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Museo archeologico nazionale di Altino: differenze tra le versioni

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|Direttore = Mariolina Gamba
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Alla fine degli anni 1950 iniziò la costruzione della sede del museo, su progetto dell'architetto [[Ferdinando Forlati]]<ref name=GV>{{cita news|autore=Silvia Conte|titolo=Altino: ecco "Mana", l'archeomuseo 2.0|numero=19|anno=2010|pubblicazione=Gente Veneta|url=http://www.genteveneta.it/public/articolo.php?id=5949|data=2010-05-14}}</ref>, per raccogliere i reperti rinvenuti alla fine del XIX secolo durante le lavorazioni agricole e nei primi scavi del 1936-1937. Inizialmente gli oggetti furono conservati presso Villa Reali a [[Dosson]] (Treviso) e, disordinatamente, presso le diverse aziende agricole altinate<ref>{{cita libro|curatore=Vincenzo Tiné|curatore2=Loretta Zega|titolo=Archeomusei - Musei archeologici in Italia 2001-2011|editore=All'insegna del giglio|città=Borgo San Lorenzo|pp=119-120|url=https://books.google.it/books?id=5gK5CwAAQBAJ&pg=PA119&lpg=PA119&dq=Ferdinando+Forlati+altino&source=bl&ots=V74WH3s1aR&sig=hpirUvjSQXLljvYiFYCx_BMtZ9E&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi0zLmBh6zMAhVIshQKHVfVAoQQ6AEIRTAK#v=onepage&q=Ferdinando%20Forlati%20altino&f=false|ISBN=978-88-7814-582-5}}</ref>.
Alla fine degli anni 1950 iniziò la costruzione della sede del museo, su progetto dell'architetto [[Ferdinando Forlati]]<ref name=GV>{{cita news|autore=Silvia Conte|titolo=Altino: ecco "Mana", l'archeomuseo 2.0|numero=19|anno=2010|pubblicazione=Gente Veneta|url=http://www.genteveneta.it/public/articolo.php?id=5949|data=14 maggio 2010}}</ref>, per raccogliere i reperti rinvenuti alla fine del XIX secolo durante le lavorazioni agricole e nei primi scavi del 1936-1937. Inizialmente gli oggetti furono conservati presso Villa Reali a [[Dosson]] (Treviso) e, disordinatamente, presso le diverse aziende agricole altinate<ref>{{cita libro|curatore=Vincenzo Tiné|curatore2=Loretta Zega|titolo=Archeomusei - Musei archeologici in Italia 2001-2011|editore=All'insegna del giglio|città=Borgo San Lorenzo|pp=119-120|url=https://books.google.it/books?id=5gK5CwAAQBAJ&pg=PA119&lpg=PA119&dq=Ferdinando+Forlati+altino&source=bl&ots=V74WH3s1aR&sig=hpirUvjSQXLljvYiFYCx_BMtZ9E&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi0zLmBh6zMAhVIshQKHVfVAoQQ6AEIRTAK#v=onepage&q=Ferdinando%20Forlati%20altino&f=false|ISBN=978-88-7814-582-5}}</ref>.


Il piccolo museo, realizzato dalla Soprintendenza e dal conte Jacopo Marcello, fu inaugurato il 29 maggio 1960 e si componeva di due ambienti, una dei quali era utilizzato come spazio espositivo suddiviso in due sale, l'altro come magazzino dei reperti archeologici rinvenuti; nel porticato esterno sono esposte alcune lapidi. Fino ad allora, il numero e soprattutto l'importanza degli scavi nella zona in questione, sotto la gestione della Soprintendenza Archeologica, erano risultate estremamente basse. A partire dal 1966, tuttavia, furono effettuati nella zona di Via Annia numerosi scavi, che riportarono alla luce oltre 2000 reperti delle tombe e dei luoghi di sepoltura. All'epoca della sua inaugurazione il Museo aveva meno di un migliaio di oggetti, mentre oggi ci sono più di 40.000 reperti, provenienti dalle aree archeologiche circostanti<ref>vgl. auch [[Altino (città romana)|Abschnitt Forschung]] im Artikel Altinum, dort auch weiterführende Literatur zum Fundgebiet der Sammlung</ref> di Altino, in mezzo alle quali si trova il museo.<ref>{{cita libro|autore=Andrea Ninfo, Alessandro Fontana, Paolo Mozzi, Francesco Ferrarese|titolo=The Map of Altinum, Ancestor of Venice|opera=Science|Band=325|edizione=5940|anno=2009|mese=luglio|giorno=31|pp=577|DOI=10.1126/science.1174206|url=[http://www.sciencemag.org/cgi/content/short/325/5940/577 Volltext]}}</ref>
Il piccolo museo, realizzato dalla Soprintendenza e dal conte Jacopo Marcello, fu inaugurato il 29 maggio 1960 e si componeva di due ambienti, una dei quali era utilizzato come spazio espositivo suddiviso in due sale, l'altro come magazzino dei reperti archeologici rinvenuti; nel porticato esterno sono esposte alcune lapidi. Fino ad allora, il numero e soprattutto l'importanza degli scavi nella zona in questione, sotto la gestione della Soprintendenza Archeologica, erano risultate estremamente basse. A partire dal 1966, tuttavia, furono effettuati nella zona di Via Annia numerosi scavi, che riportarono alla luce oltre 2000 reperti delle tombe e dei luoghi di sepoltura. All'epoca della sua inaugurazione il Museo aveva meno di un migliaio di oggetti, mentre oggi ci sono più di 40.000 reperti, provenienti dalle aree archeologiche circostanti<ref>vgl. auch [[Altino (città romana)|Abschnitt Forschung]] im Artikel Altinum, dort auch weiterführende Literatur zum Fundgebiet der Sammlung</ref> di Altino, in mezzo alle quali si trova il museo.<ref>{{cita libro|autore=Andrea Ninfo, Alessandro Fontana, Paolo Mozzi, Francesco Ferrarese|titolo=The Map of Altinum, Ancestor of Venice|collana=Science|Band=325|edizione=5940|anno=2009|mese=luglio|giorno=31|pp=577|DOI=10.1126/science.1174206|url=[http://www.sciencemag.org/cgi/content/short/325/5940/577 Volltext]}}</ref>


Per alcune parti della raccolta, come ad esempio iscrizioni,<ref>Alfredo Buonopane, Giovannella Cresci Marrone, Margherita Tirelli: ''Edizione delle iscrizioni latine del Museo archeologico nazionale di Altino.''</ref> steli o vetri veneziani<ref>Margherita Tirelli (Hrsg.</ref><ref>Rosa Barovier Mentasti, Margherita Tirelli: ''Altino. ''</ref>, sono stati realizzati singoli studi archeologici e vengono organizzate mostre specializzate.
Per alcune parti della raccolta, come ad esempio iscrizioni,<ref>Alfredo Buonopane, Giovannella Cresci Marrone, Margherita Tirelli: ''Edizione delle iscrizioni latine del Museo archeologico nazionale di Altino.''</ref> steli o vetri veneziani<ref>Margherita Tirelli (Hrsg.</ref><ref>Rosa Barovier Mentasti, Margherita Tirelli: ''Altino. ''</ref>, sono stati realizzati singoli studi archeologici e vengono organizzate mostre specializzate.
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L'esposizione del museo racconta la vita nella [[laguna di Venezia]], da [[Chioggia]] a sud fino a [[Concordia Sagittaria]] a nord, rappresentando la storia dei [[Veneto|Veneti]], dall'[[Civiltà romana|età romana]] fino alla età pre-[[Repubblica di Venezia|veneziana]].
L'esposizione del museo racconta la vita nella [[laguna di Venezia]], da [[Chioggia]] a sud fino a [[Concordia Sagittaria]] a nord, rappresentando la storia dei [[Veneto|Veneti]], dall'[[Civiltà romana|età romana]] fino alla età pre-[[Repubblica di Venezia|veneziana]].


Il primo direttore del museo fu l'archeologo Michele Tombolani (1943-1989), sostituito nel 1987 dall'archeologa Margherita Tirelli. Dal 2015 il nuovo direttore del museo è la storica dell'arte Mariolina Gamba<ref>{{cita news|titolo=A Venezia cinque nuovi direttori dei musei|pubblicazione=[[La Nuova Venezia]]|url=http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2015/10/28/news/a-venezia-cinque-nuovi-direttori-dei-musei-1.12345895|data=2015-10-28}}</ref>.
Il primo direttore del museo fu l'archeologo Michele Tombolani (1943-1989), sostituito nel 1987 dall'archeologa Margherita Tirelli. Dal 2015 il nuovo direttore del museo è la storica dell'arte Mariolina Gamba<ref>{{cita news|titolo=A Venezia cinque nuovi direttori dei musei|pubblicazione=[[La Nuova Venezia]]|url=http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2015/10/28/news/a-venezia-cinque-nuovi-direttori-dei-musei-1.12345895|data=28 ottobre 2015}}</ref>.
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A causa del crescente numero di reperti, si decise di ampliare il museo e nel 1984 lo Stato italiano acquisì due nuovi edifici (facenti parte di una fattoria ottocentesca utilizzata per la produzione di riso) in località "La Fornace", a poca distanza dalla prima sede. Tuttavia, a causa della mancanza di fondi, i lavori di restauro furono interrotti dopo poco tempo. Nel dicembre 2009, grazie all'intervento della Regione Veneto e ai fondi stanziati dall'Unione Europea per complessivi 6 milioni di euro, i lavori di restauro e ripristino ripresero<ref name=GV/>.
A causa del crescente numero di reperti, si decise di ampliare il museo e nel 1984 lo Stato italiano acquisì due nuovi edifici (facenti parte di una fattoria ottocentesca utilizzata per la produzione di riso) in località "La Fornace", a poca distanza dalla prima sede. Tuttavia, a causa della mancanza di fondi, i lavori di restauro furono interrotti dopo poco tempo. Nel dicembre 2009, grazie all'intervento della Regione Veneto e ai fondi stanziati dall'Unione Europea per complessivi 6 milioni di euro, i lavori di restauro e ripristino ripresero<ref name=GV/>.


Il 12 dicembre 2014 vi fu l'inaugurazione della nuova struttura del museo, che però rimase aperto solo un giorno<ref>{{cita news|autore=Melody Fusaro|titolo=Altino dopo 30 anni inaugura per poche ore il "museo che non c’è"|pubblicazione=Il Gazzettino|url=http://www.ilgazzettino.it/nordest/venezia/altino_museo_non_c_rsquo_egrave-747800.html|data=2014-12-12}}</ref>.
Il 12 dicembre 2014 vi fu l'inaugurazione della nuova struttura del museo, che però rimase aperto solo un giorno<ref>{{cita news|autore=Melody Fusaro|titolo=Altino dopo 30 anni inaugura per poche ore il "museo che non c’è"|pubblicazione=Il Gazzettino|url=http://www.ilgazzettino.it/nordest/venezia/altino_museo_non_c_rsquo_egrave-747800.html|data=12 dicembre 2014}}</ref>.


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Gli spazi per il restauro, la catalogazione e la creazione di riproduzioni e fotografie sono stati realizzati, unitamente ad un book-shop e ad una caffetteria, ma non sono ancora stati attivati.
Gli spazi per il restauro, la catalogazione e la creazione di riproduzioni e fotografie sono stati realizzati, unitamente ad un book-shop e ad una caffetteria, ma non sono ancora stati attivati.

Versione delle 20:49, 29 apr 2016

Museo archeologico nazionale di Altino
La nuova sede del MANA
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàQuarto d'Altino
IndirizzoVia Sant'Eliodoro, 56
Quarto d'Altino (VE)
Coordinate45°32′29.39″N 12°23′54.47″E
Caratteristiche
Tipoarcheologia
Istituzione29 maggio 1960
Apertura29 maggio 1960
DirettoreMariolina Gamba
Visitatori6,376 (2,682 paganti)[1] (2014)
[Sito ufficiale Sito web]

Il Museo archeologico nazionale di Altino (conosciuto anche con l'acronimo MANA) è un museo archeologico situato nella frazione di Altino, nel comune di Quarto d'Altino, in provincia di Venezia, nei pressi del sito archeologico di Altinum.

Il museo e il vicino sito archeologico di Altino sono inclusi nel sito patrimonio dell'umanità "Venezia e la sua laguna" tutelato dall'UNESCO.

Storia

La vecchia sede del Museo, oggi utilizzata come magazzino dei reperti archeologici
Colonne e capitelli esposti all'esterno della vecchia sede del Museo

Alla fine degli anni 1950 iniziò la costruzione della sede del museo, su progetto dell'architetto Ferdinando Forlati[2], per raccogliere i reperti rinvenuti alla fine del XIX secolo durante le lavorazioni agricole e nei primi scavi del 1936-1937. Inizialmente gli oggetti furono conservati presso Villa Reali a Dosson (Treviso) e, disordinatamente, presso le diverse aziende agricole altinate[3].

Il piccolo museo, realizzato dalla Soprintendenza e dal conte Jacopo Marcello, fu inaugurato il 29 maggio 1960 e si componeva di due ambienti, una dei quali era utilizzato come spazio espositivo suddiviso in due sale, l'altro come magazzino dei reperti archeologici rinvenuti; nel porticato esterno sono esposte alcune lapidi. Fino ad allora, il numero e soprattutto l'importanza degli scavi nella zona in questione, sotto la gestione della Soprintendenza Archeologica, erano risultate estremamente basse. A partire dal 1966, tuttavia, furono effettuati nella zona di Via Annia numerosi scavi, che riportarono alla luce oltre 2000 reperti delle tombe e dei luoghi di sepoltura. All'epoca della sua inaugurazione il Museo aveva meno di un migliaio di oggetti, mentre oggi ci sono più di 40.000 reperti, provenienti dalle aree archeologiche circostanti[4] di Altino, in mezzo alle quali si trova il museo.[5]

Per alcune parti della raccolta, come ad esempio iscrizioni,[6] steli o vetri veneziani[7][8], sono stati realizzati singoli studi archeologici e vengono organizzate mostre specializzate.

L'esposizione del museo racconta la vita nella laguna di Venezia, da Chioggia a sud fino a Concordia Sagittaria a nord, rappresentando la storia dei Veneti, dall'età romana fino alla età pre-veneziana.

Il primo direttore del museo fu l'archeologo Michele Tombolani (1943-1989), sostituito nel 1987 dall'archeologa Margherita Tirelli. Dal 2015 il nuovo direttore del museo è la storica dell'arte Mariolina Gamba[9].

Il nuovo museo

La nuova torre di osservazione del MANA
La nuova sede espositiva del MANA
Il nuovo allestimento del MANA
La barchessa del MANA

A causa del crescente numero di reperti, si decise di ampliare il museo e nel 1984 lo Stato italiano acquisì due nuovi edifici (facenti parte di una fattoria ottocentesca utilizzata per la produzione di riso) in località "La Fornace", a poca distanza dalla prima sede. Tuttavia, a causa della mancanza di fondi, i lavori di restauro furono interrotti dopo poco tempo. Nel dicembre 2009, grazie all'intervento della Regione Veneto e ai fondi stanziati dall'Unione Europea per complessivi 6 milioni di euro, i lavori di restauro e ripristino ripresero[2].

Il 12 dicembre 2014 vi fu l'inaugurazione della nuova struttura del museo, che però rimase aperto solo un giorno[10].

Il 4 luglio 2015 è stata definitivamente aperta al pubblico la nuova sede del museo archeologico[11], che oggi dispone di circa 1 800 espositivi (rispetto ai 180 m² della vecchia sede, oggi riutilizzata come magazzino) sui tre piani della ex-risiera, una barchessa e una nuova struttura moderna (disegnata dall'architetto Stefano Filippi[12]) dotata di una torre di osservazione sulla campagna circostante e la laguna di Venezia.

Gli spazi per il restauro, la catalogazione e la creazione di riproduzioni e fotografie sono stati realizzati, unitamente ad un book-shop e ad una caffetteria, ma non sono ancora stati attivati.

La nuova esposizione nell'edificio ottocentesco della ex risiera è studiata in ordine cronologico: al piano terra i reperti preistorici e al primo piano quelli dell'età romana. L'ultimo piano (non ancora allestito) ospiterà gli oggetti rinvenuti nella necropoli, tra cui i corredi e monumenti funerari di epoca romana e tardo-antica rinvenuti ad Altino.

Galleria

Note

  1. ^ Visitatori e Introiti di Musei Monumenti e Aree Archeologiche Statali - ANNO 2014 (PDF), MIBAC, 2 novembre 2015.
  2. ^ a b Silvia Conte, Altino: ecco "Mana", l'archeomuseo 2.0, in Gente Veneta, n. 19, 14 maggio 2010.
  3. ^ Vincenzo Tiné e Loretta Zega (a cura di), Archeomusei - Musei archeologici in Italia 2001-2011, Borgo San Lorenzo, All'insegna del giglio, pp. 119-120, ISBN 978-88-7814-582-5.
  4. ^ vgl. auch Abschnitt Forschung im Artikel Altinum, dort auch weiterführende Literatur zum Fundgebiet der Sammlung
  5. ^ Andrea Ninfo, Alessandro Fontana, Paolo Mozzi, Francesco Ferrarese, [Volltext The Map of Altinum, Ancestor of Venice], collana Science, 5940ª ed., 31 luglio 2009, pp. 577, DOI:10.1126/science.1174206.
  6. ^ Alfredo Buonopane, Giovannella Cresci Marrone, Margherita Tirelli: Edizione delle iscrizioni latine del Museo archeologico nazionale di Altino.
  7. ^ Margherita Tirelli (Hrsg.
  8. ^ Rosa Barovier Mentasti, Margherita Tirelli: Altino.
  9. ^ A Venezia cinque nuovi direttori dei musei, in La Nuova Venezia, 28 ottobre 2015.
  10. ^ Melody Fusaro, Altino dopo 30 anni inaugura per poche ore il "museo che non c’è", in Il Gazzettino, 12 dicembre 2014.
  11. ^ M.C., Altino: il museo apre nella nuova sede, in Gente Veneta, 2 luglio 2015.
  12. ^ Enrico Tantucci, Trent'anni di lavori: il Museo apre, ma solo per un giorno, in la Nuova Venezia, 2 dicembre 2014.

Bibliografia

  • Margherita Tirelli, Il Museo Archeologico Nazionale e le aree archeologiche di Altino, Padova, 1993.
  • Margherita Tirelli, Altino. Museo archeologico nazionale di Altino, Venezia, Regione del Veneto, 2013.

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