Grotta di Su Coloru: differenze tra le versioni
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La '''grotta di Su Coloru''' (''grotta de Su Coloru'' in [[Lingua sarda|sardo]]) è una [[carsismo|cavita carsica]] lunga circa 600 metri che si trova nel territorio di [[Laerru]], in [[Sardegna]], nella subregione storica dell'[[Anglona]], in [[provincia di Sassari]]. Deve il suo nome al [[Malpolon monspessulanus|colubro]], un [[serpente]] che ricorda le sue forme tortuose. |
La '''grotta di Su Coloru''' (''grotta de Su Coloru'' in [[Lingua sarda|sardo]]) è una [[carsismo|cavita carsica]] lunga circa 600 metri che si trova nel territorio di [[Laerru]], in [[Sardegna]], nella subregione storica dell'[[Anglona]], in [[provincia di Sassari]]. Deve il suo nome al [[Malpolon monspessulanus|colubro]], un [[serpente]] che ricorda le sue forme tortuose. |
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La grotta è famosa per aver restituito reperti umani ascrivibili al [[Mesolitico]] (9.000 anni fa circa), periodo di transizione fra il [[Paleolitico]] e il [[Neolitico]] <ref>{{cita libro|autore=Giuseppe Pitzalis, Pino Fenu, Fabio Martini, Lucia Sarti|titolo=Grotta Su Coloru: Primi dati sui contesti culturali Mesolitici E Neolitici (Scavi 1999-2003) | |
La grotta è famosa per aver restituito reperti umani ascrivibili al [[Mesolitico]] (9.000 anni fa circa), periodo di transizione fra il [[Paleolitico]] e il [[Neolitico]] <ref>{{cita libro|autore=Giuseppe Pitzalis, Pino Fenu, Fabio Martini, Lucia Sarti|titolo=Grotta Su Coloru: Primi dati sui contesti culturali Mesolitici E Neolitici (Scavi 1999-2003) |collana=Sardinia, Corsica et Baleares antiquae : international journal |Band=N. 1 |anno=2003 |url=[http://digital.casalini.it/ricerca/pdfnoprotetto.asp?cartella=dati&tipo_articoli_vendita=A&azione=4&editore=SERRA&opera_rivista=19449&operaconzeri=019449&parte=&numero=1&articolo=3&file=17246148_2003_0001_00_0003.pdf Online-Version]}}</ref>. Si tratterebbe di popolazioni provenienti dall'[[arcipelago toscano]] portatrici della ''[[facies]]'' detta "''Epipaleolitico indifferenziato''", giunte in Sardegna e in [[Corsica]] via mare, attraverso rudimentali imbarcazioni <ref>[http://eprints.uniss.it/6328/1/Melis_P_Approdo_della_costa_di.pdf Melis, Paolo (2002) Un Approdo della costa di Castelsardo,fra età nuragica e romana. In: L'Africa romana: atti del 14.Convegno di studio, 7-10 dicembre 2000, Sassari, Italia.Roma, Carocci editore. V. 2, p. 1331-1343: ill. (Collana del Dipartimento di Storia dell’Università degli Studi di Sassari.N. S., 13.2; Pubblicazioni del Centro di studi interdisciplinari sulle Province romane dell’Università degli studi di Sassari,13.2). ISBN 88-430-2429-9.]</ref>. |
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Versione delle 20:49, 23 feb 2016
Grotta di Su Coloru | |
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Stato | |
Regione | ![]() |
Province | ![]() |
Comuni | ![]() |
Coordinate | 40°48′57″N 8°48′44″E |
La grotta di Su Coloru (grotta de Su Coloru in sardo) è una cavita carsica lunga circa 600 metri che si trova nel territorio di Laerru, in Sardegna, nella subregione storica dell'Anglona, in provincia di Sassari. Deve il suo nome al colubro, un serpente che ricorda le sue forme tortuose.
La grotta è famosa per aver restituito reperti umani ascrivibili al Mesolitico (9.000 anni fa circa), periodo di transizione fra il Paleolitico e il Neolitico [1]. Si tratterebbe di popolazioni provenienti dall'arcipelago toscano portatrici della facies detta "Epipaleolitico indifferenziato", giunte in Sardegna e in Corsica via mare, attraverso rudimentali imbarcazioni [2].
Note
- ^ Giuseppe Pitzalis, Pino Fenu, Fabio Martini, Lucia Sarti, [Online-Version Grotta Su Coloru: Primi dati sui contesti culturali Mesolitici E Neolitici (Scavi 1999-2003)] , collana Sardinia, Corsica et Baleares antiquae : international journal, 2003.
- ^ Melis, Paolo (2002) Un Approdo della costa di Castelsardo,fra età nuragica e romana. In: L'Africa romana: atti del 14.Convegno di studio, 7-10 dicembre 2000, Sassari, Italia.Roma, Carocci editore. V. 2, p. 1331-1343: ill. (Collana del Dipartimento di Storia dell’Università degli Studi di Sassari.N. S., 13.2; Pubblicazioni del Centro di studi interdisciplinari sulle Province romane dell’Università degli studi di Sassari,13.2). ISBN 88-430-2429-9.