Gwigwi Mrwebi: differenze tra le versioni
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Versione delle 02:38, 15 giu 2017
Gwigwi Mrwebi (Johannesburg, ? 1936 – Boston, ? 1973) è stato un sassofonista e clarinettista sudafricano.
Nato e cresciuto a Johannesburg come Benjo Mrwebi, era detto "Benni" o "Gwigwi", e conosciuto anche come Bra Gwigwi.
Musicista autodidatta, fu la prima persona di colore a dirigere in Sudafrica una big band (gli Harlem Swingsters, formata da quattordici membri), nei primi anni cinquanta[1].
Fu anche tra i fondatori, nel 1953, della Union of South African Artists ('unione degli artisti sudafricani'), organizzazione che proteggeva diritti e royalties degli artisti. Nello stesso periodo si occupò di distribuzione per la rivista Drum.[1]
Fece parte, lungo gli anni cinquanta, di numerose band locali ed internazionali, tra cui The Jazz Maniacs, The Harlem Swingsters, The Three Jazzolomos.[1][2]
Negli anni sessanta, fece parte dei Jazz Dazzlers. Il gruppo era precedentemente noto come The Shanty Town Sextet e fu poi ribattezzato in occasione dell'ingresso di alcuni musicisti, tra cui Mrwebi, Hugh Masekela e altri. I Dazzlers si misero in evidenza come gruppo di supporto di vari gruppi, tra cui i Manhattans. Furono inoltre il nucleo del gruppo di musicisti che mise in scena il musical sudafricano King Kong: An African Jazz Opera (1959), per il quale composero ed eseguirono gran parte della musica.[1] King Kong ebbe un grande successo in Sudafrica, tanto da destare l'interesse di impresari britannici. Fu così che Mrwebi mosse verso Londra, come clarinettista e interprete (nel ruolo di narratore) del musical, che debuttò nella capitale britannica nel febbraio del 1961.[2][3] Per sfuggire al regime dell'apartheid, alla fine della tournée decise di rimanere a Londra.[4]
Nel gennaio del 1967 fu registrato Kwela, a nome della Gwigwi's Band (composta da Mrwebi e Dudu Pukwana al sax alto, Ronnie Beer al sax tenore, Coleridge Goode al contrabbasso, Laurie Allan alla batteria e Chris McGregor al pianoforte). L'album fu registrato al Trascription Centre di Dennis Duerden e pubblicato dalla etichetta 77 Records di Doug Dobell. Originariamente doveva intitolatsi Mbaqanga Songs, ma il titolo dovette sembrare troppo ostico per il pubblico britannico e si optò per Kwela, che richiamava l'omonimo genere musicale sudafricano (kwela in lingua xhosa significa 'dimenarsi').[3][5]
Mrwebi ottenne poi una borsa di studio per il Berklee College di Boston. La borsa era offerta dalla CHISA Records, casa di produzione fondata nel 1966 da Stewart Levine e Hugh Masekela a Los Angeles per offrire visibilità internazionale a musicisti africani.[2][1]
Mrwebi morì per un attacco di cuore a Boston, verso la fine del 1973.[3]
A Johannesburg gli è stata dedicata una strada (precedentemente Pim street), nel sobborgo di Newtown, area storicamente rilevante per il fiorire di arte e musica ai tempi di Mrwebi.[6][1]
Note
- ^ a b c d e f (EN) Scheda biografica su South African History Online.
- ^ a b c (EN) Jazz, Blues and Swing, p. 147.
- ^ a b c (EN) Steve Beresford, Scheda sul disco Mbaqanga Songs.
- ^ (EN) Racine Edwardes, Who was Gwigwi Mwrebi?, da citybuzz.co.za, 16 febbraio 2016.
- ^ (EN) Recensione di Kwela scritta da Chris May su allaboutjazz.com.
- ^ (EN) South Africa, p. 315.