Remo Chiti: differenze tra le versioni

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Nel tempo il Chiti collaborò, spesso anche come illustratore, a numerosi giornali e riviste: ''Testa di ferro'', ''Brillante'', ''L'Impero'', ''Oggi e domani'', ''L'Universale'', ''Il Giornale d'Italia'', ''La Patria''. Intorno al 1950 circa compose l'atto "sintetico" ''Pregiatissimo signore'' in cui Chiti riprende le formule stilistiche dell'ormai superata esperienza futurista.
Nel tempo il Chiti collaborò, spesso anche come illustratore, a numerosi giornali e riviste: ''Testa di ferro'', ''Brillante'', ''L'Impero'', ''Oggi e domani'', ''L'Universale'', ''Il Giornale d'Italia'', ''La Patria''. Intorno al 1950 circa compose l'atto "sintetico" ''Pregiatissimo signore'' in cui Chiti riprende le formule stilistiche dell'ormai superata esperienza futurista.

Chiti morì a Roma nel 1971; le sue opere sono raccolte da [[Mario Verdone]] nel volume postumo ''La vita si fa da sé'' (Ed. Cappelli, Bologna, 1974).


==Note==
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Remo Chiti (Staggia Senese, 26 novembre 1891Roma, 23 gennaio 1971) è stato uno scrittore, drammaturgo e poeta italiano particolarmente attivo all'interno del movimento artistico e culturale del Futurismo e in particolare del teatro futurista sintetico.

Biografia

Trasferitosi in giovane età a Firenze per motivi di studio entrò in contatto con l'ambiente delle riviste fiorentine nel quale collaborò con Emilio Settimelli e Mario Carli al periodico di critica diretto da Virgilio Scattolini La difesa dell'arte e a Il Centauro fondato nel 1912 da Carli e Settimelli.[1]

Chiti occupò un posto di rilievo (insieme ad altri fra i quali Balilla Pratella, Paolo Buzzi) nelle attività di rinnovamento del teatro componendo quelle brevi sintesi teatrali (Parole, Parossismo, Costruzioni)[2] che Marinetti aveva teorizzato con Corra e Settimelli nel Manifesto del Teatro futurista sintetico del 1915.

Il Chiti sintetizzò l'esperienza del teatro futurista nel breve opuscolo I creatori dei teatro sintetico futurista (Firenze 1915), dove riconobbe a Corra e Settimelli nel 1913 «i primi tentativi di un teatro nuovo e definendo i fini concreti che il teatro "sintetico" si proponeva».[3] Del 1915 è un "dramma d'incubo telepatico" dal titolo Giallo e nero con chiara allusione ai colori asburgici e fortemene anti-austriaco;[4] apparve inoltre come attore nelle "sintesi teatrali" messe in scena nelle numerose e clamorose "serate" futuriste.

Nel 1916 il gruppo composto da Chiti, Corra, Arnaldo Ginna, Carli, Settimelli e Maria Ginanni, fondò in antitesi con il periodico Lacerba il quindicinale L'Italia futurista, rivista vicina al "secondo futurismo fiorentino" che nutriva un marcato interesse per i fenomeni dell'occulto, dell'onirico e del medianico. Lo stesso gruppo del L'Italia futurista girò nel 1916 il film Vita futurista a cui partecipò lo stesso Chiti. Nel settembre 1916 Chiti firmò insieme a Marinetti, Corra, Settimelli, Ginna, Balla il Manifesto della cinematografia futurista (Milano, 11 settembre 1916) che condensava a livello teorico quanto espresso nel film.[5]

Nel tempo il Chiti collaborò, spesso anche come illustratore, a numerosi giornali e riviste: Testa di ferro, Brillante, L'Impero, Oggi e domani, L'Universale, Il Giornale d'Italia, La Patria. Intorno al 1950 circa compose l'atto "sintetico" Pregiatissimo signore in cui Chiti riprende le formule stilistiche dell'ormai superata esperienza futurista.

Chiti morì a Roma nel 1971; le sue opere sono raccolte da Mario Verdone nel volume postumo La vita si fa da sé (Ed. Cappelli, Bologna, 1974).

Note

  1. ^ Vigilante
  2. ^ Marinetti; Settimelli; Bruno Corra, Il Teatro futurista sintetico creato da Marinetti, Settimelli, Bruno Corra: sintesi teatrali di Marinetti, Settimelli, Bruno Corra [et al.], in Biblioteca teatrale, Piacenza, Ghelfi Costantino, 1921, pp. 50, 52-53.
  3. ^ Vigilante
  4. ^ Marinetti, Pirandello e il teatro futurista, su MICRO, M.I.C.RO. Movimento Internazionale Culturale Roma.
  5. ^ Il Futurismo: le Edizioni Elettriche - Futurismo e cinema, su Internet culturale, Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche, 1996.

Collegamenti esterni