosce esattamente l’origine di questa immagine: l’Armellini propone un’origine bizantina in epoca della lotta iconoclasta (VIII secolo).

Sopra l'altare vi è l'iscrizione: Non est in toto sanctior orbe locus ("non esiste al mondo luogo più santo di questo"). Gli affreschi sulla volta e nelle lunette sono del XIII secolo, mentre i santi dipinti entro 28 tabernacoli laterali sono di Giannicola di Paola.

Bibliografia

Voci correlate

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